lunedì 25 aprile 2011

Mille garofani rossi per i partigiani e 780 gocce bianche per le vittime di Monte Sole.












1000 garofani rossi sul cippo dedicato alla brigata Stella Rossa, sulla cima di Monte Sole, e un cesto di 780 ‘gocce’ di carta bianca sostenute da aste sottili a mo' di palloncino realizzate dai bambini della scuola media di Marzabotto, una per ogni vittima dell’eccidio del settembre del ’44, sono state le prove materiali che hanno voluto rimarcare la partecipazione dei comuni coinvolti nella strage nazista di Monte Sole. 216 delle 780 gocce riportavano un nastro bianco ed erano dedicate ai bambini morti nel ‘44.

Alla presenza di un pubblico sempre molto numeroso e accompagnato dalla banda di Monzuno diretta dal maestro Marchi e dal coroala del Reno diretta da Raoul Ostorero, l’incontro commemorativo è stato aperto da una funzione religiosa officiata da uno dei religiosi della ‘Piccola Famiglia dell’Annunziata’. Si sono poi succeduti sul parco gli interventi degli oratori, molti dei quali hanno toccato i temi attuali, al centro dell’attività del governo Berlusconi, come quelli relativi alla scuola pubblica, alla riforma della giustizia e della Costituzione. Non sono mancate le frecciate dirette al premier e i riferimenti alla situazione rivoluzionaria che si registra nei paesi del nord Africa . Valter Cardi, presidente del Comitato Onoranze Caduti di Marzabotto, dopo aver ricordato la recente dolorosa scomparsa del ‘portatore di pace’ Dante Cruicchi, fondatore del Comitato per le Onoranze delle Vittime di Monte Sole, ha indirizzato il suo intervento sulla ‘epopea partigiana e la generosità dei resistenti’ che seppero rischiare la vita per opporsi ad ogni sopruso e a ogni violenza. Ha poi detto riferendosi alla scuola: “E’ una azione intimidatoria quella di voler mettere sotto verifica l’imparzialità dei testi scolastici”. Ha poi continuato riferendosi sempre alle proposte del governo centrale: “Il ‘processo breve’ sarà utile ai poteri forti per sfuggire alla verifica dei magistrati. Modifiche degne dei sistemi totalitari”. Il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi ha ricordato come la ‘Costituzione’ sia la guida per la vita comunitaria. “Quello che siamo oggi è il frutto della tenacia dei nostri avi”, ha detto. “dobbiamo quindi fare sì che il sacrificio dei nostri nonni non sia stato vano”. Ha poi chiesto ‘rispetto per tutti’ quale elemento vero per valorizzare quei sacrifici. Ha infine sollecitato un applauso in ricordo di Dante Cruicchi e di Gianni Rossi vicecomandante della Brigata partigiana Stella Rossa, anch’egli recentemente scomparso.

E’ quindi stata la volta della astrofisica Margherita Hack, prima degli oratori ufficiali, che ha ricordato come quella del 25 aprile, giornata dedicata alla Liberazione, sia la prima delle tre date nelle quali è nata la nostra democrazia. Le altre sono il primo maggio, festa dei lavoratori e il 2 giugno, festa della Repubblica. “Date che oggi si tende a minimizzare”, ha detto. “Dobbiamo prepararci a una nuova Resistenza che si può fare anche con le schede elettorali. Non si può accettare la messa in discussione degli attuali equilibri dei poteri dello Stato, la diffamazione della scuola pubblica, la degressione del senso sociale e della solidarietà”. Ha poi affondato la lama su Berlusconi, colpevole, a suo dire, di guidare il paese verso una vergognosa deriva . Ha poi concluso con il triplice invito a resistere.

Ha terminato la fase commemorativa l’intervento del magistrato Giancarlo Caselli, il quale ha dato onore a chi l’ha preceduto dicendo scherzosamente. “Intervenire ora è come dare una tisana a chi ha bevuto dell’ottimo lambrusco”. Ha quindi avviato il suo discorso: “Conoscere il fascismo, le nefandezze di cui si è fatto protagonista è il miglior antidoto contro la sua ricomparsa, poiché,” ha sostenuto, “il fascismo non è morto ma lo si può riconoscere anche sotto diversi aspetti, come la richiesta di un governo forte”. Ha poi ricordato la ricerca storica che riporta come nel periodo fascista che va dal 1920 al ’25 siano state registrate circa 3000 morti di civili, 16.000 deferimenti ai tribunali speciali con 5000 condanne per un totale di 28.000 anni di carcere, 38 a morte delle quali 31 eseguite. 12.000 furono condannati al ‘confino’. “La Resistenza è stato il riscatto nazionale che ha creato le premesse alla consacrazione dei valori repubblicani”, e ha concluso ricordando che, seppure tutte le morti sul campo possono ritenersi uguali, va tenuto distinto chi è morto combattendo per una dittatura e chi per la libertà. La Festa a Monte Sole è poi proseguita per tutta la giornata con la visita ai percorsi partigiani e con una grande maratona musicale affidata a gruppi emergenti.

2 commenti:

Lorenzo Olmi ha detto...

25 aprile 1945 - 25 aprile 2011
Grazie di cuore agli eroi sudafricani, inglesi e statunitensi e agli alleati tutti!

Dante Franchi ha detto...

Vorrei credere che la scelta di ignorare nei ringraziamenti i giovani che per riconquistare la libertà avevano dato vita ad una Brigata Partigiana, costituita in primis da coraggiosi antifascisti locali, sia da attribuire ad una svista o ad un eccesso di sintesi.
Lo stesso dicasi di quanti, civili o sacerdoti hanno pagato con la vita la volontà di difendere dalla belva nazifascista una popolazione inerme.