Il Presidente Mario Draghi ha firmato oggi il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da COVID-19.
Il DPCM sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021 e conferma, fino al 27 marzo, il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l’eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità.
Di
seguito una sintesi delle principali novità e delle misure
confermate.
ZONE
BIANCHE
Nelle
zone bianche, si prevede la cessazione delle misure restrittive
previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure
anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare
la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i
protocolli di settore.
Restano sospesi gli eventi che comportano
assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli
stadi).
Si istituisce un “tavolo permanente” presso il
Ministero della salute, con i rappresentanti delle regioni
interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto
superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento
delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente
ulteriori.
SCUOLA
Zone rosse – Dal 6 marzo, si prevede nelle zone rosse la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Zone arancioni e gialle – I Presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica:
nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
MUSEI,
TEATRI, CINEMA E IMPIANTI SPORTIVI
Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi.
Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala.
Restano chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.
ATTIVITÀ COMMERCIALI
In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.
SERVIZI ALLA PERSONA
Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
SPOSTAMENTI DA E PER L’ESTERO
Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti “COVID tested”.
A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.
TAVOLO DI CONFRONTO CON LE REGIONI
È istituito un tavolo di confronto presso il Ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.
Sollecitato da Dubbio
5 commenti:
"Il diritto alla salute è UNO dei diritti fondamentali, SERVENTE A QUELLO DI UN'ESISTENZA LIBERA E DIGNITOSA DI TUTTI I CITTADINI-LAVORATORI (artt.1, 4 e 36 Cost.): è perciò un diritto di tutti i cittadini ALLA PRESTAZIONE DI CURE adeguate e tempestive.
E' cioè il diritto a uno sforzo organizzativo e professionale della Repubblica, come Stato-apparato, che porti a tutti cure TEMPESTIVE e ADEGUATE. La Costituzione invece non prevede un diritto di taluni medici a invocare solo misure di prevenzione prolungate e incisive su altri diritti fondamentali fino a farle diventare non uno stato emergenziale, bensì uno stato di eccezione di ordine pubblico, a presupposti ormai non più strettamente previsti, come dovrebbe essere stabilito in base alla Costituzione, dalle apposite previsioni di legge.
La stessa urgenza che tuttavia non ha portato, in oltre 1 anno, e come sarebbe stato prioritariamente dovuto, a un diligente sforzo organizzativo di adeguato rafforzamento delle strutture coinvolte (tra cui, il rafforzamento effettivo della sicurezza dei trasporti pubblici) nè, soprattutto, ha portato a un ancor più urgente e doveroso sforzo di ricerca clinica sull'elaborazione di una terapia - essendosi fermi alle iniziali indicazioni emergenziali senza mai ammetterne un'evoluzione- e essendosi puntato tutto su una vaccinazione che si sta rivelando sempre più una risposta inadeguata NEI TEMPI al'urgenza proclamata e, dichiaratamente, di incerta efficacia sulle reali esigenze sociali ed economiche finora emerse.
La fretta sui vaccini (che potrebbe rivelarsi incauta per il suo impatto di breve e di lungo termine), ha portato alla trascuratezza sul primario aspetto organizzativo -prime le cure domiciliari affidate alla medicina territoriale-e della elaborazione di terapie farmacologiche"
Al momento attuale NESSUN PAESE AL MONDO ha risolto il problema, che non si può considerare solo in ambito nazionale tracciato da una linea di confine.
Noi italiani, anarchici e supponenti oltre che incivili, siamo comunque sempre penalizzati dall'arretratezza culturale e civile.
Le analisi dell'anonimo 10 06 sono obsolete ed inutili, la pandemia non si controlla se non anticipandone la diffusione, se qualcuno ha la ricetta si faccia sentire ma con proposte attuabili e concrete.
grazie
Troppe parole.
State a casa, punto.
Istat: 1 milione di persone in più in povertà assoluta nel 2020 in Italia.
Ah, non importa, prima viene la salute, dicono i due fenomeni sopra.
x 3 marzo 22 29
condivido al 100%, anticipare il contagio da virus non contraendolo o diffondendolo.
Molto difficile ma unica strada in atteso di vaccinazione.
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