lunedì 22 giugno 2009

Gli Etruschi di Marzabotto




Le nuove generazioni di Marzabotto rinsaldano la loro parentela diretta con gli abitanti della città etrusca di Kainua e, riscoperti gli abiti, le tradizioni e la religione dei loro avi, hanno rappresentato, all’ombra del porticato del Museo Pompeo Aria, una probabile giornata vissuta dagli abitanti di Kainua per la visita di un ricco e potente greco giunto nella valle del Reno dalla terra di Achille.

Alla cortesia dovuta all’ospite si è aggiunto l’orgoglio dei piccoli studenti di essere gli eredi legittimi degli abitanti di Marzabotto del sesto secolo avanti Cristo.

Coinvolte nella rappresentazione nonne e mamme che con consumata capacità hanno riprodotto gli abiti cerimoniali etruschi, con la sovrintendenza della direttrice del museo etrusco di Marzabotto Paola De Santis.

Durante l’anno scolastico hanno poi approfondito la tematica e organizzato la rappresentazione sotto la guida dei loro insegnanti, coordinati dalla professoressa Rita Filippi. L’impegno è stato tale che oggi, ha sottolineato la direttrice del museo alla presentazione del programma, in famiglia di molti dei ragazzi marzabottesi sono giunti termini etruschi riferiti a capi di vestiario o a piatti consumati nei ricchi banchetti degli abitanti di Kainua.

Vocaboli utilizzati ora con molta disinvoltura, come se da sempre facessero parte del parlare quotidiano. Alla rappresentazione in costume si è aggiunta una conferenza sugli orientamenti astronomici, sui culti urbani di fondazione e una visita ragionata alla forma urbana della città etrusca di Marzabotto con Antonio Gottarelli (Dipartimento di Archeologia dell’Università degli Studi di Bologna). Infine un corteo delle divinità etrusche.

La città etrusca di Marzabotto, di cui molta parte è ancora da scavare, vanta, unico caso al mondo, la pianta pressochè intatta dell’antico agglomerato urbano. La città fu infatti abbandonata e nessun altro insediamento vi si sovrappose, come invece è avvenuto in tutte le città antiche.

Questa singolarità consente uno studio preciso sulla tecnica e sulla dinamica di realizzazione degli insediamenti dei mitici e ora meno sconosciuti, abitanti dell’Italia che prepararono il terreno a Roma perché potesse crescere fino a divenire il centro di uno dei più potenti imperi dell’antichità.

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