sabato 31 luglio 2021

Veri amministratori dell’Appennino cercasi …


 Erika Seta e Morris Battistini ( nella foto)  di Forza Italia, inviano:

 

  

L’Appennino aspetta ancora il suo Messia. E’ seduto sulle spiagge del Mar Rosso in attesa di chi apra le acque e liberi il passaggio che porta alla ‘terra promessa’: una amministrazione libera dal peso del partitone e non più succube di Bologna, la quale vede la sua provincia come zona marginale, da sfruttare e da blandire con tante chiacchiere. 

 

Anche  negli ultimi tempi si sono moltiplicate le prove che la voce e l’interesse dell’Appennino sono da comprimere. Le prove:

  

Da un incontro recente con la direzione dell’AUSL è uscita la ‘novità’ che l’ospedale di Vergato, che da tempo denuncia il suo inaccettabile impoverimento, sarà arricchito di una nuova ambulanza.

Dimenticato, anche se promesso, tutto il resto necessario a riportare  la struttura a una capacità operativa che onori e giustifichi il titolo di ‘ospedale’ e non tradisca il tanto fatto dai numerosi donatori . 

I nostri amministratori, invece di denunciare l’ennesimo sfregio ai danni della montagna,  hanno salutato con gioia e esaltato l’arrivo del nuovo mezzo, fra l’altro dovuto poiché ripristina il ‘mal tolto’ e si son ben guardati dal ricordare che il credito di Vergato è altissimo. L’impressione è che si operi per dimenticare gli impegni dell’amministrazione centrale presi in passato.   

 

La Città Metropolitana ha approvato il nuovo piano territoriale  che chiude ogni iniziativa futura all’Appennino. Si ha l’impressione che tutto debba avvenire in pianura. 

A compenso di tale disparità è stata proposta l’istituzione di un fondo perequativo dove dovrà essere raccolta una percentuale degli oneri di urbanizzazione di tutti i comuni della Città Metropolitana per essere poi distribuiti  fra tutti gli enti in modo da compensare i comuni più piccoli, quindi sopratutto quelli montani per il loro mancato introito da oneri di  urbanizzazione. Subito qualcuno ha eccepito: ‘su questi fondi bisognerà poi fare approfondimenti’. In sostanza la divisione dei pani e dei pesci va rivista in modo diverso, non si dice come, ma certamente a questo punto è lecito temere che non vi sarà equità fra montagna e pianura. C’è stato chi dalla montagna ha detto che il piano territoriale avrebbe dovuto essere messo al voto quando anche questa ultima incertezza fosse definita, ma è stato subito snobbato e il piano è stato approvato con il silenzio degli amministratori dell’Appennino. 

Così la montagna sarà non solo ingessata, ma anche con molto probabilità impoverita.   

Molto bravi i nostri amministratori! 

Ultimo caso, quello del Ponte Leonardo da Vinci di Sasso Marconi, chiuso al traffico per la pericolosità che il deterioramento strutturale ha evidenziato. Le responsabilità della Città Metropolitana sono state rilevate da più parti anche perché l’ammaloramento della struttura era stato denunciato da anni dai componenti di un comitato sorto proprio per porre all’attenzione dell’ex Provincia la sua precarietà strutturale. Le denuncie sono state sempre ignorate e tale atteggiamento della Città Metropolitana ha consigliato l’opposizione di Sasso Marconi a proporre all’amministrazione comunale di attivare una class action con cui chiedere il risarcimento dei danni subiti dai tanti lavoratori pendolari che si trovano ora, per la chiusura del ponte, a sostenere tempi molto più lunghi per i trasferimenti e maggiori costi. L’amministrazione Comunale di Sasso Marconi, non solo ha rifiutato la proposta, ma il sindaco ha addirittura elogiato la Città Metropolitana per aver affrontato l’emergenza con grande ‘efficacia’.  

Come non trovare riconfermato il detto popolare  ‘cane non mangia cane’, ma intanto la montagna paga l’ennesimo scotto. 

 

Chissà quanto l’Appennino dovrà attendere ancora il suo Messia o i suoi Messia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Amministratori bravi ce ne sono, ah voja, amministratori dei loro affari.
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/zingaretti-uomo-previdente-vigilia-sua-elezione-278265.htm

Anonimo ha detto...

Una volta tanto (e forse per la prima volta!) mi vedo d'accordo con Battistini. Purtroppo non credo basti neppure una intera generazione di veri statisti per ribaltare le sorti del nostro appennino. La montagna (qui come altrove) è e sarà sempre destinata ad essere trattata come una periferia estrema.