I
Carabinieri hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di una
36enne cinese, una misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di
un 58enne italiano e una misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia
Giudiziaria nei confronti di un 52enne, anche lui italiano, tutti responsabili
di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso.
Il provvedimento è la conseguenza di indagini che i Carabinieri di Imola hanno avviato
a novembre dopo alcune segnalazioni da parte dei cittadini di Medicina che si
erano insospettiti dall’afflusso anomalo di molti uomini, giovani e anziani,
single e sposati, che avevano iniziato a frequentare un appartamento con i
vetri oscurati dai giornali, situato al secondo piano di un palazzo. Verificata
l’attendibilità della notizia, gli inquirenti hanno poi coperto l’esistenza di
un sito internet a carattere erotico che pubblicizzava le prestazioni sessuali
di giovani ragazze orientali nello stesso stabile Medicina, unitamente a un
numero di telefono cellulare da chiamare per avere maggiori informazioni.
Solitamente il cliente parlava con una donna telefonista, dall’accento cinese,
che lo informava sulla tipologia dei rapporti sessuali a pagamento eseguiti
nell’appartamento di Medicina: ‘50 euro per un rapporto sessuale con
profilattico, 100 euro senza protezione’. Se il cliente accettava la
proposta veniva istruito su come avere il ‘prodotto finale’, ossia recarsi
davanti a un palazzo , chiamare quel numero di telefono ed attendere l’arrivo
di una ragazza cinese che prima di aprire il portone e scendere in strada per
accogliere il cliente era già stata informata dalla donna (36enne) sui dettagli
della prestazione. Da questa indagine se ne è sviluppava un’altra, parallela,
che ha portato gli inquirenti a far luce su un'altra casa per incontri sessuali,
la stessa in cui vivevano i due soggetti destinatari dell’ordinanza, conviventi
e già noti alle forze dell’ordine per un’altra inchiesta giudiziaria per
sfruttamento alla prostituzione. Il 52enne, invece, è finito nei guai per aver
concorso con i due soggetti a sfruttare e favorire la prostituzione, affittando
l’appartamento di Medicina e curando le inserzioni pubblicitarie relative
all’attività, i cui proventi venivano così ripartiti: su 100 euro di
guadagno, 40 euro andavano alla ragazza che si era prostituita e le rimanenti
60 venivano ripartite tra i tre concorrenti.
Dal Comando Provinciale Carabinieri di Bologna
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