domenica 30 luglio 2023

La corsa alla pensione dei medici

 La schiera dei «camici bianchi» che vanno in pensione, nel nostro Paese, è sempre più folta: dal 2014 al 2022, infatti, i trattamenti ordinari hanno registrato un’impennata del «257%»

di Simona D'Alessio

 


La schiera dei «camici bianchi» che vanno in pensione, nel nostro Paese, è sempre più folta: dal 2014 al 2022, infatti, i trattamenti ordinari (quelli, cioè, corrisposti in virtù del raggiungimento dei requisiti anagrafici, o contributivi) hanno registrato un'impennata del «257%», a cui, nell'ultimo triennio, potrebbe aver dato man forte lo scoppio della pandemia. E, soltanto l'anno scorso, la spesa per prestazioni previdenziali effettuata dall'Enpam, la Cassa privata dei medici e degli odontoiatri, «è stata pari a 2 miliardi 670 milioni e 664.965 euro (+14,44%, al confronto con le uscite del 2021)». Nel frattempo, si assiste all'incremento degli studenti universitari che presteranno il giuramento di Ippocrate iscritti all'Ente, giacché dal 2017 al 2022 se ne contano 16.730. A permettere a ItaliaOggi di fotografare lo scenario di quanti stanno andando in quiescenza e di quanti, invece, stanno intraprendendo l'attività medica sono i più recenti dati elaborati dal Centro studi dell'Enpam, la più grande Cassa di previdenza italiana che, recita l'ultimo bilancio, ha raggiunto la soglia dei 25,25 miliardi di patrimonio (risorse, queste, pari a circa 9,5 volte l'importo complessivo necessario per pagare le prestazioni pensionistiche dello scorso anno), con una platea di 365.754 associati (-3.148, rispetto al 2021).

L'ascesa graduale dei «camici bianchi» che smettono di frequentare le corsie degli ospedali, oppure gli studi e gli ambulatori non è una sorpresa per il presidente dell'Ente Alberto Oliveti: l'arrivo della cosiddetta «gobba previdenziale», generata dall'uscita dal mercato occupazionale della nutrita coorte dei nati negli anni '50, (quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, l'Italia si avviava verso la stagione di ricostruzione e di progresso economico e sociale, ndr), «era già ampiamente previsto, ben prima dell'avvento del Covid-19», che, però, osserva, «potrebbe averlo un po' accelerato».

Puntando, poi, i fari sulle singole gestioni dell'Enpam, tra quanti esercitano la medicina generale i pensionati sono cresciuti in un anno del 12%, con un'«escalation» del 503% a partire dal 2014; per quel che concerne, invece, la libera professione (la «Quota B») la spesa dell'Enpam per i trattamenti è stata superiore del 21,33%, rispetto al 2021 (pari, cioè, a oltre 304,4 milioni 304.487.837,84) e, se nell'ultimo anno, il numero di chi è andato in quiescenza ha fatto un salto in avanti del 5,43%, l'incremento, però, è del 265% dal 2014. Sul fronte della medicina territoriale, che presenta dei «buchi» in alcune aree della Penisola (con lampanti danni alle persone che ci vivono), tira le somme Oliveti, «il vero problema è il rimpiazzo», perciò «è indispensabile rendere attrattiva la professione», partendo dall'esigenza di «potenziare al massimo il rapporto fiduciario» coi pazienti. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Crimine commesso, ora vacanza.