Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente, riferendosi all’inchiesta
interna sul caso delle liste d’attesa gonfiate al Maggiore presentato
dall’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti e dal direttore dell’Ausl di
Bologna Francesco Ripa di Meana, ha inviato:
Quando controllore e controllato coincidono con le
stesse persone, il giudizio non è mai imparziale. Non sono affatto stupito
infatti che Ausl e Regione non abbiano riscontrato alcuna anomalia, d’altronde
come sarebbe potuto essere diversamente trattandosi di una indagine interna.
Attendo quindi l’esito delle indagini commissionate dalla magistratura perché
della Regione che giudica se stessa non ci si può fidare..
Ostentare assoluta sicurezza sul fatto che non ci sia stata alcuna illegalità, tra l’altro affrettandosi nel tentare di scrollarsi di dosso l’immagine della sanità regionale dopo la bufera che l’ha travolta, mi pare prematuro. Le indagini della magistratura sono ancora in corso e solo una volta giunte a conclusione sapranno dirci con certezza se le accuse contenute nel dossier anonimo recapitato in Procura da un gruppo di tecnici radiologi siano fondate o meno. Tecnici accusati tra l’altro dallo stesso Lusenti di non averci messo la faccia. Perché l’assessore è così interessato a sapere chi ha denunciato la vicenda? Quali sono i veri fini? Scoprire chi ha fatto venire a galla le magagne o fare in modo che quando c’è di mezzo la salute dei cittadini si agisca nella più assoluta trasparenza e correttezza? In quale clima lavorativo avrebbero poi continuato a prestare la loro professionalità, ammesso che avrebbero potuto continuare a farlo? Per non parlare poi dei dati delle prenotazioni di Cup2000 non coincidenti con quelli in possesso della Regione, come affermato a mezzo stampa dallo stesso direttore generale di Cup2000 Mauro Moruzzi.
Caro assessore Lusenti, meglio aspettare prima di gridare ai quattro venti che la sanità bolognese è già fuori dal pantano.
Ostentare assoluta sicurezza sul fatto che non ci sia stata alcuna illegalità, tra l’altro affrettandosi nel tentare di scrollarsi di dosso l’immagine della sanità regionale dopo la bufera che l’ha travolta, mi pare prematuro. Le indagini della magistratura sono ancora in corso e solo una volta giunte a conclusione sapranno dirci con certezza se le accuse contenute nel dossier anonimo recapitato in Procura da un gruppo di tecnici radiologi siano fondate o meno. Tecnici accusati tra l’altro dallo stesso Lusenti di non averci messo la faccia. Perché l’assessore è così interessato a sapere chi ha denunciato la vicenda? Quali sono i veri fini? Scoprire chi ha fatto venire a galla le magagne o fare in modo che quando c’è di mezzo la salute dei cittadini si agisca nella più assoluta trasparenza e correttezza? In quale clima lavorativo avrebbero poi continuato a prestare la loro professionalità, ammesso che avrebbero potuto continuare a farlo? Per non parlare poi dei dati delle prenotazioni di Cup2000 non coincidenti con quelli in possesso della Regione, come affermato a mezzo stampa dallo stesso direttore generale di Cup2000 Mauro Moruzzi.
Caro assessore Lusenti, meglio aspettare prima di gridare ai quattro venti che la sanità bolognese è già fuori dal pantano.
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