Le montagne sono e saranno nel prossimo futuro molto esposte agli effetti della crisi climatica, di cui rappresentano vere e proprie "sentinelle". Sono infatti territori nei quali le conseguenze dell'aumento delle temperature sono più evidenti che in altre zone. Si pensi ad esempio alla sofferenza dei ghiacciai e alla grave carenza d'acqua che sta interessando molti rifugi in questi mesi.
Come affermato dal Presidente generale Antonio Montani,
il Club alpino italiano dedica una particolare attenzione ai
propri rifugi alpini e appenninici, strutture che devono continuare a garantire
la propria funzione di presidio della montagna, senza dimenticare
il ruolo che rivestono sul tema sicurezza. I rifugisti infatti
danno abitualmente consigli sulle condizioni di sentieri e vie di salite e
sulla situazione meteorologica, e i rifugi in molti casi fungono da base per
eventuali operazioni di soccorso.
Il "Bando approvvigionamento acqua e contenimento consumi idrici nei
rifugi del Cai" (scaricabile su www.cai.it), approvato a fine
giugno dal Comitato direttivo centrale del Club alpino italiano, ha l'obiettivo
di incrementare la resilienza dei rifugi del Cai in relazione
alla generale contrazione delle riserve idriche in quota. La
finalità è quella di facilitare l'attuazione di misure concrete ed efficaci nel
breve e medio periodo in risposta al cambiamento climatico, garantire il
presidio territoriale e la ricettività montana sul territorio nazionale.Il
bando, rivolto alle Sezioni del Cai proprietarie di rifugi non
allacciati al pubblico acquedotto, copre l'80% delle spese sostenute
e documentate dal primo gennaio al 31 ottobre 2022 per interventi riguardanti
la manutenzione sia ordinaria che straordinaria dei sistemi di
approvvigionamento idrico, accumulo idrico, riduzione dei consumi idrici.
L'importo stanziato dal Comitato direttivo centrale ammonta a 300mila
euro, con un contributo massimo di 10mila euro a rifugio e 50mila euro a
Sezione.
Non c'è solo la resilienza alla grave siccità negli obiettivi del Sodalizio, ma
anche il potenziamento delle informazioni relative ai rifugi e
alle strutture di proprietà del Cai. Nel database "Unico rifugi 2.0"
(rifugiebivacchi.cai.it) sono presenti tutte le schede relative alle 722 strutture di
proprietà del Cai centrale e delle sue Sezioni. Di queste, 310 sono rifugi
custoditi e 65 rifugi incustoditi, ai quali si
aggiungono 247 bivacchi, 88 capanne sociali, 10
punti d'appoggio e un ricovero di emergenza. Oltre
alla localizzazione geografica, all'altitudine e alle informazioni utili per
contattare i gestori, nelle schede è indicata anche la presenza di acqua
corrente, energia elettrica o servizio ristorazione. Il motore di ricerca è
utilizzabile attraverso diversi criteri e specifiche: la categoria, la
tipologia (se custodito, incustodito, bivacco, capanna sociale, punto
d'appoggio o ricovero d'emergenza), l'altitudine e i servizi.
Tra i suoi rifugi storici, il Quintino Sella al Monviso (nella foto), ubicato a 2660 metri di altitudine in Valle Po, è una delle strutture di cui il Cai va più orgoglioso. Nel 1975 la Sezione Cai Monviso di Saluzzo, su incarico della Sede centrale, diede inizio ai lavori di ristrutturazione del vecchio Rifugio Quintino Sella. Nell'occasione Olivari, azienda di Novara leader nel settore della produzione di maniglie per le porte, contribuì con l'installazione del modello Boma in nylon rosso. A distanza di 40 anni, il suo impegno si è rinnovato. A fine luglio è stato infatti montato sulle porte del rifugio il modello Paddle, disegnato da Barber Osgerby nel 2021 e donato dall'azienda al Cai. Un'iniziativa che fa seguito a quella del settembre dell'anno scorso, con la donazione delle maniglie del modello Beta, disegnato dall'architetto Joe Colombo, per le porte della Capanna Margherita, a 4554 metri di altezza sulla Punta Gnifetti, e che nasce dai valori che Olivari condivide con il Cai per la conservazione e la valorizzazione di quello che si può definire un patrimonio nazionale.
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