giovedì 22 ottobre 2009

Come l'acquedotto romano


L’adduttore Reno Setta sarebbe piaciuto agli architetti della Roma imperiale che progettarono e realizzarono l’acquedotto sotterraneo che porta l’acqua del fiume Setta a Bologna, acquedotto che ancora assolve, per la sua capacità, la funzione di allora. Un secondo tratto di conduttura sotterranea, l’adduttore, è stato infatti realizzato dal fiume Reno al fiume Setta con la funzione di trasportare al centro di potabilizzazione di Sasso Marconi, alla confluenza del Setta con il Reno, l’acqua di quest’ultimo fiume in soccorso all’altro, qualora quella del Setta non fosse sufficiente. Il ‘tubone’ parte da Lama di Reno preleva l’acqua dal Reno all’altezza della chiusa del canale della cartiera. Si interra immediatamente e fiancheggia il fiume sul versante destro fino all’altezza di Paganino, quindi attraversa il monte Baco, sempre in sotterranea, fino a congiungersi con il Setta. Un’opera che garantirà la ‘sicurezza idrica’ a Bologna nel tempo. Il progetto, voluto per assicurare alla città capoluogo di Regione l’acqua durante i lavori della Variante di Valico (se un incidente o qualsiasi altra ragione avesse impedito l’utilizzo dell’acqua del Setta, si sarebbe ricorsi a quella del Reno), si propone ora come compensatore alle esigenze di acqua per evitare il fenomeno della sussistenza. Si utilizzeranno cioè più acque di superficie per contenere i prelievi in falda. L’opera, finanziata da Società Autostrade, è costata circa 20 milioni, ha la condotta è in acciaio, ha un diametro interno di due metri e ha una portata pari a 3 metri cubi al secondo con una velocità in condotta di poco meno di due metri al secondo. La quantità di acqua prelevata verrà comunque decisa dalla Regione. La disposizione delle condotte immerse è stata studiata in modo da tenerle parallele al flusso della corrente del fiume per assicurare la minima resistenza idrodinamica. La protezione della condotta dalla corrosione elettrochimica è affidata al rivestimento dielettrico di tutta la condotta e alla realizzazione di un impianto a corrente impressa con più stazioni di protezione catodica. L’adduttore è stato giudicato strategicamente molto importante dal sindaco di Marzabotto Romano Franchi che non ha mancato di segnalare la delusione della sua comunità: “ A differenza del passato, quando Hera remunerava con azioni i Comuni per le opere che questi le cedevano, in questo caso non è avvenuto. Ai cittadini di Lama di Reno i disagi, ad altri i benefici”.

3 commenti:

Daniele ha detto...

un progetto diventa "strategicamente importante" quando i benefici superano i "costi".. visto e considerato che Bologna non è in emergenza acqua, e probabilmente se mai dovesse esserlo non sarà certo il Reno a salvarla, qualcuno dell'amministrazione (o vicino alla) sarebbe così gentile da farci il classico specchietto "pro/contro" di quest'opera?

Il primo CONTRO ad esempio è che a Lama di Reno non si può più realizzare il sottopasso per evitare che il paese sia tagliato in due dalla ferrovia per 30 minuti ogni ora..

Vogliamo divertirci?

Anonimo ha detto...

Anche a me non sembra un'opera molto utile. Essendo l'impianto di depurazione Hera praticamente alla confluenza del fiume Setta si sarebbe potuta prelevare l'acqua direttamente dalla falda dell'alveo del Reno. Non scordiamoci inoltre che durante la stagione estiva il Reno a monte della confluenza ha una portata irrisoria.

Cibra Contardo ha detto...

Anche a me non sembra un'opera molto utile. Essendo l'impianto di depurazione Hera praticamente alla confluenza del fiume Setta si sarebbe potuta prelevare l'acqua direttamente dalla falda dell'alveo del Reno. Non scordiamoci inoltre che durante la stagione estiva il Reno a monte della confluenza ha una portata irrisoria.