di
Marco Leoni
SOCRATE :
sapere di
non sapere,
ironia
e maieutica
C’è
il passaggio dal discutere delle
cose della
natura al discutere delle cose umane.
Il
pensiero, la ricerca si sposta dall’ambito naturalistico a quello
dell’uomo
e il momento, il modo per discutere dell’uomo,
parlare
dell’uomo, indagare l’uomo è il dialogo.
Il
dialogo consta di tre momenti:
1°)
primo momento, momento
distruttivo, un momento di
critica
ed è il celebre
sapere di non sapere .
Secondo
Socrate il sapiente è colui che ammette la sua
ignoranza,
non colui che è ignorante ma non sa di esserlo,
non
colui che è ignorante e pensa di sapere, non colui che
è
ignorante e si vanta di ignoranza senza poi metterla in
discussione
, ma colui che, ammettendo di essere ignorante,
essendone
consapevole quindi sapendo di non sapere inizia
la
ricerca, e questo vale in tutti gli ambiti della vita.
Se
io so di non sapere la grammatica, la matematica, la
medicina
mi metterò a studiarla. Perciò prima di parlare
bisogna
ammettere l’ignoranza.
Cosa
che purtroppo oggi nel mondo dei social molto spesso
la
gente parla senza sapere quello che dice.
La
curiosità, la fame di
bellezza, i viaggi sono i motori della
ricerca
della conoscenza.
Purtroppo
oggi viviamo in un mondo omologato dove le città
si
rassomigliano tutte.
Nei
vari centri delle città ritroviamo spesso le stesse
architetture,
gli stessi negozi delle multinazionali, le banche,
le
assicurazioni, e questo rende il viaggiare sicuramente meno
interessante.
2°)
secondo momento: è
l’ironia che è una tecnica
oratoria,
secondo
Socrate, e consiste in un metodo per fare cadere
in
contraddizione colui col quale stai dialogando e così
sarà
facile dimostrare che su quella questione costui non
conosce
la verità.
E’
una tecnica importante nel dialogo per cui, una volta
caduto
in contraddizione, l’interlocutore perde credibilità
ma
soprattutto la perde, oltre che con gli altri, anche con
sé
stesso e dunque deve mettersi alla ricerca. Dunque
l’ironia
è una tecnica che distrugge le false conoscenze
e
costringe ad ammettere l’ignoranza sul tema.
Per
questa sua tecnica Socrate era anche abbastanza
odiato
fino a diventare quasi insopportabile.
3°)
Terzo momento, pilastro del dialogo socratico: è la
celeberrima
maieutica
ripresa dalla madre che faceva
la
levatrice e la utilizzava portando alla luce bambini.
Socrate
riporta questo concetto in filosofia.
Chi
è il filosofo, chi è l’insegnante? Colui che insegna non
deve
riversare dei contenuti nelle menti dei ragazzi, agli allievi
non
deve dire: “ la bellezza è..., la democrazia è..., la giustizia
è...,
la teoria fisica è...”, deve invece portare gli studenti a
giungere
alla verità. Cioè il filosofo è colui che aiuta lo
studente
a partorire la verità.
Bisogna
avere la capacità di autoeducarsi e l’insegnante è
colui
che aiuta l’allievo ad autoeducarsi, l’insegnante non
è
colui che ti dà il contenuto, ma è colui che dà gli strumenti
per
cercare il contenuto.
La
filosofia è uno strumento di autoeducazione.
Come potete facilmente intuire il pensiero degli
antichi
filosofi è sempre d’attualità.
1 commento:
Caro Marco,
anche questa lezione ci fornisce degli strumenti per una ricerca interiore al fine di capire, crescere e conoscere il modo migliore di vivere in armonia con la natura e formare dentro di noi una morale che ci fa capire cosa è bene e cosa è male e scegliere quello che è il modo migliore di agire.
Come scriveva Emanuel Kant: "Il cielo stellato sopra di me..... la legge morale dentro di me".
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