Abbassata la guardia dall’incuria, il maltempo ha sferrato al paese un uppercut micidiale: Vado ha barcollato, ma non è finito al tappeto. Ha ripreso le forze e vincerà.
di Roberto Brusori
Le abbondanti piogge della settimana scorsa hanno prodotto smottamenti, inondazioni,
frane sia in pianura che in montagna.
Monzuno e Marzabotto non sono stati risparmiati dalla devastazione. In particolare la prima periferia di Vado e la parte del paese prossima al caseggiato dell' Allocco in comune di Marzabotto sono le più colpite e il passaggio del maltempo ha lasciato un paesaggio devastato con immagini sconfortanti: si è reso necessario evacuare oltre 270 persone.
Si è operato con strade inagibili, tra frane, alberi caduti, massi trascinati a valle e torrenti divenuti fiumi in piena ecc.. Abitazioni sventrate o sommerse da valanghe di fango. Sotto la pioggia battente un esercito di volontari si è mobilitato immediatamente, è un esercito formato da artigiani, edili e operatori del movimento terra con i loro mezzi per liberare da montagne di detriti.
Presenti sui luoghi dei disastri i sindaci dei relativi comuni per organizzare al meglio le operazioni di sgombero e di soccorso.La PROTEZIONE CIVILE DI MONZUNO e la PUBBLICA ASSISTENZA DI VADO hanno immediatamente messo in campo la loro capacità operativa e tutti i mezzi disponibili.
Poi subito dopo si sono aggiunti tanti semplici cittadini che con gli stivali ai piedi e armati di badili e di tanta voglia di rimuovere fango e detriti, hanno liberato le parti dove le macchine per il movimento terra non potevano agire: una grande catena umana ben coordinata dalla base operativa collocata nella palestra di Vado e organizzata in due turni giornalieri da Maurizio Rossi in collaborazione con Dario Fantini.
La logistica è stata affidata alla Pubblica Assistenza che ha proceduto al trasporto degli "spalatori" e al loro ricambio nei turni di lavoro. Ha inoltre provveduto al trasporto, sui luoghi degli eventi, di acqua e alimenti per i tanti volontari, che ancora sono all’opera.
La regia è stata affidata all'amministrazione comunale di Monzuno, guidata dal sindaco Bruno Pasquini, sempre presente tra gli sfollati e nelle opere di ripristino.
Tutti gli sfollati hanno trovato una sistemazione, o sono stati ospitati da amici o parenti o in strutture allestite a Vado. Sono inoltre stati rifocillati da cittadini che hanno operato presso la cucina parrocchiale di Vado per garantire a tutti un pasto caldo, un caffe' e tanta solidale attenzione; un grande grazie a don Giuseppe. I prodotti alimentari sono arrivati dai negozianti di Vado e anche da altri commercianti fuori comune.
Fin dalla prima necessità a Monzuno, Rioveggio, Pian di Setta, Gardelletta , Vado e in altre sedi sono stati organizzati punti di raccolta dei generi necessari agli sfollati: vestiti, pannolini, articoli per l’igiene personale ecc... Sono state attivate anche raccolte di donazioni tramiti bonifici bancari.
Un merito va sottolineato per l’operosità efficace e produttiva dei volontari di Protezione Civile di Monzuno che con la loro presenza nelle zone dove si lavora hanno garantito la sicurezza e il controllo per impedire l’intrusione, nelle case abbandonate, di malintenzionati.
Vorrei aggiungere tante cose, mi limito a dire che mi sono commosso nel vedere tanta gente che non ha più nulla ma spera fiduciosa in un domani che le riporti nelle proprie case e che nonostante tutto sa ancora sorridere perché verifica che la solidarietà è tanta.
Vedere attività chiuse, come quella del fabbro Marco alla Bolognina di Vado perché la sua officina in un attimo è stata distrutta dall’arrivo di una valanga di fango, osservare alcuni sfollati che accompagnavamo nelle loro abitazioni per un attimo e vederli rassegnati e impauriti uscire con una borsa di piccole cose, persone silenziose e che forse non hanno più neppure lacrime per piangere, è stata un’esperienza indescrivibile. Il tutto confortato però da una cosa tanto bella: tanti giovani e anziani armati di pala e piccozza uniti nella grande voglia di ripulire tutto.
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