martedì 9 marzo 2010

Parte il trasferimento Kemet (ex Arcotronics)










Il trasferimento dell’ex Arcotronics, ora Kemet, a Borgonuovo nello stabilimento della ‘Grandi Lavori’ adattato alle esigenze delle lavorazioni Kemet si avvicina al compimento. Il consiglio comunale di Sasso Marconi ha approvato il Piano Urbanistico Attuativo relativo all’area ove ora insiste lo stabilimento e quindi lo scambio di proprietà è divenuto possibile. L’accordo che prevedeva lo spostamento della sede industriale a Borgonuovo contemplava l’acquisizione del nuovo stabilimento alla multinazionale in cambio dell’attuale sede che il comune ha reso residenziale. L’accordo impone poi alla multinazionale di assicurare un livello occupazione di circa 700 unità. Nel lotto Kemet verranno realizzate circa 300 unità immobiliari e una sala pubblica di 250 mq, 500 mq saranno destinati al commercio di vicinato. Il lotto avrà poi un parco pubblico al proprio interno di circa 25.000 mq al centro del quale è disegnato un anfiteatro che ha la duplice finalità di risolvere il dislivello fra la parte alta e quella bassa del lotto e di ospitare eventuali iniziative di carattere culturale. La proposta di riutilizzo residenziale del lotto Kemet non ha però avuto il consenso dell’intero corpo consiliare. Mentre è stata compatta e convinta l’approvazione del gruppo di maggioranza che ha trovato nella soluzione la salvaguardia dei posti di lavoro e la permanenza del sito produttivo a Sasso Marconi, il Pdl si è astenuto, non tanto sulle finalità dell’operazione che ha condiviso, ma perché ha trovato nella proposta architettonica diverse eccezioni, come la previsione di edifici alti nove piani. “Si mantenga pure le stessa capacità edificatoria, ma si costruiscano edifici più larghi e più bassi” hanno detto i consiglieri del PDL. Il gruppo di ‘Sasso Libera’ ha invece votato contro: “Il progetto giustifica esigenze politiche non di necessità” ha detto Marco Veronesi. “Non deve essere realizzato un progetto del genere senza la preventiva soluzione del nodo di Casalecchio. L’impatto sull’assetto viario risulterà insopportabile”. Possibilista la maggioranza dei cittadini di Sasso Marconi che giudica un sacrificio accettabile la concessione edificatoria per la permanenza del presidio industriale. “Avrei preferito conservare la sede dell’azienda nelle vicinanze”, commenta Sonia Ferrari dal negozio di Largo Cervetta spesso visitato da dipendenti Kemet. “Il rischio è quello di scivolare sempre più verso il paese dormitorio”. Simonetta Spineti alza il pollice verso l’alto, ma non nasconde perplessità: “Se salvaguardano posti di lavoro è condivisibile”. Silvia Raschi appoggia in pieno il piano: “Il progetto va bene perché ridisegna in modo migliorativo una parte importante del paese”. Approvazione condizionata da Dalila Sottani: “Sono d’accordo purchè riporti la normalità nel lavoro Kemet”. Appoggia il trasferimento Elio Battaglia: “Si allontana l’azienda che, anche se in modo poco impattante, era comunque inquinante”. Spera in un futuro migliore Aldina Serra: “Un mio amico lavora in quell’azienda e non se la passa bene. Speriamo in questa nuova collocazione”. Giancarlo Maini non si oppone: “I miglioramenti organizzativi debbono essere condivisi”. Infine l’ex sindaco Marilena Fabbri plaude: “Saranno salvaguardati 700 posti di lavoro e verrà garantita la permanenza nel comune di una grande realtà industriale”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il voto in Consiglio Comunale da parte della maggioranza non è certo stato unanime.
Il Consigliere del centro-sinistra Pietro Fortuzzi, motivando la sua scelta, ha votato contro la maggioranza ed è una decisione che a titolo personale io rispetto profondamente e non in riferimento al tema trattato. Io e il gruppo PdL-Lega Nord ci siamo infatti astenuti sulla votazione per vari motivi, non ultimo la salvaguardia del maggior numero possibile di posti di lavoro all'Arcotronics, cosa che ci ha visti molto impegnati, più fuori che dentro il Consiglio Comunale, facendo venire il Vice Ministro Urso direttamente a Sasso per vedere di risolvere la questione.
Ma questo non toglie che vi sia (e lo ribadisco) un profondo rispetto nei confronti della scelta di Pietro Fortuzzi che, in questa ed in altre occasioni, ha dimostrato di ragionare con la sua testa senza accondiscendere ai dettami del Partito "Democratico"(democratico molto fra virgolette), ma ragionando con serietà sul tema specifico e votando secondo la sua coscienza.
Mi auguro che in futuro vi siano altri casi di Consiglieri fedeli più alla propria opinione che a quella del partito.