domenica 1 marzo 2020

FINESTRE SULLA FILOSOFIA

di Marco Leoni

 
     SOCRATE : sapere di non sapere,
                                                                ironia e maieutica



C’è il passaggio dal discutere delle cose della natura al discutere delle cose umane.
Il pensiero, la ricerca si sposta dall’ambito naturalistico a quello
dell’uomo e il momento, il modo per discutere dell’uomo,
parlare dell’uomo, indagare l’uomo è il dialogo.

Il dialogo consta di tre momenti:

1°) primo momento, momento distruttivo, un momento di
critica ed è il celebre sapere di non sapere .
Secondo Socrate il sapiente è colui che ammette la sua
ignoranza, non colui che è ignorante ma non sa di esserlo,
non colui che è ignorante e pensa di sapere, non colui che
è ignorante e si vanta di ignoranza senza poi metterla in
discussione , ma colui che, ammettendo di essere ignorante,
essendone consapevole quindi sapendo di non sapere inizia
la ricerca, e questo vale in tutti gli ambiti della vita.
Se io so di non sapere la grammatica, la matematica, la
medicina mi metterò a studiarla. Perciò prima di parlare
bisogna ammettere l’ignoranza.
Cosa che purtroppo oggi nel mondo dei social molto spesso
la gente parla senza sapere quello che dice.
La curiosità, la fame di bellezza, i viaggi sono i motori della
ricerca della conoscenza.
Purtroppo oggi viviamo in un mondo omologato dove le città
si rassomigliano tutte.
Nei vari centri delle città ritroviamo spesso le stesse
architetture, gli stessi negozi delle multinazionali, le banche,
le assicurazioni, e questo rende il viaggiare sicuramente meno
interessante.

2°) secondo momento: è l’ironia che è una tecnica oratoria,
secondo Socrate, e consiste in un metodo per fare cadere
in contraddizione colui col quale stai dialogando e così
sarà facile dimostrare che su quella questione costui non
conosce la verità.
E’ una tecnica importante nel dialogo per cui, una volta
caduto in contraddizione, l’interlocutore perde credibilità
ma soprattutto la perde, oltre che con gli altri, anche con
sé stesso e dunque deve mettersi alla ricerca. Dunque
l’ironia è una tecnica che distrugge le false conoscenze
e costringe ad ammettere l’ignoranza sul tema.
Per questa sua tecnica Socrate era anche abbastanza
odiato fino a diventare quasi insopportabile.

3°) Terzo momento, pilastro del dialogo socratico: è la
celeberrima maieutica ripresa dalla madre che faceva
la levatrice e la utilizzava portando alla luce bambini.
Socrate riporta questo concetto in filosofia.
Chi è il filosofo, chi è l’insegnante? Colui che insegna non
deve riversare dei contenuti nelle menti dei ragazzi, agli allievi
non deve dire: “ la bellezza è..., la democrazia è..., la giustizia
è..., la teoria fisica è...”, deve invece portare gli studenti a
giungere alla verità. Cioè il filosofo è colui che aiuta lo
studente a partorire la verità.
Bisogna avere la capacità di autoeducarsi e l’insegnante è
colui che aiuta l’allievo ad autoeducarsi, l’insegnante non
è colui che ti dà il contenuto, ma è colui che dà gli strumenti
per cercare il contenuto.

La filosofia è uno strumento di autoeducazione.


Come potete facilmente intuire il pensiero degli antichi
filosofi è sempre d’attualità.


1 commento:

  1. Caro Marco,
    anche questa lezione ci fornisce degli strumenti per una ricerca interiore al fine di capire, crescere e conoscere il modo migliore di vivere in armonia con la natura e formare dentro di noi una morale che ci fa capire cosa è bene e cosa è male e scegliere quello che è il modo migliore di agire.
    Come scriveva Emanuel Kant: "Il cielo stellato sopra di me..... la legge morale dentro di me".

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