Gli
artisti aprono i loro studi e si mostrano lì dove nasce la loro
arte, grazie al lavoro di ricerca e selezione di Sandro Malossini che
in collaborazione con il Comune di Monzuno ha deciso di condividerlo
tramite i social network.
di
Carmine Caputo
Fabio Torre |
Continuano
le iniziative messe in campo dal Comune di Monzuno per garantire
l’offerta culturale per i cittadini, anche nell’impossibilità di
frequentare mostre o convegni: l’ultima
idea è quella della rassegna “Lo studio dell’artista e e
l'atelier du peintre” a
cura di Sandro Malossini.
Lidia Bagnoli |
Sulla
pagina Facebook delle biblioteche del Comune di Monzuno saranno
ospitate fotografie che raccontano appunto gli spazi entro cui alcuni
artisti locali producono le loro opere. Si tratta del risultato di un
lavoro di ricerca e selezione tra il materiale fotografico realizzato
negli ultimi anni nelle visite agli studi di artisti locali. Per
ognuno sono state selezionate quattro immagini che andranno ad
accompagnare un breve testo sull'artista e una dichiarazione degli
stessi artisti sull'attuale momento e di come lo vivono in rapporto
al loro lavoro e al loro studio.
Alfonso Frasnedi |
Il
curatore Malossini spiega che «L'opera
riassume il pensiero che ci avvolge in questi tempi: la morte e la
rinascita. Lo studio dell'artista è per antonomasia il luogo della
nascita, della creazione, lì tutto accade, prende forma e diventa
arte, diventa speranza, illusione, sogno, rifugio. Fuori c'è il
silenzio, la paura, il dubbio, la lontananza».
L’elenco
degli artisti coinvolti è molto ricco: Marco Ara, Adriano
Avanzolini, Lidia Bagnoli, Maurizio Bottarelli, Aurelio Bulzatti,
Mirta Carroli, Walter Cascio, Angelo Celeste, Paolo Conti, Bruno De
Angelis, Daniele Degli Angeli, Francesco Finotti, Alfonso Frasnedi,
Aldo Galgano, Anna Girolomini, Vittorio Guarnieri, Tatsunori Kano,
Nanni Menetti, Sergio Monari, Maurizio Osti, Gian Paolo Roffi,
Leonardo Santoli, Stefano Teglia, Fabio Torre, Vincenzo Satta,
Giorgio Zucchini.
Angelo Celeste |
Malossini
commenta inoltre che l'immagine di un celebre quadro, “L'atelier du
peintre” di Gustave Courbet, ha ispirato
il
titolo
di questo
spazio quotidiano. Nel quadro in questione vengono rappresentati
l'artista che si ritrae accanto ad una donna nuda, simbolo dello
svelamento della verità, e un bambino che guarda il quadro con
semplice stupore. C’è poi a destra la gente che vive della vita e
a sinistra la gente che vive della morte. Il tramonto della vita e la
rinascita, la speranza nello sguardo innocente di un bambino che sa
meravigliarsi per quello che vede: secondo Courbet la verità è
semplice e innocente, oltre che nuda.
Leonardo Santoli |
Ermanno
Pavesi,
Assessore alla cultura, aggiunge: «Siamo
entrati in casa loro, nella grande Casa dell'Arte (futurista) come
avrebbe potuto dichiarare Depero, e abbiamo guardato, curiosato,
cercato con gli occhi le opere, le tele rivolte a parete, i colori
ancora morbidi sulle tavolozze, le carte sparse, i pennelli, il mondo
di ogni artista».
Tatsunori Kano |
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