E’ un impulso dato dal Sistema di Emergenza Regionale e dell’intera comunità bolognese.
L’Azienda USL di Bologna informa:
L’Azienda Usl di Bologna
celebra insieme alla città un importante traguardo: la nuova legge nazionale
sull’arresto cardiaco, frutto di un impulso proattivo di lunga data, mosso
anche dal Sistema di Emergenza regionale e supportato nelle diverse fasi
dall’intera comunità bolognese - istituzioni, associazioni e società civile.
Votata all'unanimità dal Parlamento Italiano, la legge tradurrà i diversi
interventi salvavita in un approccio di sistema con novità importanti nel
panorama italiano ed europeo: la diffusione in tutti i luoghi pubblici e sui
trasporti dei defibrillatori semi-automatici e il libero utilizzo, in caso di
necessità, grazie allo “scudo giuridico” a protezione del personale laico non formato;
l’utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione attraverso app telefoniche per
inviare soccorritori a iniziare la rianimazione cardiopolmonare e procedere
alla defibrillazione precoce; l'insegnamento obbligatorio nelle scuole italiane
dei principi di rianimazione cardiopolmonare.
Un territorio cardio-protetto è il risultato di una comunità responsabile in
cui ciascuno si prende cura di sé stesso come dell’altro, e che pertanto
presuppone un grande lavoro di squadra tra Aziende sanitarie e città di Bologna.
“Questa legge rappresenta per noi un importante traguardo - puntualizza
Giovanni Gordini, Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda USL di
Bologna. Il 118 di Bologna e il sistema di gestione delle emergenze sono nate
qui. Bologna, infatti, in questi anni è diventata un laboratorio a cielo aperto
in cui è costante e continua l’implementazione dei sistemi di emergenza
territoriali integrati con la rete ospedaliera.
Per questa città, la sensibilizzazione e la formazione dei laici, la risposta
di sistema territorio-ospedale sono oramai una realtà consolidata che ogni
giorno accompagna i pazienti in arresto cardiaco dal territorio, in
rianimazione, fino alla riabilitazione e al ritorno a casa”.
DAE RespondER è l’ultima delle innovazioni che contraddistingue la rete
solidale tra la Centrale Operativa 118 alla città di Bologna. Dal 2001,
infatti, il 118, attraverso il progetto Pronto Blu, è impegnato in prima linea
nella promozione della diffusione sempre più capillare dei defibrillatori in
luoghi molto frequentati e nella formazione diretta di soccorritori non
sanitari. Oltre 1.600 i soccorritori non sanitari addestrati e costantemente
aggiornati alle manovre di rianimazione con il defibrillatore attraverso una
rete di 13 centri di formazione, tutti autorizzati dall’Azienda Usl di Bologna
e coordinati nell’ambito dello stesso progetto Pronto Blu.
Nel 2019, inoltre, è stata ulteriormente rafforzata la collaborazione tra 118 e
Ufficio Scolastico Provinciale con nuovi corsi di informazione e formazione
rivolti ai docenti delle scuole primarie e secondarie di Bologna e provincia,
per un totale di 300 insegnanti oggi formati e certificati BLSD, per l'utilizzo
del defibrillatore semi-automatico.
“Il nuovo concetto di sistema – afferma Federico Semeraro, Anestesista
Rianimatore dell’Ospedale Maggiore e Presidente eletto European Resuscitation
Council - è l’esito delle tappe degli interventi di sanità pubblica in
Europa, in Italia e a Bologna. Dalla dichiarazione europea del 2012, che invita
tutti gli stati membri a implementare i sistemi di gestione dell'arresto
cardiaco, alla sensibilizzazione della popolazione, all'insegnamento nelle
scuole fino al ruolo della Centrale operativa 118 nel supporto al paziente,
alla creazione di aree intensive multidisciplinari esperte nei trattamenti
degli arresti cardiaci nell’ospedale. Un concetto tanto complesso quanto
fluido e dinamico quello di “sistema salvavita” su cui il DDL 1441 porta a
riflettere anche in virtù dei prossimi sviluppi che avranno un impatto sia sui
clinici che sulla società civile”.
“L’arresto cardiaco ed il problema della morte cardiaca improvvisa è per le sue
dimensioni un problema di salute pubblica in cui il fattore tempo è di vitale
importanza – sottolinea Gaetano Gargiulo, Direttore della Cardiochirurgia
pediatrica e dell’età evolutiva dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Bologna. Facilitare il soccorso tempestivo con norme che tutelano il
soccorritore, con una maggiore diffusione dei defibrillatori esterni ed una
campagna di educazione all’utilizzo di questi mezzi è fondamentale per salvare
la vita a molte persone. Non da ultimo, la creazione di una città
cardioprotetta rappresenta una sicurezza in più per tutti, in particolare per i
pazienti adulti e pediatrici portatori di una cardiopatia congenita”.
Sensibilizzare, formare, agire. Sono le tre parole chiave, nonché il leitmotiv
delle molteplici iniziative organizzate e promosse dall’associazione Piccoli
Grandi Cuori affinché la cittadinanza sia informata e le istituzioni stimolate
alla diffusione del tema della rianimazione cardiopolmonare e della
defibrillazione precoce. “Non manca la volontà dell’Associazione – dichiara
Paola Montanari, Presidente dell’Associazione - nel promuovere, ad ogni
occasione utile sul territorio, il tema delle cardiopatie congenite e la
prevenzione cardiovascolare. Conoscere le manovre salvavita è un atto
importante di cui ogni cittadino deve essere consapevole. Ognuno di noi è in
grado di fare la differenza, avendo la possibilità di salvare una vita, se opportunamente
formato”.
L’associazione Piccoli Grandi Cuori, come stakeholder attivo del progetto
“Bologna Città Cardioprotetta”, ha stipulato una Convenzione con il Comune di
Bologna, l’Ausl di Bologna e la Pubblica Assistenza città di Bologna.
L’Associazione ha finora donato 5 defibrillatori semi automatici arricchendo
gli strumenti salvavita nelle diverse zone della città che ne conta
complessivamente 911 di cui 22 in luoghi pubblici.
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