La consigliera ricorda i numerosi pronunciamenti, sia a livello nazionale che regionale, per l’abbandono dell’energia nucleare e chiede informazioni sui progetti in via di sviluppo nel bolognese e al Brasimone
Giulia Gibertoni
Giulia Gibertoni (Gruppo misto) esprime
questo auspicio in un atto ispettivo in cui denuncia come “nel nostro Paese e
anche nella nostra Regione si continua, con una protervia incredibile, ad
insistere nello sviluppo della tecnologia dell’energia nucleare, come dimostra
anche la vicenda della fusione nucleare, sviluppata da Enea anche al Brasimone,
tecnologia che ormai da cinquant’anni ci viene raccontato sarà pronta e
disponibile nei prossimi trent’anni”.
Ricordando “che le
mini centrali nucleari (SMR) potrebbero aumentare il volume dei rifiuti, a
breve durata di decadimento, fino a 35 volte rispetto a un reattore
convenzionale, per quelli a lungo tempo di decadimento fino a 30 volte di più
e, infine, per il combustibile nucleare esaurito fino a 5 volte di più”,
Gibertoni invita l’esecutivo regionale “a porre in essere tutte le azioni
possibili affinché le uniche attività riconducibili al nucleare presenti sul
territorio regionale, siano quelle strettamente necessarie legate al nucleare
in campo medico e alle attività di decommissioning della centrale nucleare di
Caorso (PC) e del reattore di Montecuccolino (BO) e ad attenersi
rigidamente agli indirizzi in materia già più volte emanati dalla stessa
Assemblea legislativa”.
In via più generale,
infine, il quesito su “quali tecnologie di produzione di energia nucleare sono
portate avanti nei centri di ricerca di Bologna e Brasimone, con quali
finanziamenti e se la Regione Emilia-Romagna contribuisca anche indirettamente
allo sviluppo”.
(Luca Boccaletti)
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