giovedì 19 aprile 2018

Violenza sessuale, fermato Tivadar il palpeggiatore seriale

L'aggressione domenica mattina nel centro storico di Bologna



C'è un fermo della squadra mobile per l'aggressione sessuale di una studentessa, ed è una conferma. L'assolitore è infatti Cesarin Tivadar, romeno, conosciuto anche come il 'palpeggiatore di Bologna'. Noto è anche il suo volto biondo, finito nel 2014 al centro di un identikit che spaventò per alcuni giorni una città intera e fece il giro del web, prima della cattura in Danimarca: accusato di violenti palpeggiamenti ai danni di donne in zona universitaria, alla fine si scusò e patteggiò due anni, con pena sospesa. E fu libero, fino a ieri sera. E' lui presunto responsabile della violenza sessuale avvenuta all'alba di domenica mattina, vittima una studentessa universitaria. La ragazza è stata seguita e aggredita verso le 6 in vicolo Santa Lucia, pieno centro storico, dentro dell'androne di casa. La giovane ad un certo punto è riuscita a divincolarsi e a fuggire nel proprio appartamento.
Cesarin Roberto Tivadar, 30 anni, difeso dall'avvocato Ercole Cavarretta, fu arrestato a fine gennaio 2014 con mandato d'arresto europeo e poi fu giudicato per due sole aggressioni sessuali di un paio di settimane prima, nonostante all'inizio gli accertamenti fossero su numerosi episodi di cui era sospettato. Bologna infatti in quei giorni visse un periodo di forte preoccupazione e allarme, con segnalazioni che si moltiplicavano e alcuni gruppi social che avevano preso a ironizzare sul biondino palpeggiatore (di cui era stato diffuso un disegno/identikit che alla fine si rivelò non essere poi così simile al vero) che risultava inafferrabile. La vicenda processuale si chiuse in pochi mesi, a luglio, dopo l'interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Valter Giovannini, in cui l'indagato aveva ammesso le proprie responsabilità per due episodi e chiesto scusa, alle vittime e alla città.


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