Tradotto in carcere uno dei gestori di una ‘casa di riposo’ di Alto Reno Terme con a carico un lungo elenco di ipotesi di illecito. Già destinatario di un sequestro preventivo diretto e ‘per equivalente’, fino alla concorrenza di 2 milioni di euro, i reati contestati sono ‘associazione per delinquere, estorsione (aggravata dal cd. “metodo mafioso”), bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e per operazioni dolose, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, emissione di fatture per operazioni inesistenti, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate’.
Nel comunicato della Guardia di Finanza aggiunge poi “ I successivi sviluppi dell’operazione hanno fatto emergere che l’indagato, durante la detenzione domiciliare, ha perpetrato ulteriori attività illecite trasferendo disponibilità finanziarie per oltre 65 mila euro da una società a lui riconducibile in favore di una terza impresa, nel tentativo di sottrarle al sequestro preventivo in atto”.
Il
G.I.P. del Tribunale di Bologna - Dott. Alberto ZIROLDI, su richiesta della
locale Direzione Distrettuale Antimafia, nella persona del P.M. - Dott. Roberto
CERONI, ha quindi disposto l’applicazione della misura di massimo rigore
ritenendola “la sola idonea a contrastare efficacemente le esigenze cautelari”.
L’operazione testimonia ulteriormente l’efficacia della convergenza
investigativa specialistica messa in campo dalla Guardia di Finanza e dall’Arma
dei Carabinieri, sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria felsinea.
L’arresto è avvenuto nell’ambito dell’operazione “RAGNATELA”, che ha condotto alla fine dello scorso mese di ottobre all’esecuzione di misure cautelari personali e reali nei confronti di soggetti resisi responsabili dell’illecita gestione di una “casa di riposo” in Alto Reno Terme.
Nessun commento:
Posta un commento