La
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio
invita a festeggiare l'Epifania passeggiando nell'antica città etrusca di
Kainua e visitando il Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria"
di Marzabotto.
La
Grande Kore esposta nel Museo
di
Marzabotto (foto Iago Corazza)
|
Nel
weekend dell'Epifania gli scavi della città etrusca di Kainua e
il Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto saranno aperti sia sabato
che domenica dalle 10.30 alle 17.30.
Domenica
7 gennaio ingresso gratuito
per
tutti grazie
all'iniziativa del Ministro dei beni e delle attività culturali e
del turismo, #domenicalmuseo,
che consente l'ingresso gratuito in tutti i luoghi della cultura
statali la prima
domenica di ogni mese.
Un'occasione
in più per visitare il vasto pianoro su cui si snodano i resti
dell'abitato e le ampie strade che si incrociano ortogonalmente
suddividendo in modo regolare lo spazio urbano orientato secondo i
canoni dell'etrusca disciplina, salire alle costruzioni sacre
dell'acropoli e ridiscendere alle aree funerarie situate subito al di
fuori della città dei vivi.
Nel
museo si possono ammirare le testimonianze della vita della città
che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C., dai
ricchi corredi delle necropoli alle ricostruzioni dei tetti e degli
alzati delle case, dalle statuette votive in bronzo alla testa di
Kouros, fino alle testimonianze recuperate a Sasso Marconi e nel
territorio circostante.
I
resti dell'antica Marzabotto/Kainua non cessano mai di stupire. Gli
Etruschi avevano non solo progettato la città secondo un modello
assunto direttamente dal mondo greco, ma alimentavano quotidianamente
i legami culturali e commerciali con l'Ellade tramite il fiume Reno
(che all'epoca sfociava nel ramo spinete del Po), il porto di Spina e
l'Adriatico.
Di
questa grecizzazione sono segno evidente sia la ceramica attica, la
cui presenza nei corredi tombali conferma la completa acquisizione
dell'ideologia del vino e del banchetto nell'Aldilà, che splendidi
reperti come la testa di kouros in marmo greco o la grande kore in
bronzo che suggeriscono la possibilità di una produzione anche
locale atteggiata fedelmente al mondo greco seppur tradotta in
stilemi specificamente etruschi.
Risale
ai primi anni del Duemila la scoperta nella parte bassa della città
di un imponente tempio a pianta greca dedicato al dio Tinia, somma
divinità degli Etruschi, corrispondente allo Zeus dei Greci. Questo
tempio integra la sacra acropoli situata sull'altura -dove si trovano
i resti di tre strutture templari, di due altari e della sede
augurationis, cioè il punto da cui l'augure eseguiva i riti
di fondazione della città- e il cosiddetto Santuario fontile, legato
al culto delle acque e a riti di sanatio, situato al di fuori
del perimetro urbano.
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