sabato 10 agosto 2013

Monghidoro “Le posso offrire un caffè?”. Venditore porta a porta narcotizzato e rapinato.




Dietro l’offerta di un caffè una rapina in agguato ai danni di un venditore ‘porta a porta’. La ‘strana’ vicenda è avvenuta a Monghidoro a un uomo che si guadagnava da vivere suonando alle case per cercare di vendere la sua merce. L’aito dei colleghi ha permesso di risolvere la ‘brutta situazione’ .
I Carabinieri Monghidoro hanno infatti arrestato ieri una quarantaduenne pregiudicata di origine napoletana, D. M. R., per rapina aggravata e sequestro di persona. Vittima,  un quarantatreenne di Ozzano dell’Emilia, venditore porta a porta di un noto marchio tedesco di aspirapolvere.
Il quarantatreenne era andato a casa della donna, che si trova nella frazione Campeggio di Monghidoro, per invitarla ad assistere a una dimostrazione tecnica del suo prodotto. Il piazzista era ovviamente all’oscuro di avere a che fare con una persona agli arresti domiciliari.
La donna ha quindi accettato la proposta e ha acclto il venditore nel suo salotto, dove, nell’attesa di cominciare la prova, lo messo  a suo agio offrendogli una tazza di caffè che l’uomo, per non mancare di rispetto a una potenziale cliente, ha accettato e ha bevuto. Dopo poco il venditore, ignaro di aver ingerito anche un narcotizzante che la donna, senza farsi vedere, gli aveva mescolato alla bevanda, cadeva in uno stato d’incoscienza.
Per sua fortuna, tre suoi colleghi e amici, con i quali alloggia in un appartamento di Monghidoro messo a disposizione dalla ditta per ‘battere’ la zona a tappeto, non vedendolo rientrare e sentendo dalla consorte che lo aveva cercato sul cellulare senza ottenere risposta, si sono preoccupati e sono andati a cercarlo proprio in località Campeggio, dove sapevano che l’uomo sarebbe dovuto andare a svolgere le sue mansioni di vendita. Giunti sul luogo, intorno alle  23, i tre hanno riconosciuto l’automobile parcheggiata lungo la strada davanti alla casa della donna e sono andati a suonare il campanello perché sapevano che tra i possibili acquirenti del giorno c’era anche la quarantaduenne. Quest’ultima però, quando si è presentata alla porta, ha negato di aver accolto il venditore di aspirapolveri. Così, i tre hanno proseguito la ricerca nei paraggi, cercando di ottenere informazioni dai vicini di casa, alcuni dei quali, invece, confermavano che un uomo robusto, sulla quarantina, era entrato proprio nell’abitazione della donna e non era più uscito. I tre sono tornati nuovamente dalla quarantaduenne, determinati a scoprire cosa fosse successo al loro amico. A quel punto la donna ha ammesso che l’uomo si trovava sdraiato sul letto perché si era ‘sentito male’ e aveva preferito riposarsi in attesa di riprendersi.
I colleghi del malcapitato hanno insistito e solo davanti a tali pressioni, dopo un po’ la donna ha detto che lo avrebbe chiamato e fatto uscire. Effettivamente dopo un po’ l’uomo barcollante è stato accompagnato fuori della porta che la donna chiuso immediatamente, restando in casa.
La vittima è stata subito soccorsa dai colleghi  che, credendolo  vittima di un malore, l’hanno accompagnato all’ospedale civile Simiani di Loiano, dove i sanitari hanno capito subito che non si trattava di un malore, ma di un’intossicazione da benzodiazepine, per la quale lo hanno sottoposto ad un trattamento disintossicante.
Quando il quarantatreenne ha cominciato a riprendersi si è accorto dell’ammanco della sua fede nunziale, del portabanconote con 200 euro, un cellulare Samsung Note, un orologio e altri oggetti di valore che aveva con sé al momento della dimostrazione.
Immediatamente sono stati avvisati i Carabinieri di Monghidoro che si sono subito recati presso l’abitazione della donna alla quale hanno chiesto di spiegare l’accaduto. Lei inizialmente ha negato tutto, dicendo che l’uomo si era sentito male mentre era da lei e non sapeva nulla degli oggetti di cui lamentava la scomparsa. Messa sotto pressione dai militari che l’hanno inchiodata ai fatti e che avevano cominciato a perquisire l’appartamento in maniera minuziosa, ha ceduto ed ha ammesso di aver commesso, testualmente:  ‘una grande c … a’. La refurtiva infatti è stata rinvenuta all’interno dell’appartamento nascosta in vari luoghi: la fede nuziale nella lavatrice, nel tostapane il portabanconote, l’orologio e il cellulare in una cavità di un sottoscala.
La donna è stata trovata in possesso anche una confezione di Rivotril liquido, che ha poi ammesso di aver usato per correggere il caffè offerto.
La quarantaduenne è stata dichiarata in stato di arresto e dovrà rispondere oltre che di rapina, con l’aggravante di aver messo il venditore in uno stato d’incapacità di volere o di agire, anche di sequestro di persona. Su disposizione del sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Beatrice Ronchi, la quarantaduenne, è stata condotta alla Dozza.
La donna si trovava agli arresti domiciliari dall’ottobre scorso per sfruttamento della prostituzione (in concorso con un complice avrebbe sfruttato una persona con disagio psichico) accertato dalla Squadra Mobile della Questura di Bologna.


Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna

1 commento:

Anonimo ha detto...

Con il prossimo "sfoltimento delle carceri" di questa gentaglia ne saremo invasi.
Auguri