lunedì 11 aprile 2011

PIANO DI ABBATTIMENTO DELLE VOLPI: si pensi a dissuasori elettrici e sonori.




“Piuttosto che sollecitare in Provincia l'ennesimo piano di abbattimento delle volpi, dovremmo chiederci quanto costano alla collettività le due bocciature che i precedenti piani hanno subito per mano del Tribunale amministrativo regionale”. L’affermazione è del capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Andrea Defranceschi (nella foto), in merito alle richieste rivolte all'assessore alla Pianificazione faunistica della Provincia di Bologna, Gabriella Montera, dal consigliere Giancarlo Naldi (Pd).

“Premesso che non siamo affatto d'accordo con i piani di abbattimento degli animali, dall'inizio del nostro lavoro a viale Aldo Moro abbiamo presentato interrogazioni alla Giunta sul tema dei danni provocati alle coltivazioni dagli animali selvatici. Dimostrando”, precisa il consigliere regionale, “che sarebbe molto più economico per la collettività delimitare gli spazi coltivati con recinzioni elettriche a basso voltaggio e dissuasori sonori, piuttosto che pianificare l'uccisione di animali e risarcire economicamente i contadini con somme il più delle volte tardive ed insoddisfacenti”. É evidente, accusa Defranceschi, “che la lobby dei cacciatori sposti voti appetibili. Ma non è certo con l'abbattimento di volpi e lupi che si tutela la biodiversità dei nostri Appennini”.

Abbiamo chiesto il parere del vicedirettore della Cia (Confederazione italiana agricoltori) bolognese, Pietro Sabbioni (nella foto), il quale precisa: “Sul piano dei principi non si può che condividere: l’uccisione degli animali non piace a nessuno. In pratica, va ricordato che gli abbattimenti previsti dai piani di controllo corrispondono al numero di animali che eccedono dal limite che garantisce il giusto equilibrio fra la presenza faunistica selvatica e l’ambiente. Se si superano tali limiti a rimetterci sono gli allevatori le cui perdite finiscono per aggravare la loro, già abbastanza pressata, situazione economica”.

Più espliciti un gruppo di agricoltori che bocciano la tesi di Defranceschi senza appello. “I dissuasori sonori sono una grande ‘bufala’. Non è poi pensabile recintare tutti i terreni coltivati. Qualora poi lo si facesse, si è dimostrato da tempo che le recinzioni non garantiscono dalle razzie degli animali selvatici. I risarcimenti sono il più delle volte semplici ‘promesse’. Va ricordato poi che questi sono previsti per i soli agricoltori con partita Iva. Ci piacerebbe”, hanno concluso sarcastici, “ condizionare il reddito dei consiglieri, degli amministratori e degli operatori degli enti locali all’efficacia pratica della proposta Defranceschi. Siamo convinti che il problema ‘fauna selvatica in eccesso’ verrebbe risolto alla radice in pochi mesi”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma non si vergognano a presentare proposte così insensate?
Se il problema è l’eccesso della densità di una specie, non è certo con i dissuasori che se ne riduce il numero, la soluzione potrà non piacere, ma l’unica possibile sono gli abbattimenti.