I consiglieri regionale del M5S, hanno presentato una
interrogazione per sollecitare la Giunta a un intervento sulle tante criticità
che ruotano attorno alla raccolta del sangue. “Da 2011 ad oggi abbiamo
registrato una diminuzione del 17%. Continui disservizi nei centri di raccolta
fissi e quello mobile è perennemente in sottorganico”, commentano i Consiglieri
.
“Le nuove regole sulla
raccolta del sangue stanno creando più danni che benefici. Se vi va avanti così
le donazioni crolleranno ancora di più mettendo a rischio la salute di migliaia
di persone,” registrano preoccupati. “L’Azienda USL di Bologna ha
riorganizzato il servizio di raccolta sangue, dislocando e
riducendo le sedi di raccolta del sangue, definendo un nuovo layout del
servizio e nuove modalità di accoglimento dei potenziali donatori che sono ‘costretti’
a prenotare la donazione presso delle sedi fisse, anche lontane dalla loro
residenza,” spiegano Sensoli e Piccinini.
“L’eccessiva burocratizzazione della procedura e la riduzione e dislocazione
dei centri di raccolta sangue, che non prevede la possibilità per gli aspiranti
donatori sparsi sul territorio di poter effettuare le visite necessarie alla
donazione presso l’ospedale più vicino, ha determinato, la riduzione
significativa del numero di donatori e conseguentemente delle sacche di sangue
raccolte”. Bologna, infatti, sta assistendo a un continuo calo delle donazioni.
Basti pensare che tra il 2011 e il 2014 si è registrata una diminuzione del 17%
con un trend in forte peggioramento dopo l’introduzione delle nuove regole. “I
tanti e i continui disservizi cominciano a pesare tantissimo nella raccolta del
sangue – aggiunge la consigliera Silvia Piccinini – Prima tra tutti la mancanza
di organico al centro mobile di raccolta che, in teoria dovrebbe essere
composta da un medico, tre infermieri e un autista, ma che si trova spesso in
emergenza e quindi non riesce a rispettare gli standard previsti dalla stessa
procedura stilata dall’Asl”. Nell’interrogazione la consigliera Piccinini cita
diversi episodi critici in cui il Centro Mobile non è riuscito a raggiungere i
donatori, come successo a Budrio il 30 dicembre 2014 con 35 persone in attesa
di donare, o a Bazzano, con 29 donatori. Inoltre, alcuni centri prelievi in
strutture fisse che dovevano essere aperti a gennaio 2015 sono, attualmente,
chiusi: Loiano, San Giovanni in Persiceto, San Pietro in Casale, Molinella e
Castiglione dei Pepoli. “Quello che vogliamo capire è se la Giunta crede ancora
che questa riorganizzazione piena di buchi e criticità possa ancora garantire
l’autosufficienza regionale di sangue – conclude Raffaella Sensoli – e quali
sono le soluzioni che l’Asl intenda adottare per far fronte a questa emergenza
che diventa anno dopo anno sempre più preoccupante”.
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