domenica 18 settembre 2022

Complesso immobiliare ex-Inail di San Benedetto Val di Sambro, la Bella Cecilia che tutti vogliono ma nessuno la piglia

Una interrogazione del capogruppo di Rete Civica in Regione, Marco Mastacchi, porta l’attenzione sulla interessante realtà e sulla necessità di intervenire per valorizzare l’immobile 


 

 8000 mq di superficie, 72 camere, la piccola cappellina e il parco annesso, completato e finanche arredato nel 1974, non è mai stato avviato. Dopob  varie vicissitudini, nel 1977 la proprietà è passata alla Regione Emilia-Romagna, che nel 1984 ha stipulato con l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) un contratto di comodato gratuito di 99 anni, comprensivo di ristrutturazione e avviamento della struttura, con l'impegno per l'ente di progettare ed eseguire, a sue spese, le opere e gli interventi necessari per la trasformazione in officina ortopedica dei corpi di fabbrica esistenti, per l’utilizzazione come una vera e propria ''succursale'' del centro di Vigorso di Budrio.

 

Nella sua interrogazione Mastacchi ricorda:

 

Nel 1991 la Regione Emilia-Romagna alienava gli immobili all’INAIL che ne affidava la gestione a INVIMIT, società di gestione del risparmio del Ministero dell'Economia e delle Finanze che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Nel 2017, uno studio di fattibilità di NOMISMA, individuava, come attività redditizia per un’ipotesi di valorizzazione dell’immobile, la realizzazione di “Villaggio Alzheimer” ed è partito l’iter per la redazione, adozione ed approvazione del POC da parte del Comune, per rendere la destinazione urbanistica dell’area, adeguata. Nel 2018 veniva siglato un Accordo di programma tra Comune, ASP (Azienda Pubblica Servizi alla Persona) ed INVIMIT per la piena valorizzazione dell’immobile, il cui progetto non seguiva in toto le indicazioni dello studio di fattibilità. I cambi delle amministrazioni, le modifiche degli obiettivi e delle strategie di Invimit Sgr associate alle perplessità da parte della nuova governance di ASP, hanno arrestato definitivamente un processo che invece era stato ben avviato. Sul territorio permane così una struttura che per l’epoca in cui è stata costruita è decisamente avveniristica. Seppur priva di barriere architettoniche, ha enormi sale, palestre, piscine, locali di culto e reparti degenza, il tutto immerso nel verde del nostro Appennino.

 

E aggiunge:

 

"Non si può lasciare un patrimonio statale in queste condizioni", si arrabbiava su Facebook l'assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini nel 2020 in occasione di un sopralluogo al complesso. Nello stesso anno, su mandato dell’Assessore regionale e di concerto con la Conferenza Territoriale ed il Comune di Bologna, l’Azienda USL è stata incaricata di redigere il progetto organizzativo e funzionale per dare piena valorizzazione all’immobile sito nel Comune di San Benedetto Val di Sambro. “Grazie all'Ausl bolognese elaboreremo un progetto sulla cura, ricerca, assistenza e riabilitazione delle persone affette da Alzheimer- scrive Donini in quell’occasione - collegato all'Irccs delle neuroscienze di Bologna, che potrebbe avere un respiro non solo locale, ma anche regionale e nazionale. E richiameremo lo Stato alle sue responsabilità”, promette Donini. Allo scopo è stato formalmente costituito un gruppo di lavoro interistituzionale che aveva iniziato a lavorare a tre filoni principali, grazie anche al coinvolgimento della cabina di regia del Tavolo di Promozione della Salute Metropolitano. L’ultimo incontro del gruppo interistituzionale risale al 7 giugno 2021, con cui l’Azienda USL si era impegnata a concludere il progetto, con la definizione di funzioni ed assetti gestionali. Da allora non vi è stato più alcun riscontro, con il rischio di perdere un investimento straordinario, senza dimenticare, che la Regione in più occasioni, si è mostrata disponibile a valutare finanziamenti per interventi strategici sul territorio, in particolare sul nostro Appennino. Il possibile recupero ed attivazione di una struttura di questo tipo, le cui dimensioni lascerebbero ampia flessibilità anche a ipotesi di destinazione d’uso diverse da quelle originarie, costituirebbe un’irripetibile opportunità non solo per il Comune, ma per l’intero comprensorio appenninico, sia nella fase di ristrutturazione dei locali che in quella successiva di conduzione del servizio e manutenzione della struttura.

 

Infine chiede: 

La Regione ha intenzione di portare a termine il mandato assegnato all’Azienda USL nel 2020 e quale sia lo stato del progetto di fattibilità dell’opera così come quali siano i tempi per completarlo. Chiede inoltre se sia intenzione della Regione sostenere ed accompagnare i progetti sostenibili di sviluppo, valorizzazione e specializzazione che dovessero emergere dallo studio di fattibilità dell’opera.

Nessun commento: