La Manz Italy di Sasso Marconi ha cessato
improvvisamente l’attività e ha chiuso lo stabilimento. La notizia è stata
comunicata dal sindaco Roberto Parmeggiani in apertura del Consiglio comunale
di martedì scorso. La chiusura repentina mette in seria difficoltà i 25
dipendenti, che hanno perso il posto di lavoro e che dovranno attendere alcuni
mesi per il completamento delle procedure necessarie all’ottenimento dei
sussidi.
Per garantire un sostegno immediato, le istituzioni
locali e le parti sociali hanno fatto ricorso alla solidarietà di categoria,
avviando una ricognizione all’interno del tessuto artigianale e industriale
dell’area, con l’obiettivo di individuare eventuali fabbisogni occupazionali
ancora scoperti e favorire una rapida ricollocazione dei lavoratori.
La chiusura è arrivata come un
fulmine a ciel sereno. Era infatti in corso una trattativa avanzata per la
cessione del polo produttivo a un imprenditore interessato al subentro.
Tuttavia, all’ultimo momento, l’acquirente ha annunciato il ritiro
dell’offerta, facendo naufragare l’operazione e aprendo la crisi occupazionale.
Manz Italy è parte di un gruppo
industriale tedesco che ha attraversato gravi difficoltà finanziarie. In questo
contesto, la casa madre ha ceduto un ramo d’azienda di cui faceva parte anche
lo stabilimento di Sasso Marconi. Il default del gruppo, avvenuto a fine 2024,
ha avuto ripercussioni dirette anche sulla società italiana, culminate, a
distanza di circa un anno, nella decisione di chiudere.
«La decisione improvvisa e inattesa
di ritirare all’ultimo momento l’offerta di acquisto per Manz ci costringe a
confrontarci con una situazione di grande difficoltà, da affrontare con l’unico
obiettivo della rapida e piena rioccupazione delle 25 persone coinvolte», ha
dichiarato l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, al termine dell’assemblea
svoltasi in municipio a Sasso Marconi. «Le premesse erano state ben diverse e
questa conclusione non fa onore a chi si era fatto carico dell’offerta,
vanificando l’intera operazione all’ultimo metro».
Le organizzazioni sindacali hanno
chiesto il supporto delle istituzioni e di tutti i soggetti coinvolti nel
tavolo di crisi, sollecitando l’attivazione di ogni strumento utile a garantire
la massima tutela per lavoratrici e lavoratori, anche attraverso contatti con
altre realtà produttive del territorio.
«Verificheremo
in brevissimo tempo tutte le strade possibili – ha assicurato Paglia – dalle
politiche attive e dai percorsi formativi della Regione, fino alle strutture di
supporto alla ricollocazione della Città metropolitana, in un dialogo costante
con le parti sociali e il sistema imprenditoriale locale. Il messaggio è
chiaro: nessuno deve essere lasciato solo».
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