La coordinatrice scrive: “Ci chiediamo quale sia il criterio in base al quale ASL e Regione abbiano stabilito che in caso di alunno positivo, tutta la classe sia messa in quarantena per 14 gg ma il tampone sia fatto a tutti solo a fine quarantena lasciando tutto il tempo, ad eventuali positivi, di contagiare fratelli che diventerebbero portatori di COVID magari in altre classi/scuole e genitori che potrebbero contagiare colleghi. Questo provvedimento ci sembra ai limiti della follia," continua la Seta. “In tanti giorni di chiusura delle scuole, con tanti proclami per il ritorno a scuola come necessità assoluta, manifestazioni contro la DAD quello che ne emerge è un pasticcio senza rivali che è destinato ad essere un boomerang in una regione che ha assoluta necessità di superare un indice contagi che la posiziona nei primi posti in Italia.
Delirante la posizione verso i docenti in attesa di esito di tampone, possono andare a scuola ma non in classe, col rischio di contagiare altro personale docente o personale ATA.
Chiedo che queste linee guida siano riviste subito, con un intervento diretto dell'Asl e dell'Assessore Donini a cui spetta la tutela della salute. I precedenti protocolli scuola hanno già prodotto situazioni difficili con ritardi di 10 gg nelle comunicazione ai genitori di positività in classe , in varie scuole, e questo ha prodotto gravi situazioni di salute a carico di genitori e nonni contagiati.
Le scuole in questo modo sono solo luoghi insicuri e i Presidi, su cui grave una responsabilità immensa, gli unici eroi di questa guerra”, conclude.
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