mercoledì 10 marzo 2010

Salvato due volte


Un anno e mezzo fa, fu colto da un arresto cardiaco dopo aver salito le scale del primo piano del municipio di Sasso Marconi. Grazie al pronto intervento di Glauco Guidastri e di Giulia Bonafè, dipendenti comunali e volontari della Pubblica Assistenza di Sasso Marconi, che gli praticarono immediatamente sul posto un adeguato massaggio cardiaco, rimase in vita fino all’arrivo dei soccorritori . L’uomo ha avuto recentemente un secondo arresto cardiaco che ha superato grazie all’arrivo del 118 con l’auto medica e al trasporto in otto minuti all’ospedale Maggiore dove , oltre alle cure adeguate, è stato sottoposto ad un intervento per applicargli le moderne attrezzature capaci di riportare il cuore a una pulsazione controllata e orientata alla normalità. Il bi-graziato è Mauro Roffi di Sasso Marconi che non nasconde la gratitudine per i suoi salvatori e la riconoscenza verso chi ha saputo avviare una organizzazione tale da garantire un intervento adeguato anche in caso di necessità assoluta di pronto intervento. Fra questi Roffi mette in primo piano il dottor Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia del Maggiore (nella foto). Roffi testimonia quanto una preparazione sanitaria allargata ad un raggio il più ampio possibile sia importante. L’intervento dei due dipendenti comunali, che avevano una conoscenza adeguata per praticare un efficace messaggio cardiaco, è stato provvidenziale. L’arrivo poi dei soccorsi con una attrezzatura appropriata ha fatto il resto. “Se si arriva tardi il cervello non riparte”, ha commentato il medico. “Va poi aggiunto che il 118 è molto integrato con la cardiologia. La trasmissione dell’elettrocardiogramma viene fatta via telefono, così che è possibile inviare il paziente non all’ospedale più vicino, ma al più attrezzato per la patologia riscontrata. Questo rende l’intervento di soccorso il più efficace possibile. Bologna ha una ottima organizzazione che le invidiano in tutta Italia”, precisa il dottore che spiega poi la ricaduta di Mauro in questo modo. “La ferita cicatrizzata del cuore generata da un primo infarto genera circuiti elettrici anomali che possono causare aritmie anche gravi al punto di arrivare all’arresto cardiaco. Quando si presenta un caso come questo cerchiamo allora di addestrare i famigliari”.

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