Con l'affermazione ' Porretta Terme non pervenuta', Marco propone la lettura di questo articolo pubblicato sul portale delle Regione Emilia Romagna.
La
Giunta regionale chiederà al ministero della Salute la deroga
per non sospendere l’attività di assistenza al parto in sei
punti nascita
della rete dell’Emilia-Romagna nei
quali si registrano meno di 500 parti l’anno:
tre in Appennino - Castelnovo
ne’ Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano
(Mo) -,
Scandiano (Re)
in pianura e
due nell’area del cratere colpita dal sisma del 2012, Mirandola
(Mo) e Cento (Fe).
La
decisione è stata presa nel corso della seduta di ieri pomeriggio
ed è stata illustrata oggi dall’assessore alle Politiche della
salute, Sergio
Venturi, in
commissione
consiliare Politiche per la salute e politiche sociali,
contestualmente alla presentazione della Relazione
fatta dalla
Commissione
regionale tecnico consultiva sul percorso nascita,
nella quale l’indicazione che viene data è quella di chiedere
la deroga per i due punti nascita del cratere e di sospendere il
servizio nelle altre quattro strutture, dove a giudizio della
Commissione tecnica non vi sarebbero le condizioni di
sicurezza necessarie visto il numero di parti largamente inferiore
ai 500 l’anno (limite fissato in sede nazionale).
Ridefinizione
dei bisogni assistenziali,
sicurezza
delle cure e
qualità
dell’assistenza sono
i criteri di
analisi della rete Percorso nascita regionale
utilizzati dalla Commissione tecnico consultiva. Rete che conta
attualmente 26
punti nascita attivi,
di cui 17 Spoke e 9 Hub, distribuiti sul territorio
dell’Emilia-Romagna. L’attenzione della Commissione si è
concentrata sull’attività degli Spoke, i centri periferici
rispetto ai grandi ospedali nelle città; al termine del lavoro
svolto, all’interno della Relazione, la Commissione propone di
chiedere al Comitato Percorso Nascita nazionale la concessione
della deroga alla chiusura per i soli punti nascita di Mirandola e
di Cento, nel cratere, purché siano rispettati i criteri
necessari. Alla fine del 2017, termine del periodo di
osservazione, la situazione sarà riesaminata alla luce dei
risultati conseguiti. La Commissione ha infatti considerato
l’impatto che il terremoto del maggio 2012 ha avuto - in
particolare - sui territori di Mirandola e di Cento dove, per
problemi strutturali e di sicurezza, le funzioni dei punti nascita
sono state sospese o limitate per alcuni mesi; territori dove
tuttora persistono effetti dell’evento sismico. In entrambi i
punti nascita il volume di attività, negli anni precedenti al
sisma, era superiore ai 500 parti l’anno.
- Il commento
- “Voglio innanzitutto ringraziare la Commissione tecnica per il grande lavoro svolto, una analisi della rete ‘Percorso nascita’ dell’Emilia-Romagna precisa e puntuale, di estrema utilità- sottolinea Venturi-. Non sottovalutiamo certo le conclusioni a cui è arrivata la Commissione, dal momento, lo ribadiamo, che la sicurezza delle future mamme e dei nascituri è per noi la priorità assoluta. Come Giunta abbiamo però deciso di percorrere tutte le strade possibili per evitare la sospensione delle attività di assistenza al parto nei sei punti nascita e per questo chiederemo la deroga al ministero. Qualora venisse concessa- prosegue l’assessore- doteremo i punti nascita del personale necessario a garantire gli standard di sicurezza richiesti, consapevoli, in quel caso, di non aver privato i territori, a partire da quelli di montagna, di servizi importanti per i cittadini e le comunità locali. In caso contrario- aggiunge l’assessore- prenderemo atto della decisione del ministero, ovviamente applicandola, altrettanto consapevoli di aver percorso tutte le strade possibili per evitare la sospensione del servizio di assistenza al parto, certi comunque che le strutture sanitarie di cui stiamo parlando, sulle quali stiamo investendo risorse per potenziare e innovare i servizi, saranno comunque in grado di assistere le partorienti e i loro bambini garantendo alti standard di qualità. Voglio infatti ricordare- chiude Venturi- che c'è un potenziamento dei servizi pre e post parto, con il registro delle gravidanze e l’assistenza attiva verso le donne”.
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