di Patrizia Zanasi
Presidente sezione di Marzabotto dell’Associazione Nazionale ex Internati (Anei)
E’ uscito il libro "Storia di una Resistenza", di Marcello de Caro socio della nostra sezione, curato da Orlando Materassi (ex presidente Anei nazionale) e Silvia Pascale (presidente Anei Treviso).
Il libro ha ottenuto il patrocinio delle sezioni Anei di Treviso e Marzabotto, del Comitato Regionale alle Onoranze ai Caduti di Marzabotto e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania.
Storia di una Resistenza costituisce un
importante contributo per capire la scelta dei nostri militari dopo
l’armistizio.
Infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, tra i milioni di soldati
prigionieri dei tedeschi, soltanto agli italiani catturati dopo l’8 Settembre
1943 fu offerta la possibilità di essere liberati in cambio dell’adesione al
Terzo Reich e alla neonata Repubblica Sociale Italiana. Tale proposta fu
respinta dalla grande maggioranza, che preferì affrontare le durissime
condizioni dei Lager tedeschi, anche a rischio della vita, pur di non
contribuire attivamente allo sforzo bellico nazifascista. La tragica vicenda
degli IMI (Internati Militari Italiani) costituisce a pieno titolo un capitolo,
ancora troppo poco noto, della storia della Resistenza.
L’Associazione Nazionale ex Internati (A.N.E.I.) riconosciuta come Ente Morale con il D.P.R. 2 aprile 1948 n. 403, è stata costituita dai sopravvissuti reduci militari internati nei Lager nazisti.
Gli internati, tra i prigionieri italiani della
Seconda Guerra Mondiale, sono coloro che, deportati dopo l’8 settembre 1943, si
rifiutarono di collaborare prima con le formazioni tedesche della Wehrmacht e
successivamente con la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.). Si parla
di circa 810.000 uomini.
Durante il periodo di detenzione nei Lager i militari furono sottoposti a
condizioni di vita disumane e al lavoro coatto.
Negli anni questa associazione si è sviluppata e ora
sono i figli e i parenti di quegli internati, che ne portano avanti la memoria
e cercano di far emergere questa parte di storia quasi dimenticata.
Io sono figlia di un ex militare, che fortunatamente
riuscì a sopravvivere a quelle dure condizioni e a tornare a casa,
profondamente segnato nel corpo e nell’animo.
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