martedì 24 novembre 2009

Guerra di religioni


Si respira aria di guerra religiosa a Sasso Marconi. Al momento lo scontro è a colpi di firma e non di ‘spada’. La Lega ha infatti avviato una raccolta di firme in difesa del Crocifisso nelle aule scolastiche e il PdL ha chiamato in piazza per l’adesione a una seconda petizione, questa volta contro l’ipotesi di una moschea. I promotori di questa seconda raccolta hanno motivato la loro azione con il fatto che esiste già a Sasso Marconi una ‘scuola araba’ e questa iniziativa porta inevitabilmente, secondo i promotori, a una successiva richiesta di realizzare una moschea. “E’ solo propaganda” ribatte il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, riferendosi alle azioni dei partiti del centro destra.”Non c’è alcuna richiesta di moschea e il piano regolatore non lo prevede. Si sta creando un clima che non aiuta l’integrazione. Il tema è complesso e in questo modo viene affrontato in modo sbagliato”. Il sindaco ammette che ci sono numerose preoccupazioni per la scuola araba vista da molti cittadini come un modo di voler mantenere, da parte degli islamici che risiedono a Sasso Marconi, una distanza dalla comunità sassese più che il mantenimento di un legame con la cultura di origine delle famiglie arabe, ma i timori sono infondati. “Abbiamo concesso una sala pubblica a una associazione culturale con la finalità di insegnare l’arabo. Controlleremo che questa sia l’attività svolta,” assicura e tranquillizza il primo cittadino. Butta acqua sul fuoco anche l’assessore alla cultura Adriano Dallea che precisa che i corsi di arabo sono più di uno poiché le stesse etnie arabe, quella marocchina e quella tunisina, intendono rimanere separate. L’assessore non lo dice apertamente ma fa intendere che ci sarebbero addirittura problemi fra le comunità. “Abbiamo concesso una sala a pagamento a scopo didattico per bambini. Su segnalazione di alcuni cittadini che denunciano presenze di adulti, la Polizia comunale è stata incaricata di verificare che l’attività sia rivolta a soli bambini. Qualora non avvenisse e si trovassero invece degli adulti, la concessione sarà revocata”. Alla precisazione che il testo base utilizzato per l’insegnamento dell’arabo è il Corano e che la scuola viene ritenuta una ‘moschea camuffata’, Dallea risponde che non è detto che si utilizzi il Corano come testo base. “Per gli arabi cultura e religione sono comunque molto intrecciate”. Poi conclude: “Guardando come si muove l’economia e come si prospetta il futuro, farei studiare l’inglese più che l’arabo”.

Nessun commento: