martedì 6 ottobre 2015

Truffa dello specchietto retrovisore rotto: una denuncia e un arresto.


Dall'Archivio  dei Carabinieri di Bologna.

Sempre più attivi i 'truffatori dello specchietto' nel bolognese.


E’ di un arresto e una denuncia infatti l’ultimo risultato dei Carabinieri impegnati nella lotta alle truffe di strada, in particolare a quella comunemente conosciuta come la 'Truffa dello specchietto retrovisore rotto'. Si tratta di una tecnica semplice ed efficace, dove il truffatore entra in contatto con un automobilista accusandolo di avergli rotto lo specchietto retrovisore durante un sorpasso. A quel punto, la vittima ha due possibilità, avvisare subito le forze dell’ordine per accertare i fatti, oppure pagare l’impostore, disposto a 'chiudere un occhio' nei confronti della compagnia assicuratrice in cambio di un risarcimento immediato di alcune centinaia di euro. Purtroppo, la maggior parte delle volte le vittime, spesso anziani o soggetti maggiormente vulnerabili, scelgono la seconda soluzione perché, intimorite dall’atteggiamento arrogante dei truffatori, hanno paura di subire rappresaglie.
Questa volta però, due malviventi di Noto (SR) sono finiti nei guai con l’accusa di truffa aggravata grazie al coraggio di due automobilisti, un 66enne e una 34enne incinta, che hanno deciso di raccontare tutto ai Carabinieri. Un 25enne è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione Bologna San Ruffillo e un 23enne è stato denunciato dai Carabinieri della Stazione di Budrio.
L’arresto è stato eseguito sabato pomeriggio, dopo che un 66enne di Pianoro aveva denunciato ai Carabinieri di essere stato truffato in via Filippini a Bologna da un giovane automobilista che con la scusa del rimborso immediato per la rottura dello specchietto retrovisore, era riuscito a farsi consegnare 50 euro, dileguandosi subito dopo per le vie del capoluogo alla guida di una Fiat 500 che la vittima riusciva e segnarsi il numero di targa. Il 25enne, risultato intestatario dell’auto, nonché truffatore seriale gravato da un 'Avviso orale' della Questura di Torino, è stato identificato dal denunciante nel corso di un riconoscimento fotografico. A quel punto, i Carabinieri, essendo a conoscenza che in via del Legatore a Bologna vi erano parcheggiati alcuni camper in uso a soggetti, anche pregiudicati, tra cui esperti nel settore delle truffe, si sono recati sul posto per una verifica e dopo aver individuato la Fiat 500, parcheggiata nelle vicinanze, hanno bloccato il giovane malvivente con un “malloppo” di 695 euro in contanti. Il denaro rinvenuto, ritenuto provento di una precedente attività delittuosa, è stato posto sotto sequestro.
La denuncia, invece, è scattata ieri mattina nel corso di un’indagine che i Carabinieri di Budrio avevano avviato domenica sera, dopo che erano stati informati da una 34enne di Medicina che un giovane alla guida di una Fiat Grande Punto era riuscito a truffarla di 40 euro in via Edera a Budrio, con la stessa pretesa del rimborso immediato per la rottura dello specchietto retrovisore. La donna, spaventata dall’atteggiamento vessatorio del truffatore e temendo eventuali conseguenze per il bambino che porta in grembo, evitava qualsiasi discussione, pagava la somma e faceva allontanare il giovane automobilista, a cui prendeva il numero di targa. Anche in questo caso, il 23enne, intestatario dell’auto è un truffatore seriale gravato da numerosi precedenti di polizia.



Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma che giustizia abbiamo se non riusciamo a fermare nemmeno queste persone.
Se lo stato funzionasse come un'azienda con un sistema qualità, sarebbe obbligatorio cambiare le procedure per rimediare a questi insuccessi, sarebbe vietato mantenere le stesse procedure che hanno dimostrato di avere dei falli.
Se si vuole che uno stato funzioni non c'è nulla da inventare, è già tutto fatto, basta adottare un sistema qualità aziendale.