lunedì 21 ottobre 2013

Glauco Solieri e Valerio Vecchietti, campioni bolognesi dell'automobilismo, ospiti del Panathlon ‘Valle del Reno’ a Sasso Marconi

Solieri, Vecchietti, Valentini e Becca
Di Glauco  Guidastri

Solieri e Becca
I piloti bolognesi Glauco Solieri e Valerio Vecchietti sono stato i protagonisti di un meeting conviviale organizzato giovedì scorso dal Panathlon Club ‘Valle del Reno’ al Ristorante ‘L'Oasi’ di Sasso Marconi per parlare di automobilismo. Intervistati da Mario Becca, giornalista e presidente del Panathlon ‘Valle del Reno’, i due piloti hanno parlato a ruota libera' - è il caso di dirlo - della situazione dell'automobilismo bolognese, della sicurezza sulle strade e, naturalmente, della loro carriera.

Glauco Solieri si è affacciato tardi sul palcoscenico delle ‘corse che contano’. Dopo gli esordi giovanili sul kart, le resistenze della famiglia prima e gli impegni di lavoro poi, lo hanno tenuto a lungo lontano dalle corse, ma passione e testardaggine lo hanno indirizzato, questa volta definitivamente, verso i motori. Solieri ha iniziato con i rally nel 1997, all'età di 33 anni, per poi dedicarsi al suo grande amore, la pista, partecipando al Campionato Challenge Ferrari e al Campionato Italiano Prototipi (laureandosi due volte campione nella categoria SR2). Nel 2005 il grande salto in Formula 3000, l'anticamera della Formula 1: due anni da protagonista, in cui è campione e vice-campione della classe Light. Infine, l'approdo al campionato nazionale Gran Turismo e al campionato GT Sprint International, in cui gareggia ancor oggi con risultati più che lusinghieri: la stagione 2013 si è conclusa pochi giorni fa e Glauco, con la sua Porsche, si è piazzato al 2° posto assoluto. Il sogno di salire sul gradino più alto del podio è sfumato proprio nell'ultima gara a Vallelunga, dove il pilota bolognese ha chiuso entrambe le gare al settimo posto.

Una carriera di tutto rispetto, quella di Glauco, che pure non è mai approdato alla grande ribalta della Formula 1, diversamente dall'amico Alessandro Zanardi. “Per arrivare al top ci vogliono soldi, l'occasione giusta e tanta fortuna”, ha spiegato il pilota cresciuto a Castel Maggiore. “Alex, a cui ho in qualche modo trasmesso la passione per le corse - sono stato io, infatti, a fargli provare per la prima volta un kart - era un predestinato: ha sempre cullato il sogno di diventare un campione e ha saputo cogliere le opportunità, mentre a me è mancata l'occasione. I miei genitori, infatti, sono sempre stati contrari alle corse, e ho dovuto coltivare di nascosto la mia passione per i motori: era sempre mio nonno ad accompagnarmi sulla pista di Rioveggio... Dicevano che andavo forte, ma quando mio padre scoprì che possedevo un kart, mi spedì a studiare in Germania, mandando in fumo i miei sogni”.

Glauco però è tornato con grandi motivazioni, e si è tolto la soddisfazione di battere nientemeno che Arturo Merzario (con la Ferrari a Monza nel campionato Gran Turismo). Come tutti i piloti ha corso qualche rischio (“ricordo una gara di Formula 3000 a SPA, in Belgio: due vetture furono coinvolte in un incidente fermandosi in mezzo alla pista poco prima che sopraggiungessi io: i commissari non fecero in tempo ad avvisarmi e riuscii ad evitarle per un soffio”), compensato però dalla passione, forte e autentica, per le corse e la velocità, (“fanno parte del mio DNA”).

Un'opinione condivisa da Valerio Vecchietti. Trascorsi giovanili da navigatore, Vecchietti ha coltivato a lungo la passione per la velocità sulle piste da sci, per poi scoprirsi pilota quasi per... caso, nel 2004, quando fu invitato a partecipare alla gara di solidarietà pro Telethon che si tiene ogni anno sul circuito di Adria. Al volante dimostrò di saperci fare, ed ebbe così iniziò una carriera di pilota che prosegue ancor oggi, parallelamente alla sua professione di bancario. Vecchietti ha partecipato al campionato internazionale Gran Turismo, vincendo anche il titolo europeo Turismo Endurance, e continua a partecipare a gare di durata e velocità, in Italia e all'estero. “I piloti sono persone un po' particolari, animate da una passione irrefrenabile; amare la velocità, però, non significa necessariamente essere spericolati o incoscienti”.

Durante la serata si è parlato anche del rapporto tra velocità e sicurezza sulle strade. A questo proposito Solieri, che è anche istruttore di guida sicura, ha ricordato l'importanza di spiegare ai diciottenni che si mettono per la prima volta al volante il corretto utilizzo di dispositivi di sicurezza come l'ABS o l'airbag. “Un neopatentato deve sì essere in grado di parcheggiare l'auto, ma deve anche conoscere la corretta postura da tenere al volante, così come i principi su cui si basa il funzionamento della gomme termiche o la possibilità di arrestare il veicolo in situazioni di emergenza attraverso un'azione combinata di sterzo, freno e frizione: questo aiuterebbe i ragazzi ad essere maggiormente 'padroni' del mezzo e probabilmente contribuirebbe a salvare qualche giovane vita in più”.





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