Hanno molto allarmato le notizie di stampa che annunciavano
un piano di rimodulazione della rete dei
laboratori analisi delle strutture ospedaliere. Il piano prospetterebbe tra
l’altro la totale chiusura del laboratorio analisi dell’Ospedale di Vergato e la
sua sostituzione con apparecchi POCT. Le notizie hanno portato il gruppo di
opposizione di centrosinistra ‘Uniti per Vergato’ a presentare
un’interrogazione in cui si chiedeva al Sindaco ‘quali soluzioni organizzative
erano state sollecitate all’Azienda Sanitaria e alla Regione Emilia Romagna’.
Inoltre ‘di farsi carico di presentare all’Azienda e alla Regione le
preoccupazioni per l’assenza di tecnici di laboratorio. Presenza utile a
garantire la qualità e la sicurezza degli esami’.
Il primo cittadino ha chiarito che la reazione alla notizia della possibile soppressione del laboratorio è stata immediata, anche con comunicati stampa e incontri con la direzione dell’Azienda sanitaria cui hanno partecipato i sindaci del distretto che hanno respinto alla unanimità l’ipotesi di riorganizzazione che prevedeva fra l’altro un risparmio di 400.00 euro. Il sindaco ha precisato poi che altri incontri sono in programma e tutti finalizzati a garantire i servizi ospedalieri all’Appennino. Si stanno inoltre programmando iniziative fra cui un sit-in di protesta.
A rendere meno chiara tutta la vicenda l’articolo pubblicato dalla Città
Metropolitana dal titolo “Riorganizzazione
dei laboratori di analisi di Budrio, Loiano e Vergato: nessuna chiusura, ma
risposte più rapide ai cittadini” , con il sottotitolo “ Precisazioni della Vicepresidente della Conferenza Territoriale
Socio Sanitaria Metropolitana, Erika Ferranti, in merito alle notizie di stampa
delle ultime settimane”.
Nell’articolo si legge:
Alla luce delle notizie riportate dalla stampa nelle ultime settimane
ritengo utile fare chiarezza rispetto alla riorganizzazione dei laboratori
analisi di una parte degli ospedali dell'AUSL di Bologna e dare informazioni
corrette ai cittadini, evitando strumentalizzazioni che non fanno altro che
incrementare l’incertezza e il senso di precarietà delle persone.
La riorganizzazione dei laboratori di analisi di Budrio, Loiano e Vergato
non taglia o riduce le prestazioni diagnostiche, ma consente invece, attraverso
l’uso di apparecchiature POCT (Point Of Care Testing), di fornire servizi
migliori ai cittadini. Per i cittadini dunque non cambierà nulla, troveranno
all’ospedale le stesse prestazioni offerte in precedenza e avranno, anzi, un
servizio in grado di dare risposte con tempi inferiori, che, in alcune
circostanze, possono essere rilevanti per le valutazioni mediche.
Nello specifico, la riorganizzazione consiste nell’utilizzo di apparecchiature
POCT nei laboratori analisi degli ospedali che realizzano meno di 100.000
analisi all’anno: 100.000 è la soglia per l’accreditamento regionale dei
laboratori analisi, al di sotto della quale l’esito dell’esame potrebbe non
essere completamente affidabile, per ragioni strettamente tecniche. Queste
macchine sono invece specificamente pensate per realizzare esami con bassi
numeri e sono certificate anche per trasmettere gli esiti a una sede remota
dalla quale un tecnico di laboratorio può effettuare la refertazione, anziché
eseguirla in presenza nel laboratorio stesso dove si trova l’apparecchiatura.
L’uso delle POCT, a oggi già impiegate nell’orario di chiusura dei laboratori,
cioè negli orari in cui il personale tecnico non è in servizio, permette quindi
la centralizzazione dell’attività di refertazione in una sola sede, dove già
oggi esiste una copertura oraria h24, a differenza di quello che avviene nei
singoli laboratori.
L’esame quindi continua a essere effettuato nei laboratori analisi localizzati
presso i presidi ospedalieri, mentre avviene da remoto solo la refertazione,
con un contestuale accorciamento dei tempi medi di attesa dato che la
refertazione potrà essere effettuata h24, anziché con l’intervento, in alcune
fasce orarie, di personale reperibile. Questo progetto di riorganizzazione,
pensato dall’AUSL già nel 2020, permette anche di ridurre le criticità sul
personale impegnato nei laboratori analisi, il cui reperimento è molto
difficoltoso, come per molte altre professioni mediche e sanitarie.
Gli ospedali interessati a questa riorganizzazione, in base al numero di esami
eseguiti in un anno, come già detto sono Budrio, Loiano e Vergato. Altri
ospedali, come Bazzano e San Giovanni in Persiceto, dove si eseguono circa
150.000 esami all’anno, avranno il laboratorio “tradizionale” aperto per 12 ore
al giorno e utilizzeranno le POCT per le restanti 12 ore.
Proprio per approfondire questi aspetti, come Conferenza abbiamo organizzato un
paio di settimane fa un incontro tra i tecnici della AUSL e i Sindaci: in
questo incontro il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, ha
accordato piena disponibilità a fornire i dati di attività agli amministratori
locali per documentare il fatto che l’obiettivo dell’AUSL non è ridurre le
prestazioni, ma soltanto modificare le modalità organizzative grazie all’uso di
soluzioni tecnologiche, alla luce del problema del mancato rispetto degli
standard dell’accreditamento e della difficoltà nel trovare tecnici di
laboratorio, in particolare per i laboratori più piccoli.
Ancora più importante è evidenziare che non si tratta di una riorganizzazione
che prelude alla chiusura degli ospedali coinvolti, operazione in contrasto con
la pianificazione approvata dalla CTSSM, questione mai posta all’ordine del
giorno e smentita, ad esempio, anche dalla recente decisione di destinare fondi
PNRR per l’Ospedale di Loiano.
Nell'attuale fase di allarme per i conti della sanità regionale, comprendiamo
la preoccupazione dei cittadini riguardo a possibili rimodulazioni dei servizi,
è una preoccupazione anche di tutti i Sindaci e della CTSSM. Come
amministratori dobbiamo però interpretare e cercare risposte alle esigenze
sanitarie del territorio: il nostro compito non è quello di dire all’AUSL come
deve organizzare tecnicamente i servizi, ma verificare l’effettiva capacità di
dare le risposte di cui c’è bisogno. Sul tema POCT manterremo alto l’ascolto
dei cittadini e delle strutture ospedaliere al centro della riorganizzazione,
ed effettueremo anche una verifica dei risultati raggiunti e della corrispondenza
degli esiti con gli obiettivi.
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