Di Marilena Fabbri
Negli
ultimi tempi le campagne congressuali sono state tutt'altro che
semplici per il Partito Democratico e quest'ultimo congresso
provinciale di Bologna non fa di certo eccezione. Io ho sempre
creduto ad un PD unito nelle differenze, capace di ascoltare le
opinioni di tutti e portarle a sintesi in modo costruttivo ed
inclusivo. Purtroppo la personalizzazione della politica
portata all'estremo rischia di trasformare il Partito in un
comitato elettorale dove le idee e gli ideali vengono in
secondo piano rispetto ai nomi. Certo i nomi contano ma le persone
ancora di più e solo un gruppo coeso di persone che condivide un
progetto politico e lavora per raggiungerlo si può definire un
Partito. Io ho fatto la mia scelta, ho scelto di rinnovare la mia
fiducia a Francesco
Critelli,
perché gli anni che abbiamo avuto alle spalle sono stati anni
particolarmente complessi in cui il PD ha conquistato vittorie e
subito sconfitte, ha accolto nuovi iscritti, ma ha anche perso pezzi
importanti della sua comunità, aspetti su cui abbiamo bisogno di
tornare a riflettere con quel senso della misura e della
responsabilità del ruolo che io credo Francesco abbia saputo
interpretare e saprà interpretare, senza ostentazione, senza
violenza dei toni con un uso parco e misurato dei media e dei social
nel pieno rispetto del ruolo di responsabilità che un
segretario di partito dovrebbe avere verso i suoi iscritti e
militanti e verso i cittadini tutti a cui il progetto politico
del PD ha l'ambizione di rivolgersi.
Penso che Francesco
Critelli sia ancora la persona giusta ed abbia la credibilità
per promuovere in modo leale il progetto del PD e ricucire gli
strappi che si sono verificati in questi anni di governo nazionale
con parti importanti della società civile e di chi si riconosce
nei valori del centro sinistra rafforzando il nostro impegno sui
territori e sostegno alle amministrazioni comunali in prima
linea ad affrontare problemi di riorganizzazione, finanziari e di
capacità di risposta ai nuovi bisogni dei cittadini.
Francesco Critelli ha
39 anni, è stato consigliere comunale e capogruppo del PD nel Consiglio
comunale di Bologna dal 2013 al 2015. E’ stato eletto segretario del PD
di Bologna nel febbraio 2015 dall’Assemblea provinciale del partito.
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Si
ricandida per proseguire un lavoro iniziato in una fase politicamente
molto difficile: ha ereditato un partito in crisi e con un tesseramento
in forte calo (dal 2012 al 2014 persi un terzo degli iscritti, passando
da 21.400 del 2012 a 14.300 del 2014) la gestione delle primarie per
scelta del candidato presidente regionale (hanno partecipato meno
persone rispetto agli iscritti), elezioni regionali 2014 (affluenza più
bassa nella storia dei nostri territori) clima complesso in città in
vista delle amministrative del 2016, con un dibattito in atto non
semplice sulla ricandidatura di Virginio Merola.
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"La
società di oggi è contrassegnata da enormi sfide che hanno una
dimensione il più delle volte mondiale. Quando oggi parliamo di
immigrazione, di aumento delle disuguaglianze, di terrorismo, di temi
ambientali, per citare alcuni esempi, parliamo di problemi che hanno
una portata globale e che richiederebbero uno sforzo profondo per
costruire una cultura politica di sinistra nuova ma in grado di
preservare i valori della propria storia. Stiamo assistendo invece alla
scarsa capacità dei partiti socialisti europei e non solo di fare
sistema e di affrontare politicamente e insieme le emergenze e le
sfide. Uno dei principali effetti di questa situazione è che le comunità
locali sono sempre meno coinvolte nelle scelte mentre devono tornare ad
essere protagoniste.
La
vera grande sfida oggi per il Partito Democratico e per il
centro-sinistra è quella di gestire la paura che sta attraversando tante
persone.
Un
partito deve essere contaminato dalla società e riuscire a contaminare
la società, partendo dai suoi valori, dalle sue ragioni. In questo
scambio, da un lato, dobbiamo investire nuovamente nel rapporto con i
sindacati, le associazioni economiche e di categoria, le confessioni
religiose, le istituzioni. Dall’altro dobbiamo favorire la
partecipazione dei cittadini sia ai processi decisionali
amministrativi, sia alla vita del partito che deve essere un luogo
accogliente, in cui poter discutere e mettersi in gioco."
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