A Marzabotto è franata Via San Martino la strada comunale che collega il centro montano dell’Appennino bolognese con il parco del Monte del Sole, un importante collegamento viario per il territorio.
Sulla questione interviene il Consigliere Regionale nonché Vice-Coordinatore Regionale Alberto Vecchi mettendo in evidenza l’incuria da parte delle Amministrazioni di centrosinistra che governano il territorio (dalla Regione alla Provincia ai Comuni), nella manutenzione ordinaria della strada, ma soprattutto nella mancanza di qualsiasi opera manutentiva del fiume Reno sottostante che ha prodotto una forte erosione con conseguente crollo del basamento stradale.
Già da tempo era stato notato e segnalato un restringimento del fiume Reno in sponda destra a monte dell’abitato di Marzabotto.
In questo naturale deposito sono nate piante spontanee, pioppi, salici; doveva essere eliminato o quantomeno ridotto, al fine di impedire che il fiume costretto in un alveo più piccolo in occasione delle piene andasse ad erodere la sponda sinistra con conseguenti danni alla soprastante strada.
L’intervento da realizzare – attacca il Consigliere Vecchi – era quello di eliminare le piante spontanee chiuse in alveo.
A questi giusti e necessari interventi si sono opposti i verdi e gli ambientalisti, che hanno convinto gli Enti preposti a non eliminare questo deposito di piante spontanee, in questo modo non è stato eseguito dal Servizio Tecnico di bacino della Regione Emilia Romagna il corretto inalvea mento del fiume Reno.
La conseguenza è stata purtroppo quella prevista e cioè l’acqua del fiume costretta in un alveo ridotto ha mantenuto elevata velocità e forza che si sono scaricate sulla sponda sx e la soprastante strada ha ceduto per circa
Nei giorni scorsi con un intervento provvidenziale tempestivo è stata ripristinata la viabilità con una strada bianca che dovrà poi essere eseguita a regola d’arte durante la prossima estate.
Il costo complessivo per mettere in sicurezza la strada alla fine sarà di 200 mila euro, ma – conclude sarcasticamente il Consigliere Vecchi- speriamo che gli enti preposti non continuino a farsi influenzare troppo dagli ambientalisti e soprattutto che venga eliminata la vegetazione che ha prodotto questo crollo, non vorremmo – chiude il Consigliere Pidiellino – che “crollassero” anche i danari dei contribuenti alla prima piena del fiume Reno.
2 commenti:
CONSIGLIERE VECCHI. BOCCIATO!
Leggendo il Suo comunicato sulla frana della Via S. Martino si rileva che il Consigliere Vecchi pare un po’ confuso su destra e sinistra anche quando si parla del fiume Reno.
Io non ho mai sprecato molto tempo ad analizzare la qualità delle sue competenze politico/amministrative ma se tanto mi da tanto………….
E allora gli facciamo dono di questo estratto da Wikipedia:
“Per individuare la destra e la sinistra orografica occorre volgersi con le spalle alla direzione dalla quale proviene il flusso dell'acqua (sorgente del fiume o alta valle. La destra orografica sarà allora la parte destra della valle o del territorio delimitato dal fiume. L'altra parte sarà naturalmente la sinistra orografica.”
Forse il Consigliere ha fatto un po’ di confusione ripensando una famosa canzone di Gaber.
Quella però non diceva “dov’è la destra, dov’è la sinistra”, ma bensì “cos’è la destra, cos’è la sinistra”……..
Comprendiamo che l'imminente campagna elettorale per le Regionali imponga al Consigliere di utilizzare ogni occasione per ricercare visibilità, ma…………..chiedere un po’ di competenza a chi si propone per governare le nostre Istituzioni è chiedere troppo?
Consigliere Vecchi, per orientarsi un po’ può cercare di capire se Il Parco di Monte Sole è in destra o in sinistra Reno!
Fatto?
Un esame di riparazione non si nega a nessuno, e allora ora risponda a questa domandina:
Considerando che la strada franata stava fra il Reno e il Parco, il fiume ha eroso la sponda destra o la sponda sinistra?
Cordialità.
Dante Franchi
p.s. Lei dispone di prove per sostenere che la scarsa manutenzione e l'eccessiva presenza di piante ed arbusti lungo le sponde del Fiume, scaturiscono da scelte ideologiche pseudoambientali?
Ecco della demagogia di lana caprina che omette capzionsamente la verità.
Ora, queste illazioni pressapochistiche ignorano quanto gli scienziati (in questo caso i geologi) ripetono come litanie da anni ad una massa di finti sordi.
Per contrastare il dissesto idrogeologico è necessario ridurre la cementificazione edilizia e l'infrastrutturalizzazione del territorio (ovviamente il contrario di quanto fatto dagli sviluppisti pidino-edilizi), consentire aree più ampie ai fiumi che in caso di piena se le riprendono quando vogliono e come voglioni, eliminare o ridurre drasticamente la cementizzazione dei fiumi (muri, fosse, contenimenti, argini etc) per rallentare la velocità di deflusso, aumentare aree golenali e la vegetazione ripariale e non solo.
Come presentato e divulgato del resto, alcuni anni fa, in un seminario di geologi proprio nella sala consiliare di Marzabotto.
Si arriva quindi alla questione spazio e gli spazi dei fiumi sono ridotti dall'aumento del consumo di spazio (per l'agricoltura, per l'edilizia) dovuto anche all'aumento demografico ed alla pressione antropica già insostenibile. etc.
Ora nel 2009 scrivere delle baggianate antiscientifiche del genere sarebbe ridicolo se non fosse la solita operazione di speculazione partitica per grulli e menti scadenti che ci credono.
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