E’ uscita una lettera aperto dello storico Renzo Zagnoni che riporta una analisi molto lucida e tagliente della situazione in cui verza dell’Appennino tra Pistoia e Bologna che fu un tempo uno dei territori più importanti per la viabilità e i commerci e che ora conosce un periodi di buio e negligenza amministrativa.
La lettera è uscita
anche su Reno News commentata dal giornalista Mario Becca
Porrettana – Express
Scrive Zagnoni:
Porretta Terme – Pistoia, 11 febbraio 2022
Ho studiato in ripetute occasioni il traffico transappenninico
nel Medioevo attraverso la strada Francesca della Sambuca, che percorreva
sostanzialmente l’itinerario della Porrettana fra Porretta e Pistoia, e devo
concludere, usando un’espressione un po’ iperbolica, che forse nel secolo XIII
ci voleva meno tempo per attraversare il crinale appenninico.
Anche questa mattina sono andato a Pistoia, sono tornato e ho
trovato una situazione sempre più catastrofica: oramai Porretta e Pistoia, che
hanno avuto da secoli continui e strettissimi rapporti e intensissime
comunicazioni, sono separate da un diaframma quasi invalicabile: tre semafori
sulla strada Porrettana e la ferrovia interrotta.
La frana di Pavana
Partendo da Porretta il primo semaforo è a Pavana, dove, dopo l’interruzione di tre anni (tre anni!!!) causata dall’immane frana, il semaforo è stato semplicemente spostato un centinaio di metri. In questo cantiere, di solito, non c’è nessuno al lavoro: oggi pomeriggio ad esempio c’erano due operai che con due pale spostavano un piccolo mucchio di ghiaia: i potenti mezzi dell’ANAS.
Poi si arriva al semaforo di Taviano, per fortuna più veloce e
per fortuna in procinto, speriamo, di essere eliminato, visto che il ponte di
collegamento con la piazza del comune è sostanzialmente terminato. Ma anche in
questo caso temiamo si vada avanti ancora a lungo, visti i tempi dei collaudi e
delle relative autorizzazioni.
Terzo semaforo quello del traforo: in questo caso nessuno mette
in dubbio la fondamentale importanza di questa manutenzione, che, dopo anni di totale
incuria, si è deciso finalmente di realizzare. Ma anche qui i lavori non si può
certo dire che procedano alacremente, anche qui qualche volta si vede un raro
mezzo meccanico e anche qui più spesso non c’è nessuno al lavoro. Oggi
pomeriggio nessuno e 10 minuti di attesa. I lavori poi non sono organizzati su
più turni giornalieri, ma su mattina e pomeriggio, con pausa pranzo e sabato e
domenica interruzione completa: alla faccia del propagandato ed esaltatissimo
“sistema Genova”, che ha permesso di realizzare il ponte ex Morandi in poco più
di un anno. Ma lì si lavorava giorno e notte.
Ma passiamo alla ferrovia: mesi di interruzione e, si dice,
forse riapertura in giugno. Motivo un masso caduto sui binari nella zona della
galleria della Madonna del Ponte a Porretta. Motivazioni di questo lunghissimo
lasso di tempo sembra siano legate alla messa in sicurezza delle pendici, che
durerà sicuramente più a lungo, perché anche qui non si vede nessuno, né uomini
né mezzi, al lavoro.
Pure sui servizi sostitutivi c’è molto da recriminare, poiché anziché pensare a treni che partano e arrivino alla Venturina, con un servizio di autobus di 3 chilometri fra la Venturina e Porretta che avrebbe implicato un costo bassissimo, si è pensato ad un sistema molto complesso: alcune corse sono sostituite da autobus diretti fra Porretta e Pistoia ed altre arrivano e partono da Pracchia dove in questi casi si trova il treno.
Per di più a Porretta non si trova nessuna indicazione sul luogo
della fermata dell’autobus: la settima scorsa ho rischiato di perdere la corsa
delle 7,15 per Pistoia, perché il sito delle ferrovia metteva le partenze dal
piazzale degli alpini, mentre la corriera è partita dalla piazza della stazione
intitolata a J.L. Protche, l’ingegnere progettista della linea, che credo
si rivolti regolarmente nella sua tomba alla Certosa di Bologna a vedere la sua
splendida opera ridotta in questo modo.
Il ponte “Leonardo da Vinci” di Sasso Marconi
Questa, a dir poco catastrofica, situazione per la strada Porrettana è aggravata dall’interruzione, per i secoli dei secoli, del ponte di Sasso Marconi, che rende sempre meno raggiungibile la montagna da Bologna e per il cui recupero corre voce che si sia deciso di conservare il grande arco e ricostruire il resto; ma anche qui i secoli dei secoli.
AGGIUNTA DEL 12 FEBBRAIO: oggi RAI due alle ore 14 ha trasmesso
un lungo servizio sulla montagna pistoiese (e in parte bolognese) parlando
quasi esclusivamente del Porrettana Express, il treno turistico
Pistoia-Pracchia-Porretta, descrivendo le bellezze delle montagna, i luoghi che
si possono visitare ecc. ecc. Peccato che se qualcuno vorrà provare l’emozione
di questo viaggio, le agenzie, gli uffici informazioni e gli uffici turistici
dei comuni dovranno dire che non si può fare perché la ferrovia è interrotta.
Di fronte a tutto ciò sento un silenzio assordante: non sento di
proteste né da parte di associazioni, né da parte dei sindaci di Porretta, di
Sambuca o di Pistoia, né dagli altri della montagna pistoiese e bolognese.
Cordiali saluti e buon viaggio
Renzo Zagnoni
3 commenti:
Le proteste ci sono state e anche molteplici, peccato che sono tutte inascoltate, nelle stanze dove si prendono le decisioni della montagna non interessa a nessuno, per loro è solo una bega, salvo poi ricordarsi di essa all'alba di ogni elezione, che siano comunali, regionali o nazionali, lo spopolamento che ne è derivato e ne deriverà è figlio delle scelte politiche, che purtroppo penso che non cambieranno mai qualsiasi forza politica sia designata a prenderle.
La pigra inefficienza degli scaldaseggiole.
La patetica inefficienza delle istituzioni.
E tutti a votare questi buffoni.
E chi dobbiamo votare se tu non ti candidi?
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