Una interrogazione del capogruppo di Rete Civica in Regione, Marco Mastacchi, porta l’attenzione sulla interessante realtà e sulla necessità di intervenire per valorizzare l’immobile
8000 mq di superficie, 72 camere, la piccola
cappellina e il parco annesso, completato e finanche arredato nel 1974, non è
mai stato avviato. Dopob varie
vicissitudini, nel 1977 la proprietà è passata alla Regione Emilia-Romagna, che
nel 1984 ha stipulato con l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni
sul Lavoro (INAIL) un contratto di comodato gratuito di 99 anni, comprensivo di
ristrutturazione e avviamento della struttura, con
l'impegno per l'ente di progettare ed eseguire, a sue spese, le opere e gli
interventi necessari per la trasformazione in officina ortopedica dei corpi di
fabbrica esistenti, per l’utilizzazione come una vera e propria ''succursale''
del centro di Vigorso di Budrio.
Nella sua interrogazione
Mastacchi ricorda:
Nel 1991 la Regione Emilia-Romagna alienava gli immobili all’INAIL che ne
affidava la gestione a INVIMIT,
società di gestione del risparmio del Ministero dell'Economia e delle Finanze
che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Nel
2017, uno studio di fattibilità di NOMISMA, individuava, come attività
redditizia per un’ipotesi di valorizzazione dell’immobile, la realizzazione di
“Villaggio Alzheimer” ed è partito l’iter per la redazione, adozione ed
approvazione del POC da parte del Comune, per rendere la destinazione
urbanistica dell’area, adeguata. Nel 2018 veniva siglato un Accordo di
programma tra Comune, ASP (Azienda Pubblica Servizi alla Persona) ed INVIMIT
per la piena valorizzazione dell’immobile, il cui progetto non seguiva in toto
le indicazioni dello studio di fattibilità. I cambi delle amministrazioni, le
modifiche degli obiettivi e delle strategie di Invimit Sgr associate alle
perplessità da parte della nuova governance di ASP, hanno arrestato
definitivamente un processo che invece era stato ben avviato. Sul territorio
permane così una struttura che per l’epoca in cui è stata costruita è
decisamente avveniristica. Seppur priva di barriere architettoniche, ha enormi
sale, palestre, piscine, locali di culto e reparti degenza, il tutto immerso
nel verde del nostro Appennino.
E aggiunge:
"Non si può lasciare un
patrimonio statale in queste condizioni", si arrabbiava su Facebook l'assessore
alla sanità della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini nel 2020 in occasione
di un sopralluogo al complesso. Nello stesso anno, su mandato dell’Assessore
regionale e di concerto con la Conferenza Territoriale ed il Comune di Bologna,
l’Azienda USL è stata incaricata di redigere il progetto organizzativo e
funzionale per dare piena valorizzazione all’immobile sito nel Comune di San
Benedetto Val di Sambro. “Grazie all'Ausl
bolognese elaboreremo un progetto sulla cura, ricerca, assistenza e
riabilitazione delle persone affette da Alzheimer- scrive Donini in
quell’occasione - collegato all'Irccs delle neuroscienze di Bologna, che potrebbe
avere un respiro non solo locale, ma anche regionale e nazionale. E
richiameremo lo Stato alle sue responsabilità”, promette Donini. Allo
scopo è stato formalmente costituito un gruppo di lavoro interistituzionale che
aveva iniziato a lavorare a tre filoni principali, grazie anche al
coinvolgimento della cabina di regia del Tavolo di Promozione della Salute
Metropolitano. L’ultimo incontro del gruppo interistituzionale risale al 7
giugno 2021, con cui l’Azienda USL si era impegnata a concludere il progetto,
con la definizione di funzioni ed assetti gestionali. Da allora non vi è stato
più alcun riscontro, con il rischio di perdere un investimento straordinario,
senza dimenticare, che la Regione in più occasioni, si è mostrata disponibile a
valutare finanziamenti per interventi strategici sul territorio, in particolare
sul nostro Appennino. Il possibile recupero ed attivazione di una struttura di
questo tipo, le cui dimensioni lascerebbero ampia flessibilità anche a ipotesi
di destinazione d’uso diverse da quelle originarie, costituirebbe
un’irripetibile opportunità non solo per il Comune, ma per l’intero
comprensorio appenninico, sia nella fase di ristrutturazione dei locali che in
quella successiva di conduzione del servizio e manutenzione della struttura.
Infine chiede:
La
Regione ha intenzione di portare a termine il mandato assegnato all’Azienda USL
nel 2020 e quale sia lo stato del progetto di fattibilità dell’opera così come quali
siano i tempi per completarlo. Chiede inoltre se sia intenzione della Regione
sostenere ed accompagnare i progetti sostenibili di sviluppo, valorizzazione e
specializzazione che dovessero emergere dallo studio di fattibilità dell’opera.
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