mercoledì 17 dicembre 2025

A Marzabotto la mostra “Shooting in Sarajevo”

 Fotografie di Luigi Ottani. Un progetto di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani



È stata inaugurata ieri, martedì 16 dicembre, presso il municipio di Marzabotto, la mostra fotografica Shooting in Sarajevo di Luigi Ottani, a cura di Roberta Biagiarelli. L’esposizione è realizzata con il sostegno del Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, del Comune di Marzabotto, dell’Associazione familiari vittime degli eccidi nazifascisti di Marzabotto e dell’ANPI di Marzabotto.

In occasione dell’inaugurazione si è svolta anche la presentazione del volume Shooting in Sarajevo (Bottega Errante Edizioni, 2020), firmato da Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani, alla presenza della sindaca Valentina Cuppi e di Valter Cardi, presidente del Comitato per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto.

La mostra, composta da immagini tratte dal libro, propone un progetto che intreccia gli scatti originali di Ottani, rielaborati in formato vintage Polaroid e volutamente invecchiati per evocare l’idea di un reperto di guerra. Le fotografie sono accompagnate da testi inediti curati da Roberta Biagiarelli e da contributi di alcune tra le voci più autorevoli, in Italia e a livello internazionale, sul conflitto in Bosnia ed Erzegovina.

Attraverso immagini e parole, Shooting in Sarajevo ricostruisce uno degli eventi più drammatici della fine del Novecento europeo: l’assedio di Sarajevo, iniziato il 5 aprile 1992 e concluso il 29 febbraio 1996, il più lungo della storia europea recente. In 1.425 giorni di isolamento la città contò migliaia di morti e centinaia di migliaia di feriti e profughi. Molte vittime furono colpite dai cecchini che dominavano la città dall’alto. Proprio da quelle postazioni Luigi Ottani ha scelto di fotografare la Sarajevo di oggi, ritraendo cittadini e cittadine mentre attraversano, ignari, le strade della loro città, assumendo un punto di vista fortemente evocativo.

La mostra resterà visitabile fino al 31 marzo 2026. Al termine dell’esposizione le fotografie saranno donate alle scuole del territorio, che durante il periodo di apertura svolgeranno attività didattiche dedicate ai temi dell’assedio, dell’educazione alla pace e alla cittadinanza, anche attraverso visite guidate e incontri con gli autori.

«Sarajevo, vista dalle montagne che la circondano, appare come sul palmo di una mano, in tutta la sua bellezza e vulnerabilità», spiega Roberta Biagiarelli. «Da lì si comprende quanto sia stato facile uccidere. Le fotografie di Luigi, incorniciate nel formato vintage Polaroid e segnate dal mirino accanto al soggetto, restituiscono l’attimo sospeso tra la vita e la morte. Visitando le postazioni dei cecchini insieme ai sopravvissuti all’assedio, è emersa con forza la consapevolezza di quanto ciascuno fosse stato, a sua insaputa, un bersaglio».




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto doveroso per l'accaduto in quegli anni, il comune di Marzabotto come sempre fa qualcosa solo ricordando eventi luttuosi o legati all'eccidio. Non fa mai nulla per il presente e tantomeno per il futuro. Poi si interrogano sul fatto che a Marzabotto non decolla nulla .

Anonimo ha detto...

Ottima osservazione!

Anonimo ha detto...

Concordo con Lei