domenica 25 aprile 2010

Il 25 aprile 2010 di Monte Sole


Ha ricordato il sacrificio di uomini e donne del
passato massacrati in nome dell'ideologia nazifascista, ma si e' rivolto anche
alle giovani generazioni.
E' a loro che Nichi Vendola vorrebbe annunciare ''la Resistenza necessaria
dei tempi nostri'', cosa che non si fa ''clonando quella del passato''. Il
presidente della Regione Puglia ha lanciato il suo messaggio da Montesole,
teatro storico della Resistenza bolognese, ma soprattutto di una delle piu'
cruente stragi nazifasciste del 1944 con centinaia di vittime.
Il governatore ha parlato a braccio dal palco a due passi dalla scuola di pace
di Montesole, pochi chilometri da Marzabotto. ''Abbiamo il torto di aver
trasformato il 25 aprile in un'immagine oleografica - ha detto - e di aver fatto
dei valori della Costituzione un richiamo retorico''. E ha aggiunto: ''Non siamo
stati in grado di spiegare alle giovani generazioni che non stavamo
raccontando una stagione della nostalgia ma del loro futuro''.
Per Vendola pero' la Resistenza non va confusa con il patriottismo che e'
''terreno scivoloso''. E ha aggiunto: ''la piu' grande forma di patriottismo e'
quella che esprime Emergency e Gino Strada''. Infine, richiamandosi al
presente, ha ironizzato: ''Ancora oggi fischia il vento e infuria la bufera, ma
non e' vero che abbiamo le scarpe rotte, le abbiamo griffate''.
(ANSA).

Prima del suo
discorso, Vendola ha partecipato alla cerimonia di deposizione delle corone
nel sacrario delle vittime di Marzabotto. E alla fine ha lasciato un breve
messaggio nel libro degli ospiti: ''La memoria del male e' il seme necessario
perche' germogli il bene'', ha scritto.
Insieme a Vendola, tra gli ospiti anche la deputata del Pd Olga D'Antona. ''Mi
sento onorata di essere qui con voi oggi'', ha premesso la vedova del
giuslavorista ucciso dalle Br parlando alla gente, e interrompendosi piu' volte
per la commozione. ''E' tempo di riconoscersi in una memoria condivisa - ha
detto - ma non al prezzo di pericolosi revisionismi o di falsificare la storia''. E
poi ha scandito: ''Una sola era la parte giusta, quella che ebbe la forza di
contrapporsi al nazifascismo. Non possono esserci equivoci: da una parte ci
furono i carnefici, dall'altra le vittime''. A ricordare il sacrificio dei civili e dei
caduti della Brigata Stella Rossa e' stato anche il sindaco di Marzabotto
Romano Franchi, che ha salutato la platea ricordando che ''preferiamo
decisamente cantare 'Bella ciao' e l'inno di Mameli'', alludendo ad altre canzoni
piu' 'padane'.
La festa e' continuata poi al Poggiolo con i giovani e molte famiglie
(soprattutto giovani coppie con bambini) tra stand, banchetti dell'Anpi, musica
di oggi e di ieri e le immancabili code per crescentine, lasagne e porchetta. La
giornata di sole ed il pratone di fronte al Poggiolo hanno fatto il resto.

3 commenti:

Dante Franchi ha detto...

Fatte le debite distinzioni sulla storia delle due persone e sul percorso scelto - o obbligato - per le rispettive e recenti competizionie elettotarali, credo vi sia un elemento che accomuna il successo di Nichi Vendola in Puglia, e quello di Romano Franchi a Marzabotto: L'ESSERE RIUSCITI A VINCERE ED A SCONGIURARE L'AVVENTO DELLA DESTRA NEI RISPETTIVI TERRITORI, NONOSTANTE IL PD!

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dante Franchi ha detto...

Mi limito a condividere con tutti ciò che ho detto agli amici che, conoscendo bene la realtà di Marzabotto, mi hanno manifestato quello che per rispetto dei lettori preferisco qui chiamare "STUPORE" per i "profondi ragionamenti" e la raffinata ironia del nostro Salamone:
E' LA DEMOCRAZIA BELLEZZA!