martedì 8 giugno 2010

Per disperazione vende un 'rene'


“Metto all’asta uno dei miei due reni. Non ho altro e ho bisogno di denaro. Chi fosse interessato e se la transazione è utile a risolvere il suo problema di salute e il mio di mancanze di risorse me lo faccia sapere. Mi chiamo Giovanna Pagliuca e abito a Pianoro”. E’ l’offerta disperata della signora, ragazza madre di due bambini Vincenzo di dieci anni e Francesca di quattro. “Sono di Pozzuoli come Sofia Loren, ma non ho avuto la stessa fortuna”, continua quasi a voler rimarcare come la sorte sia generosa con qualcuno a crudele con altri. Poi racconta la sua storia di lavoro per voler spiegare che non è mancata da parte sua la buona volontà di arrivare a un menage famigliare soddisfacente: “Lavoravo in fabbrica e andavo bene. I miei figli frequentavano strutture scolastiche e, seppure con difficoltà, tutto procedeva in un ambito di accettabile normalità. Nel febbraio 2009 arrivò la crisi e con la crisi la cassa integrazione prima e il sussidio di disoccupazione poi e soprattutto il dramma, anche psicologico, della mancanza di lavoro. A quel dramma si aggiungeva poi quello che lavoro non si trovava neanche adattandosi. Ogni tanto facevo qualche ‘ora’ per lavori domestici , ma le signore per cui lavoravo ormai si sono tutte trasferite. Mi sono resa disponibile per la stagione estiva a qualsiasi occupazione. Mi sono iscritta al ‘centro impiego di Grosseto’ dove una amica mi ha informato della possibilità di trovare un lavoro. Inoltre la stessa mia amica mi potrebbe ospitare nel suo campeggio e mi terrebbe i figli per mezza giornata, ma non dispongo di quanto mi necessita per arrivare al primo stipendio. Avrei trovato quella che potrebbe essere una buona soluzione ma cosa darei ai miei figli nel primo mese in attesa della prima busta paga. Quella della vendita del rene è per me l’unica soluzione possibile per ricominciare ” racconta Giovanna, “ e spero vivamente che ci possa essere chi sia interessato. La signora continua poi a raccontare : “Sono sola. I servizi sociali del Comune mi pagano le ‘bollette’ ma io devo pagare l’affitto della casa all’Acer . Non posso più andare avanti e non posso accettare soluzioni alternative. Ho veramente la necessità di quel posto a Grosseto dalla mia amica. Compratemi il rene”.

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