Le qualità nutrizionali del pomodoro, i numeri del mercato in Italia e i racconti storici sull’arrivo del pomodoro in Europa durante il Cinquecento sono stati gli argomenti trattati nel terzo incontro de “I Mercoledì dell’Archiginnasio. L’Odissea del cibo dal campo alla tavola”. Durante la conferenza è stato presentato anche l’innovativo sistema di produzione industriale che vede il pomodoro coltivato con i più recenti metodi della agricoltura di precisione.
Riceviamo:
Si è svolto in modalità online
mercoledì 16 giugno, il terzo incontro del ciclo 2021 de “I Mercoledì
dell’Archiginnasio. L’Odissea del cibo dal campo alla tavola” dedicato al
pomodoro. I relatori dell’incontro sono stati il Dott.
Gianluca Vertuani, Presidente di Confagricoltura Ferrara, la Prof.ssa Cecilia
Prata, Docente di Biochimica Applicata e Biochimica della Nutrizione Università
di Bologna, il Dott. Giovanni Ballarini, Delegato Bologna dei Bentivoglio
A.I.C. e Simone Gatto, Imprenditore agricolo. Il ciclo di conferenze “I Mercoledì dell’Archiginnasio. L’Odissea del
cibo dal campo alla tavola”, che si tengono una volta al mese da aprile a
novembre al link
https://meet.jit.si/MERCOLEDIARCHIGINNASIO, vede insieme Accademia Nazionale di
Agricoltura, Delegazioni bolognesi dell’Accademia Italiana della Cucina
e Società Medica Chirurgica di Bologna per divulgare la buona comunicazione in
campo alimentare favorendo la conoscenza al pubblico delle fasi di produzione,
qualità salutistiche e storia in cucina delle eccellenze agroalimentari
italiane. Di seguito quanto emerso durante l’incontro.
I numeri della
produzione di pomodoro
“Attualmente il pomodoro, insieme alla patata, è la specie orticola più
coltivata al mondo con circa 4,6 milioni di ettari – ha esordito il Dott. Gianluca Vertuani - e Cina, Turchia, Stati Uniti hanno da tempo
acquisito il primato nella produzione a scapito di Spagna e Italia. Nel nord
Italia si coltivano circa 39.000 ettari di pomodoro e 100 milioni di tonnellate
trovano destinazione nella produzione industriale (passati, concentrati,
polveri, polpa, succhi, ecc...). Dal punto di vista climatico servono
temperature fra i 22-26 gradi di giorno e 13-14 di notte; sopra i 35 gradi il
pomodoro tende a bloccarsi. La coltura del pomodoro si presenta alquanto
complessa nella gestione fitosanitaria per le numerose e variabili avversità
parassitarie che la interessano e molti sono i fattori che hanno appesantito la
pressione parassitaria e verso i quali sono diminuiti in maniera drastica i
mezzi di difesa. L’ultimo rapporto ISTAT (2016) evidenzia come ben il 70,3%
delle miscele di prodotti usati rientra nella categoria dei prodotti «non
classificabili», quindi con minor rischio, i prodotti classificati come
«nocivi» sono il 25,7%, ammessi e regolarmente classificati, mentre solo il 4%
come «molto tossici», comunque ammessi e regolamentati”.
I benefici salutistici
“Il pomodoro è un
frutto della terra coltivato e consumato in tutto il mondo. E’ caratterizzato
da un basso potere calorico e da un basso indice glicemico – ha continuato la Prof.ssa Cecilia Prata
- , ciononostante è ricco di importanti nutrienti e nutraceutici, alcuni dei
quali hanno dimostrato esercitare attività preventiva nei confronti di
patologie cronico degenerative. In particolare, la molecola bioattiva tipica
del pomodoro è il licopene, che a differenza delle vitamine aumenta la propria
biodisponibilità in seguito a cottura.”
Dai Maya alla salsa di
pomodoro
“Originario del Sud
America furono i Maja i primi ad iniziare la coltivazione, seguiti dagli
Aztechi che la produssero nelle regioni del Sud del Messico. Il pomodoro giunse
in Europa nel 1540 grazie a Cortès e in Italia fece la sua comparsa nel 1596
inizialmente come pianta ornamentale e poi da coltivazione, ma solo alla fine
del ‘700 prese grande impulso la sua
coltivazione in Francia e nell’Italia meridionale anche per effetto
delle carestie esistenti. Per trovare la prima codificazione dell’utilizzo del
sugo di pomodoro – ha sottolineato il
Dott. Giorgio Palmeri - si deve far
riferimento a Ippolito Cavalcanti, ritenuto il padre della gastronomia
napoletana il quale, nell’opera “Cucina
teorica pratica” edita nel 1839, indicava dettagliatamente la
preparazione dei “Vermicelli incaciati
al sugo di pomodoro” facendo così nascere ufficialmente la “salsa”. Basti pensare all’impiego
della salsa di pomodoro nella preparazione dei sughi a base di carne come il
ragù, sia quello divenuto il più famoso “alla
bolognese”, e nondimeno quello “alla
napoletana” e “alla pugliese”, senza
considerare l’utilizzo della salsa impiegata nel piatto simbolo della
italianità: la pizza. Giova segnalare che l’utilizzo del pomodoro fu altresì
incentivato dalle tecniche di conservazione che nel 1762 vennero definite in
seguito agli studi di Lazzaro Spallanzani, che per primo notò come gli estratti
di pomodoro fatti bollire e posti in contenitori ermeticamente chiusi non si
alterassero, e fu poi nel XX secolo che lo sviluppo della produzione
industriale per la trasformazione dei prodotti agricoli consentì una vasta
diffusione in tutto il territorio nazionale”.
Il pomodoro controllato
dal drone e coltivato dai software
“Le nuove tecnologie per
l’agricoltura di precisone permettono la coltivazione del pomodoro da industria
migliorando le produzioni dal punto di vista quantitativo e qualitativo,
aumentando l’efficienza di fertilizzanti, fitofarmaci, acqua, e consentendo la
massima rintracciabilità di tutte le fasi operative per una maggior
sostenibilità ambientale. Nella nostra azienda – ha concluso Simone Gatto - si utilizzano tecnologie a dosaggio variabile
degli input produttivi per le operazioni colturali (semina, concimazione,
trattamenti fitosanitari) e lo studio della variabilità presente nei nostri
appezzamenti avviene mediante software per l’analisi dei dati raccolti, delle
mappe dei suoli, della produzione e l’elaborazione delle mappe di prescrizione
della dose variabile. Un software gestionale permette la rintracciabilità di
tutte le operazioni colturali di precisione eseguite con un alta accuratezza
dei dati fornendoci così la possibilità di avere modelli previsionali per le
malattie e di guida alle concimazioni per quanto riguarda il mais, il grano e
il pomodoro. Inoltre possediamo una ventina di centraline meteo e sonde per la
raccolta dei dati atmosferici e pedoclimatici in particolare per conoscere le
condizioni di umidità e gli stress idrici degli appezzamenti in tempo reale.
Per un costante monitoraggio del ciclo vegetativo del pomodoro, infine,
l’azienda utilizza diversi sistemi satellitari e due droni di proprietà che
monitorano lo stato nutrizionale e idrico della coltura”.
Lorenzo Bonazzi
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