Carabinieri e pm di nuovo nella casa della tragedia
I
medici hanno fatto uscire dalla rianimazione e sciolto la prognosi
per la madre di Leon Asoli, il ragazzo di 19 anni accusato di avere
avvelenato lei e il suo compagno, giovedì scorso, nell'appartamento
a Ceretolo di Casalecchio di Reno (Bologna) dove la famiglia viveva.
Guarirà in 30 giorni dall'intossicazione e molto prima (forse già
la prossima settimana) potrà uscire dall'ospedale Maggiore e tornare
a casa.
La donna di 56 anni è sopravvissuta al
nitrito di sodio che ha ucciso il compagno, Loreno Grimandi, e che il
figlio avrebbe aggiunto a un piatto di penne al salmone preparato per
cena. I carabinieri della compagnia di Borgo Panigale e il Pm
Rossella Poggioli che coordina le indagini sono tornati nella casa di
Ceretolo per un nuovo sopralluogo. A quanto si apprende, sono stati
acquisiti altri effetti personali del ragazzo (fra cui un tablet e
alcuni quaderni), in cerca di elementi e tracce utili a ricostruire
lo scenario nei giorni precedenti la tragedia. Nella sua stanza i
carabinieri avevano già trovato una confezione di nitrito di sodio e
un'altra di una pianta tossica. Tra le altre cose, gli inquirenti
puntano a chiarire se ci sia stata premeditazione da parte del
ragazzo nel piano che avrebbe portato all'avvelenamento della mamma e
del patrigno.
Per il 19enne, il Gip ha
convalidato il fermo evidenziando anche le contraddizioni del suo
racconto e disponendo la custodia cautelare in carcere. Anche per il
suo stato, Leon resta per ora in un reparto di infermeria della
Dozza, dove può essere sorvegliato. L'avvocato Fulvio Toschi, che lo
difende, si è riservato di chiedere una perizia psichiatrica per il
suo assistito che seguiva già un percorso di cura con uno
specialista. (ANSA).
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