Le prove dopo tre impegnativi giorni di esercitazione e formazione
di Giulia Berni
Nelle tre intense giornate, da giovedì 9 a sabato 11
marzo, 23 volontari provenienti dalle sette stazioni della Regione (stazione
Corno alle Scale, Rocca di Badolo, Falco, Cimone, Cusna, Orsaro, Alfeo) si sono
confrontati e sono stati messi alla prova in diverse situazioni di recupero,
trasporto e ricerca in valanga grazie alla supervisione e al coordinamento di 7
Istruttori Regionali.
Durante la prima giornata gli aspiranti Operatori
sono stati valutati nell’utilizzo del dispositivo Artva per la ricerca in
valanga. I volontari sono stati divisi in tre squadre: ognuna ha sepolto sotto
la neve un manichino o uno zaino e si sono poi turnate tra i vari campi per
ritrovare gli oggetti sepolti dai compagni delle altre squadre. In questo
scenario sono stati così utilizzati sia i dispositivi di ricerca (Artva) sia la
tecnica del sondaggio spalla a spalla per individuare in modo preciso gli
oggetti sepolti sotto la neve.
Il giorno seguente il meteo avverso (con raffiche di
vento con punte a circa 90km/h e la pioggia mista a neve) ha reso
l’esercitazione sulla movimentazione in ambiente con materiale da soccorso e la
simulazione del trasporto in barella del paziente ancora più complessa, ma
molto realistica. Dopo aver risalito con gli sci d’alpinismo la parete sud-ovest
del Corno alle Scale si è inscenato il trasporto di uno dei volontari sulla
barella e, con tecniche alpinistiche ad ancoraggi e calate, si è discesi a
valle.
Per concludere la giornata si è svolto un workshop
formativo sulla parte sanitaria tenuto da Matteo Erbacci (Istruttore Regionale
ed infermiere della stazione monte Cimone) in cui si è approfondito il tema del
disseppellimento ed il trattamento
sanitario che bisogna rivolgere alla persona travolta da una valanga.
Il terzo e ultimo giorno è stato inscenato un campo
valanga con 7 reperti seppelliti (solo 5 di questi con dispositivo Artva) per
cui gli aspiranti Operatori hanno dovuto organizzarsi in squadre per la ricerca
dei dispersi.
La giornata si è conclusa con il disseppellimento di
un manichino e la simulazione del trattamento sanitario che bisogna rivolgere
alla persona estratta dalla slavina.
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