Pronto il “kit” che l’Agenzia mette a disposizione degli operatori economici con tutte le regole, le possibilità e i suggerimenti per un accesso agevole e sicuro al nuovo beneficio
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Il decreto legge n. 41 del 22 marzo 2021 (cosiddetto decreto “Sostegni”) ha messo in campo un nuovo set di agevolazioni e benefici per alleviare i danni subiti dai contribuenti a causa del perdurare dell’emergenza da Coronavirus: tra gli altri, vi è il nuovo contributo a fondo perduto destinato agli operatori economici titolari di partita Iva. La necessità, a cui corrisponde il totale impegno dell’Agenzia, è quella di un’erogazione rapida del contributo, con procedure snelle e user-friendly.
Sulla scia di questo obiettivo, il giorno dopo l’emanazione del decreto “Sostegni” e in contemporanea al provvedimento attuativo firmato dal direttore dell’Agenzia il 23 marzo 2021, è online il vademecum “Il contributo a fondo perduto del decreto “Sostegni”.
La guida - consultabile nel sito dell’Agenzia nell’area tematica “Contributi a fondo perduto” e nella sezione dedicata alle guide fiscali “l’Agenzia informa”, e anche su questa rivista - spiega con linguaggio semplice e con prospetti e schemi la disposizione normativa, le regole operative fissate dal provvedimento e, step-by step, le funzionalità per l’invio dell’istanza e per seguirne l’elaborazione.
Presentata dallo stesso direttore dell’Agenzia Ruffini, la pubblicazione fornisce importanti suggerimenti e indicazioni volti a prevenire errori e utili per rimediare autonomamente ad eventuali inconvenienti.
A chi spetta e come si calcola
La platea dei beneficiari è costituita dai titolari di partita Iva attivata fino alla data del 23 marzo 2021 e la cui attività non sia cessata alla stessa data. Si tratta dei soggetti che sono residenti o stabiliti in Italia e che svolgono attività di impresa o di lavoro autonomo o sono titolari di reddito agrario.
Esclusi da tale platea sono solamente gli enti pubblici, i soggetti che svolgono attività di intermediazione finanziaria e le società di partecipazione.
I requisiti per richiedere il contributo a fondo perduto sono due:
i ricavi e i compensi relativi all’anno 2019 non devono superare i 10 milioni di euro
la media mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 deve risultare inferiore almeno del 30% rispetto a quella dell’anno 2019.
Quest’ultimo
requisito non è necessario per i soggetti che hanno attivato la
partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019.
La guida illustra con
utili prospetti come calcolare i parametri essenziali dei ricavi e
compensi 2019 e delle medie mensili del fatturato e corrispettivi
degli anni 2019 e 2020.
Una volta accertati i requisiti, il
calcolo del contributo spettante è presto fatto: la differenza tra
le due medie mensili viene moltiplicata per una percentuale diversa a
seconda della fascia di ricavi 2019.
Le percentuali vanno dal 60%
per i soggetti più piccoli (fino a 100.000 euro di ricavi 2019) al
20% dei soggetti più grandi (oltre 5 milioni e fino a 10 milioni di
euro), passando dalle percentuali intermedie del 50%, 40% e 30 per
cento.
In ogni caso, a chi possiede i requisiti viene garantito un
contributo minimo di 1.000 euro (persone fisiche) o 2.000 euro
(soggetti diversi). E’ previsto un limite massimo del contributo di
150mila euro.
Le
modalità di erogazione previste
La
guida presenta la nuova modalità di erogazione - prevista dal
decreto “Sostegni” rispetto ai precedenti contributi a fondo
perduto - che il beneficiario può scegliere (per l’intero importo
spettante) in alternativa all’accredito sul conto corrente: la
possibilità di ottenere il contributo sotto forma di credito
d’imposta: la scelta, una volta effettuata e l’istanza accolta, è
irrevocabile.
Il credito che si ottiene può essere utilizzato in
compensazione dei tributi che si versano tramite modello F24, senza
applicazione dei limiti di legge relativi alla fruizione dei crediti
d’imposta (importi massimi annuali, blocco in presenza di ruoli
erariali scaduti, eccetera).
L’istanza
per richiedere il contributo
Il
modello di istanza è ridotto all’essenziale: oltre ai dati che
individuano il richiedente, devono essere indicati i dati che
attestano i requisiti e che sono necessari per il calcolo del
contributo spettante (fascia ricavi/compensi 2019, medie mensili
fatturato/corrispettivi 2019 e 2020, attivazione partita Iva dal
2019) e i dati relativi alla modalità di erogazione scelta (casella
accredito su c/c e codice Iban oppure casella credito
d’imposta).
Ultima sezione del modello è quella dedicata agli
intermediari autorizzati alla trasmissione delle dichiarazioni, che
possono presentare l’istanza dei contribuenti per i quali hanno
delega al cassetto fiscale o delega completa ai servizi del portale
“Fatture
e corrispettivi”
o ancora che hanno acquisito specifica delega per il contributo a
fondo perduto del decreto “Sostegni”.
Modalità
e termini invio dell’istanza
Le
istanze devono essere presentate esclusivamente in via telematica, a
partire dal giorno 30 marzo 2021 e fino al 28 maggio 2021.
La
guida illustra la procedura web
che verrà messa a disposizione all’interno del portale “Fatture
e corrispettivi”
(sezione “Contributo a fondo perduto”), utile ai soggetti che
trasmettono una o poche istanze.
Gli intermediari potranno, in
alternativa, inviare massivamente le istanze, compilandole con
software
di mercato realizzato in conformità alle specifiche tecniche
allegate al provvedimento del 23 marzo 2021, e trasmettendo il file
tramite “Desktop
Telematico – Entratel”.
In
questa sezione della guida vengono fornite delle avvertenze e dei
suggerimenti per la corretta e precisa presentazione delle istanze.
Tali indicazioni derivano dall’esperienza dell’Agenzia in merito
alla gestione e all’assistenza fornita in occasione dei precedenti
contributi a fondo perduto e si consiglia quindi di prenderle in
debita considerazione, al fine di evitare errori che portino ad un
rallentamento dei tempi di ottenimento del beneficio o allo scarto
dell’istanza.
Viene inoltre illustrata la possibilità di
inviare un’istanza sostitutiva di un’altra presentata con dati
errati e la possibilità di inviare un’istanza di rinuncia, e i
termini precisi entro cui tali possibilità possono essere
utilizzate.
L’elaborazione
delle istanze e l’erogazione finale
Il
vademecum
spiega nel dettaglio le fasi di elaborazione delle istanze presentate
e il tipo di controllo eseguito sui dati indicati, operazioni che
mediamente verranno svolte in pochi giorni.
Vengono poi presentate
le diverse funzionalità di consultazione offerte all’interno del
portale “Fatture
e corrispettivi”
per seguire l’elaborazione delle istanze e conoscerne l’esito
finale.
A tal proposito, viene evidenziato nella guida come il
momento dell’accoglimento dell’istanza coincida con l’emissione
del mandato di pagamento sul conto corrente o il riconoscimento del
credito d’imposta, consultabile in tempo reale al link
“Consultazione
esito”
della sezione “Contributo
a fondo perduto”
del portale “Fatture
e corrispettivi”.
Dopo tale momento, non sarà più possibile inviare un’istanza
sostitutiva.
Infine, qualora il contribuente - dopo l’accoglimento
- dovesse incorrere nello storno del mandato di pagamento da parte
della banca, determinato da un Iban non valido, la guida fornisce
ogni indicazione per rimediare autonomamente all’inconveniente,
ottenendo la pronta riemissione del mandato di pagamento.
Le
attività di controllo
L’ultimo
paragrafo è dedicato ai controlli che l’Agenzia può svolgere
sulle istanze presentate e alle conseguenze previste dalla norma nel
caso in cui emerga che il contributo percepito non sia spettante.
Al
fine di evitarne la contestazione, vengono fornite le indicazioni per
la restituzione spontanea del contributo indebitamente percepito.
Segnalato da Dubbio
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