Anche la moglie accusata per detenzione di armi e munizioni
La Procura di Bologna ha chiuso l'inchiesta sull'omicidio di Natalia Chinni ( nella foto) ,
insegnante in pensione di 72 anni, uccisa il 29 ottobre dai pallettoni sparati
da una fucile calibro 12, mentre stava riparando la recinzione della sua
proprietà di Santa Maria Villiana di Gaggio Montano.
Il pm Antonello Gustapane ha inviato
l'avviso di fine indagine al cugino, Fabio Ferrari, accusato di omicidio
aggravato da futili motivi di vicinato.
I due avevano infatti già litigato in
passato per questioni di confini e i loro rapporti erano da tempo deteriorati.
Gravemente ferita, Natalia sarebbe riuscita a
raggiungere la propria auto per prendere il cellulare, poi si è trascinata
verso casa e, dopo aver salito alcuni gradini è entrata, ma ha perso i sensi
prima di riuscire a chiedere aiuto. In serata era stata poi ritrovata senza
vita dal figlio.
Ferrari era stato indagato fin da subito per
omicidio aggravato dai futili motivi e dal 14 dicembre è sottoposto ai
domiciliari, con ordinanza del Gip. E' accusato anche di detenzione illegale di
armi, reato di cui risponde ora anche la moglie, Loredana Bicocchi, in
relazione al fucile, a diverse munizioni da caccia e a una pistola. Armi
detenute in violazione del divieto disposto dal prefetto di Bologna, nel
dicembre 2020. La moglie ne risponde, per il fucile, anche al fine di far
conseguire al marito l'impunità per l'omicidio. I due coniugi sono difesi dagli
avvocati Angelita Tocci e Franco Oliva.
Nel corso delle indagini è stata disposta dalla
Procura una consulenza psichiatrica che ha concluso per la piena imputabilità
di Ferrari.
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