giovedì 1 maggio 2014

SE IN SANITA’ SI FERMA IL VOLONTARIATO , SI FERMA LA SALUTE … DI TUTTI.



Giovanni Tassi

“In Italia il 70% del soccorso sanitario è garantito dal volontariato organizzato che, oltre a limitare i costi per Stato e Enti Locali,  contribuisce a rendere il sistema più flessibile ed in grado di modulare i servizi alle esigenze del territorio e dei cittadini”. E’ ciò che si legge nella lettera di protesta inviata al Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO e al Presidente del Consiglio MATTEO RENZI dai volontari delle Pubbliche Assistenze che non hanno potuto partecipare alla manifestazione svoltasi a Roma per  denunciare la scarsissima attenzione che i governi e le istituzioni prestano a questa importante presenza..
“Troppi vincoli imposti da Istituzioni nazionali, enti locali, concessionarie pubbliche e private,  uniti a una normativa inadeguata ai tempi, stanno rendendo sempre più difficile l'operato delle associazioni di volontariato”.
Nella lettera si chiede un intervento urgente del Governo e del Parlamento per:
-       una modifica al Codice della Strada per esenzione del pedaggio autostradale, portata delle ambulanze, definizione dei veicoli speciali, introduzione della patente di servizio per gli autisti soccorritori
-       l’omogeneizzazione nel sistema di affidamento dei servizi sociosanitari per garantire il diritto alla salute di tutti gli italiani e l’uso trasparente delle risorse pubbliche
-       la tutela del diritto al Servizio Civile Nazionale, come strumento per la difesa non violenta della Patria
-       la definizione di un nuovo modello di Welfare che sia uno strumento per lo sviluppo del Paese
-       la riforma della Legge Quadro sul Volontariato (L. 266/91).


Lo scritto termina con una domanda che vuole portare a una riflessione: “Cosa succederebbe se le 5000 ambulanze e gli oltre 200.000 volontari delle Pubbliche Assistenze ANPAS e delle Misericordie decidessero di fermarsi?  Chi garantirebbe il soccorso e la salute dei cittadini e delle comunità?”

Il centralino della Pubblica
Allarmati dalla protesta, abbiamo incontrato il presidente della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi Giovanni Tassi per avere alcune precisazioni e gli abbiamo chiesto:

Siamo messi tanto male da dover chiedere al Presidente della Repubblica di intervenire per far esonerare le ambulanze dal pagamento  pedaggio in autostrada ?

“ Fino ad oggi non sono stati mai pagati. Si dice però che qualcuno avrebbe tentato di approfittare, per cui Autostrade ha avuto da ridire. Ora l’esenzione è per le sole ambulanze, mentre l’attività della Pubblica di servizio socio sanitario utilizza tanti altri mezzi che purtroppo pagano il pedaggio. L’esenzione sarebbe opportuna anche per questi”

Quali sono i denti che dolgono alla Pubblica di Sasso Marconi.

“Manca una copertura adeguata dei servizi di emergenza e dei servizi sociali. In parole povere serve un maggior numero di volontari operativi. In questi 4 anni, grazie alla generale considerazioni di cui godiamo, della generosità dei nostri serviti e della cittadinanza tutta, siamo riusciti a rinnovare l’intero parco delle ambulanze. Su questo fronte siamo a posto fino il 2018. Ora dovremo affrontare l’adeguamento di mezzi per gli altri servizi”.

Qualcuno sensibile ai vostri problemi vi dà una mano ?

“I problemi non sono nostri, sono di tutti. Se non saremo in grado di proseguire sarà un grosso problema per le comunità della bassa vallata del Reno. Il Comune è l’osservatore più attento e conosce i nostri problemi e ci affianca. Certamente però l’intervento vero di cui non possiamo più fare a meno è quello dell’apporto dei singoli cittadini al fine di ingrossare le fila dei volontari. Mancano gli operativi. Cominciamo ad avere problemi anche nei fine settima, quando tutti o quasi hanno tempo libero. Contiamo sulle proverbiali  generosità e sensibilità dei giovani . Abbiamo 260 soci però quelli operativi per i due servizi fondamentali, l’emergenza e il sociale, sono circa un centinaio. Dobbiamo coprire 8.700 ore di emergenza l’anno con 60 operativi e 3500 servizi sociali l’anno con una ventina di operativi. Si arriva a un centinaio di volontari attivi con coloro che operano all’interno della struttura e in appoggio organizzativo ai due servizi”.

C’è questo grande interrogativo per il futuro: la chiusura del punto 118 di Cinque Cerri e la perdita conseguente della auto medicalizzata. Cosa succederà ?

“Se così sarà, si torna indietro di 15 anni e la qualità del servizio di pronto intervento ne risentirà in modo pesante. Mancheranno le figure essenziali per affrontare in modo adeguato l’emergenza sanitaria e cioè il medico, l’infermiere e l’attrezzatura specialistica adeguata, l’auto medica è un mezzo di pronto soccorso avanzato. Tutto ricadrà sulle spalle dei volontari i quali, anche se ben preparati, non possono fare il lavoro degli specialisti. Ai volontari è permesso di fare un tipo di servizio di primo soccorso e di trasporto, ma nessun tipo di intervento medico, essenziale questo nella maggior parte dei casi di emergenza. Solo al medico è concesso e la presenza immediata del medico è in moltissimi casi fondamentale per salvare la vita o contenere in modo significativo il rischio del danno fisico permanente.”


Qual è la prospettive di conservazione di auto medica”

“Con l’ultimazione dei lavori della Varante di Valico il 118 di Cinque Cerri se ne va. E’ certo. Abbiamo dato la disponibilità ad ospitare l’auto medica nella nostra sede. Ci sono fra l’altro prospettive di incrementi nelle strutture della nostra sede. Ci aspettiamo attenzioni da parte delle istituzioni dei tre comuni  che si vedranno privati della medicalizzata: Sasso Marconi, Marzabotto e Monzuno. Ci auguriamo che anche la popolazione, che ancora non si è resa conto di ciò che sta per accedere, faccia sentire la sua presenza e la volontà di conservare un servizio più che essenziale. Non vorremmo che ci si accorgesse di ciò che si è perso quando è ormai troppo tardi e questo vale sia per il servizio auto medica sia per la presenza della Pubblica”.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ce ne eravamo già accorti, signor Tassi,sono vent'anni che Governi e Istituzioni fanno politiche ostili alla popolazione; la sua conferma, giunge con un po' di ritardo ma è comunque gradita.

antonio lavini ha detto...

Forse anche altri se ne erano accorti, ma pochi o pochissimi hanno o fanno qualche cosa.
Oltre ad essere gradita la notizia/denuncia DEVE essere ben meditata ed ognuno DEVE chiedersi: IO COSA FACCIO?
Importante é scrivere ma molto più agire ed AGIRE ORA perché come dice Tassi l'emergenza E' IN ATTO.
Grazie a chi si esprime, ovviamente in piena libertà ma nel rispetto di tutte le opinioni, e sopratutto GRAZIE a chi si presenta in via s.Lorenzo e chiede....AVETE BISOGNO DI ME?

Anonimo ha detto...

Il volontariato è sicuramente un atto di grande onore ma può essere fatto solo da chi ha una entrata economica altrimenti si è dei santi-martiri che rubano il lavoro che andrebbe retribuito e a chi lo ha perso. Se le ass. di volontariato sostituiscono i lavoratori è finita. Nel campo dei servizi alla persona non è pensabile focalizzarsi solo su manodopera da volontariato, CHI LAVORA VA PAGATO, SE NO NON SI VIVE. Finchè le persone avevano un lavoro potevano dedicare alcune ore ad azioni di volontariato ma adesso che il lavoro non esiste più? Quando ti hanno tolto tutto non hai più niente da dare. Esistono precise responsabilità politiche, le persone che soffriranno della mancanza di volontariato devono risalire a chi è responsabile e prendersela con loro.

Lorenzo Tommasi ha detto...

Mi permetto di precisare, nel massimo rispetto dell'opinione dell'utente che ha scritto prima di me, che dal suo intervento sembra non essere pienamente chiaro che gran parte dei servizi alla persona poggiano da sempre, e non da oggi, anche su attività di volontariato. Come viene giustamente riportato in apertura di questo articolo, "il 70% del soccorso sanitario(uno dei tanti ambiti del walfare alla persona) viene garantito dal volontariato organizzato". L'alternativa a questa condizione non è che il lavoro che non fa un volontario lo fa un lavoratore dipendente. Molto spesso, soprattutto in tempi di crisi economica, il lavoro che non fa un volontario non lo fa nessuno. Quindi garantire la sopravivenza di associazioni di volontariato sul territorio migliora la qualità dei servizi sociali di cui tutti purtroppo possiamo avere bisogno. Inoltre, cosa non secondaria in tempi di crisi, il volontariato abbassa i costi del servizio. Un trasporto sociale effettuato ad esempio da personale volontario della Pubblica Assistenza costa all'utente circa un terzo in meno rispetto al costo dello stesso trasporto effettuato da personale retribuito. Per questo motivo ritengo che fare volontariato non serva solo come atto di onore, ma come atto di necessità per migliorare i servizi all'interno della comunità in cui anche noi viviamo. Non capisco poi perchè un'attività di volontariato possa essere considerata come qualcosa di oppositivo al proprio lavoro. Il volontariato è qualcosa di integrativo al lavoro. Anche se una persona è momentaneamente disoccupata credo possa ugualmente dedicare una piccola parte del proprio tempo (2/3 ore a settimana) ad una attività di volontariato.

Anonimo ha detto...

Penso che l'anonimo del primo e terzo commento, non abbia ben chiaro di come girano le cose. Se, purtroppo, sei senza lavoro ovviamente darai priorità a ciò che potrebbe alleviarti i tuoi disagi, ma se intendi capire di cosa si stia parlando chiedi un colloquio di chiarimento al sig. Tassi, presidente della Pubblica di Sasso.
Sono certo che riscriveresti il tuoi commenti.
UNO dei tanti volontari che condividono alcuni tuoi concetti ma che sono passati oltre, AI FATTI.

Anonimo ha detto...

qui potete prendere atto lo spirito della convenzione tra la pubblica assistenza e e la pubblica amministrazione.

http://www.comune.sassomarconi.bologna.it/upload/sassomarconi_ecm8v2/delibere/DELG0076.13c_225_4860.pdf


http://www.comune.sassomarconi.bologna.it/upload/sassomarconi_ecm8v2/delibere/DETE0576.13c_225_5060.pdf

da qui poi potete fare critiche e suggerimenti da soli senza l'aiuto di nessuno.

Anonimo ha detto...

Penso che l'anonimo delle 19.21 non abbia bene le idee chiare, il titolo dell'argomento è " se in sanità si ferma il volontariato si ferma la salute", in Emilia Romagna il volontariato è sempre stato il fiore all'occhiello di un sistema che era Regione, ho scritto ERA, i lavoratori inseriti ovunque in ambito sanitario appartengono a cooperative che ormai lavorano GRATIS o per 3 dico 3 euro l'ora che non bastano più neanche per gli spostamenti necessari per andare e tornare dal lavoro. Se il ragionamento è diamoci una mano a vicenda attraverso il volontariato per far finta che tutto vada bene allora arrangiatevi voi virtuosi che avete un reddito non ancora danneggiato dalle politiche del POLETTI uguale a Fornero, in situazioni come queste forse è meglio fermare TUTTO, piuttosto che rendersi complici lavorando gratis e rubando il lavoro ai disoccupati. E' mai possibile che non capiate, con un livello REALE di disoccupazione che ormai è già arrivato al 19-20%(altro che al 12%) non è più concepibile lavorare gratis. Da 10 anni ci raccontano "in futuro a causa dei costi dovremo sviluppare il volontariato (con competenze) per sostituire i lavoratori che non ci possiamo più permettere" penso che il disegno che ci condanna sia proprio questo ma però lo stesso è stato adottato dall'anonimo che "è passato oltre, AI FATTI". A Bologna meno banche, meno giganti assicurativi, meno torri, più lavoro retribuito in maniera equa e dignitosa, solo dopo più volontariato. Un EX volontario con 30 anni di attività. P.S.Volontari volete salvare la Manutencoop? smettete di lavorare gratis, bona lè.

Anonimo ha detto...

Per fare del buon volontariato e fatto bene,a capo ci vorrebbero delle persone competenti in materia.Quando un'associazione lascia nelle mani a certi personaggi,l'incarico di "addestrare" i volontari e poi alla fine ti accorgi che uno su 10 capisce e segue un certo protocollo,ecco che allora preferisci andare a raccogliere i radicchi,piuttosto che seguire certi FENOMENI.

antonio lavini ha detto...

x anonimo delle 15 e 16
Ammesso che tu abbia ragione, considerandoti almeno un cinquantenne, dove eri quando il sistema ITALIA ci iniziava a portare fino a qui?
Forse in tanti abbiamo capito solo ora,anch'io,che il modello attuale NON é sostenibile.
Proviamo di cambiarlo ma nel frattempo, non ci vorranno solo alcuni anni, aiutiamo i nostri concittadini a crescere e nello stesso tempo non trascuriamo la loro salute ed i servizi, economici, che la Pubblica può ed elargisce a tutti convenzionati e non, senza per questo rubare lavoro a nessuno; perché fino a quando il "modello attuale" resiste NESSUNO copre i reali bisogni della gente.
Certamente non mister B, non il comico, forse neanche il fiorentino; é il popolo che deve cambiare i modelli....servono esempi concreti e sostenibili, questa é la PUBBLICA....vieni a trovarci siamo aperti anche nei giorni festivi.

Anonimo ha detto...

Non rispondiamo all'anonimo delle 18 29, preghiamo solo che rinsavisca. GRAZIE

Anonimo ha detto...

WARispondo all'anonimo del 04.05.2014 ore 12.32:PREGO....se vuoi capire come si formano dei veri volontari,fai un giro alla C.R.I. dopodiché avrai una risposta più sensata da darmi.Ci vogliono soccorritori che oltre ad avere la patacca sulla divisa,siano in grado a loro volta,di insegnare come Dio comanda e con una regola che dev'essere uguale per tutti,fare volontariato con 10 personaggi e avere 10 versioni diverse su come agire sui vari servizi,bhè,difficilmente si potrà "coltivare"un buon volontario,e trattandosi di lavoro molto serio,se bisogna farlo solo per tappare qualche ora della propria giornata,ripeto,meglio andare a radicchi.

antonio lavini ha detto...

AL RACCOGLITORE DI RADICCHI
Sono sicuro che coloro che prestano servizio in C.R.I. siano ben preparati e che a loro volta sanno preparare nuove risorse, NON PER QUESTO lei si puoi permettere di infamare/denigrare/insultare/dubitare di chi, A DETTA DI TUTTI MEDICI ED INFERMIERI DEL 118 PER PRIMI E PAZIENTI A SEGUIRE, svolge con professionalità ed attenta cortesia le proprie mansioni.
NON vorrei che Lei, SQUALLIDO DENIGRATORE, dimenticasse inoltre gli innumerevoli servizi sociali e trasporto infermi che la PUBBLICA DI SASSO soddisfa quotidianamente.
La lascio con il suo mal di pancia, alla raccolta dei suoi radicchi e la prego di NON farsi vedere dalle nostre parti, di zizzaniatori maldicenti NON ne abbiamo bisogno, NOI siamo gente onesta e rispettabilissima.
Orgoglioso di appartenere ad una associazione di ENORME SPESSORE sociale ed umano, con Lei chiudo e non risponderò più a repliche infami.

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 15.16 dello 03/05 non ha niente a che fare con il raccoglitore di radicchi

Anonimo ha detto...

Per chiudere questa antipatica e infruttifera polemica, voglio solo dare testimonianza del fatto che quando ho dovuto ricorrere al soccorso della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi, o per me o per qualche mio familiare, ho trovato grande disponibilità, tempestività, competenza e umanità e di ciò sono veramente grato. Capisco le difficoltà di chi è senza lavoro però va ricordato che questi volontari sono addetti solo a raggiungere tempestivamente feriti o malati per fornire un aiuto immediato e accompagnarli al vicino ospedale senza sostituirsi ai medici e proprio per questo difendono la permanenza in loco del presidio del 118 che ora è ai Cinque Cerri e in particolare dell'auto medica.
Cerchiamo piuttosto di far sentire tutti la nostra voce per sostenere la richiesta del mantenimento di tale servizio essenziale per salvare delle vite.
Francesco