Con
il titolo 'quel che bolle in pentola', Pietro Vicinelli di Grizzana
Morandi ha inviato un suo 'tentativo di sintesi' per chi vuol
riflettere sullo stato dell'Appennino quale area destinata
all'agricoltura e all'allevamento di bestiame. A una grande amarezza
per un degrado che pare non avere fine, si aggiungono 'alcune
ipotesi' che danno speranza. Certo chi ha puntato sul ripopolamento
dei selvatici per ridare presenza in Appennino non ha valutato il
contrasto e l'appesantimento che ne avrebbe avuto la produzione
agricola. La montagna è generosa di qualità e non di quantità. Se
a questo handicap , essendo il prodotto agricolo venduto a peso, si
aggiungono i costi elevati per una difesa efficace dai selvatici,
coltivare in Appennino diventa proibitivo e proibitivo purtroppo lo è
diventato nell'indifferenza generale e nei ripetuti annunci di
politici e amministratori pubblici di operare per ridare economicità
all'area montana. Pochi pionieri sperano si possa finalmente toccare
il fondo per ridarsi la spinta e risalire.
QUEL
CHE BOLLE IN PENTOLA di Pietro Vicinelli
.....PROVO
a fare una SINTESI ( specie per chi non ha partecipato e
collaborato ormai da più di un anno, agli incontri – dibattiti e
mini convegni) sui problemi
in Appennino, in particolare
a quelli dell'agricoltura
L'
Agricoltura è agonizzante, se
non morta.... parliamo dell'Appennino
Bolognese. Negli
ultimi 8 anni un ulteriore 50% di aziende ha chiuso i battenti....un
po' tutti sono d'accordo sulle cause che proveremo poi ad
analizzare....gli allevamenti
bovini in
alcune zone azzerati
totalmente da almeno 20 anni ( Monteacuto Ragazza da 1000 a
zero , Prada / Tavernola da 800 /1000 a zero ,,,,l'intero
comune di Grizzana da oltre 4000 a meno di 100....!!! Altrettanto per
ovini, caprini, suini, per fare qualche esempio)
Le
più comuni coltivazioni
rimaste: il grano,
pur se vendibile, non
fa reddito
(il costo ormai supera il ricavo); il fieno
ormai
invendibile anche
perchè infetto dallo sterco, dal rugamento e dal calpestio degli
ungulati..... Dappertutto vediamo balloni a marcire....
Nessuna
soluzione viene
dalle associazioni
agricole.....ma
molti ormai concordano che, e qualcuno timidamente ci prova,
esisterebbero
coltivazioni da reddito
( che andremo a indicare …), ma è stato individuato da
tutti l' ostacolo principale individuato nella situazione
disastrosa
provocata dalla presenza della
FAUNA SELVATICA
: cinghiali, caprioli, cervi, lupi, istrice, corvidi....( tutti
introdotti artificialmente e forse illegalmente ..)
..che ha dato per davvero il COLPO
DI GRAZIA
all'intera AGRICOLTURA...!!!
Grande
entusiasmo
ha creato il progetto MELAROSAROMANA.
Oltre 150
piccoli coltivatori hanno dato l'adesione alla iniziativa messa
in campo per salvare
le piante ormai rarissime
rimaste e per fare nuovi
impianti con
tecniche ormai supercollaudate in tutto il mondo
...(innesti su ceppi nanizzanti M9, M26, M111....che entrano in
produzione subito con alte rese...)
Visite
ripetute nel Tirolo del Sud
,nelle Marche,
la collaborazione con vivaisti e tecnici
della
Universita' di
Bologna con
analisi del DNA
di ogni pianta inventariata.....e
un sopralluogo
per una intera giornata di gran parte del nostro
Appennino dei
più famosi esperti
del trentino (Kaneppele & C.) che hanno dato
una sentenza gratificante e più che incoraggiante
" voi
non avete terreni per le mele
voi avete il
Paradiso delle mele"...
Ciò ci ha davvero caricato.......!
In
tanti sarebbero
pronti a
partire .
Sono stati fatti sommari" businnes
plans",
abbiamo sperimentato e fatto conoscere per la prima volta , con
successo immediato, il succo
di mela in fustini,
da 5 o 3 litri, a lunga conservazione e ormai anche i
bar ce li richiedono.....,abbiamo ordinato
ormai oltre 4000
piante per
piccoli esperimenti......Ma tutto il
progetto è
fermo
per l'onere
obbligato e
costosissimo dei
recinti..
(13 000 a 15000 euro x ettaro...) purtroppo
indispensabili per tener fuori cinghiali cervi caprioli ecc....
Stesso
problema per le
altre coltivazioni possibili meli ,peri di antiche varietà e non
, viti da vino o da tavola tipo ciliegiolo o sasselas,
orticole di qualsiasi genere e cosi per qualsiasi altro
prodotto di vero
pregio... per
esempio
zafferano .
E
pure per il farro
e i grani antichi
che già con successo alcuni
pionieri stanno
sperimentando,
o con la medica daseme ( 450 € al Ql. ...! ) sempre con il rischio
di perdere il
50% e taluni anni il 100% del raccolto...!!!
Perfino
l' ormai affermato marone
biondo, dopo
oltre 30 anni di innesti ( se davvero risultasse superato il problema
" vespa cinese" ), va in malora per un
50/80% per lo stesso problema...
Pare
si salvino in parte alcune
officinali ,
pure previste nel progetto, comunque compromesse da rugamento e
calpestio, ( ricordiamoci
che un intenso calpestio
secondo studi Universita' di Modena rende sterile
o comunque infertile il terreno...)
Aggiungiamo
che le normative
locali
,regionali
sono spesso cervellotiche, al limite del ridicolo o della follia... (
..cava
abusiva
se un aratro estrae un grosso sasso, svincolo idrogeologico
per qualsiasi operazione , SCIA
perfino per recintare un campo anche se tutti i TAR
d'Italia
sentenziano che " non trattasi di opera edile ne' di inizio di
attività...." progetto
dettagliato
,domanda variazione
d 'uso + parere
delle belle arti per l'impatto ambientale/paesaggistico
per
trasformare
un castagneto in maroneto...!!!
PER
ULTIMO
segnaliamo che, anche per superare alcuni di questi ostacoli, ci
viene suggerito / raccomandato di trovare
qualche imprenditore,
anche non agricolo, ma consapevole che la terra è un valore e
può dare ottima resa e accompagnarlo a fare un impianto
leader di almeno 5/6 ettari
che abbia un impatto visivo e di risonanza sul territorio,
anche per l'aspetto creazione posti di lavoro/ reddito ecc e
diventare in breve un esempio
da riproporre e copiare....AMEN...!
HO
dimenticato un
suggerimento recente :far partire una o più" start up"
....che roba è...come si fà...???
costituire
l'assoc/consorzio o altro con progetto esecutivo è l'urgenza
dei prossimi giorni... auguri
UN
SALUTO CORDIALE Pietro
PS:
ho trascurato altre questioni e temi che speriamo di affrontare con
successo se sapremo far squadra e muoverci uniti collaborando con chi
ha analoghi interessi e magari maggiore esperienza.. (riferito a
Salviamol'agricoltura a cui pure inoltro il testo)
1 commento:
Pietro si e' davvero informato... a lui auguri di riuscita
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