Uno studio promosso dall’AUSL intende valutarlo per la prima volta
L’Azienda USL di Bologna
informa:
Per la prima volta l'Azienda USL di Bologna capofila di una ricerca
finalizzata finanziata dal Ministero della Salute con 450mila euro
Al via uno studio di
ricerca randomizzato che coinvolge l'Azienda USL di Bologna, capofila del
progetto, affiancata dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara e
dall'Azienda IRCCS Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
La ricerca, per cui
l'Azienda USL di Bologna riceverà per la prima volta il finanziamento dal
Ministero della Salute del valore economico di 450 mila euro, ha l'obiettivo di
studiare l'efficacia dell'impianto di una protesi valvolare aortica
transcatetere (TAVI) in un centro specializzato privo di Cardiochirurgia. Uno
studio le cui ricadute potrebbero essere importantissime perché
consentirebbe di ridurre le grandi richieste di TAVI negli affollati centri con
cardiochirurgia. Questo favorirebbe una riduzione delle liste di attesa alla
TAVI e di conseguenza degli eventi che accadono in questo periodo di attesa ai
pazienti con stenosi valvolare aortica severa.
La stenosi valvolare
aortica severa è una malattia valvolare che colpisce gli anziani, con un
impatto molto negativo sulla qualità di vita e sulla prognosi del paziente, se
non trattata chirurgicamente. Purtroppo la gran parte dei pazienti affetti da
questa patologia, ormai epidemica negli ultra ottantenni, non possono subire un
intervento cardiochirurgico convenzionale (che prevede l'apertura del torace e
la circolazione extracorporea) a causa degli alti rischi operatori dovuti
all’età e alle molteplici comorbidità. Da anni, in questi pazienti anziani è
però possibile sostituire la valvola aortica in modo mini-invasivo,
introducendola in anestesia locale dall’arteria femorale - all’altezza
dell’inguine – e di li arrivando fino al cuore,. Ad oggi queste procedure
possono essere effettuate solo in centri dotati di una cardiochirurgia.
L’invecchiamento della
popolazione e le comorbidità nella popolazione anziana determinano un
incremento della popolazione eleggibile a questa procedura, con il conseguente
aumento delle liste d’attesa per l’intervento. Queste attese possono
spesso superare i 6-9 mesi esponendo il paziente al rischio di eventi o nuovi
ricoveri in questo periodo di tempo. Eseguire le procedure di TAVI in
centri privi di una cardiochirurgia consentirebbe di avere a disposizione
un numero crescente di centri in grado di erogare queste prestazioni,
riducendo così, in modo sostanziale, le liste d’attesa e di conseguenza il
rischio di eventi avversi per i pazienti.
Per la prima volta in
assoluto, uno studio vuole valutare la correttezza di quest’ipotesi.
I pazienti reclutati per
questo studio verranno accuratamente valutati dall’Heart Team, una squadra di
professionisti composta da cardiochirurghi, cardiologi interventisti,
cardiologi clinici ed anestesisti, al fine di concordare l’idoneità alla
procedura TAVI e, nello specifico, essere eleggibili allo studio. Lo studio di
ricerca si basa infatti sull’ipotesi che una strategia condivisa con l’Heart
Team, un’adeguata pianificazione dell’intervento e la sua esecuzione da parte
di operatori esperti, piuttosto che la presenza della cardiochirurgia in
sede, siano gli elementi fondamentali per una strategia sicura ed
efficace in grado di ridurre le complicanze procedurali.
L’Azienda USL di Bologna
si è aggiudicata il finanziamento ministeriale partecipando ad un bando per la
ricerca finalizzata riservato a giovani ricercatori under 40, assegnato al
Dott. Gianmarco Iannopollo, cardiologo della Cardiologia dell’Ospedale Maggiore
di Bologna, capofila dello studio. Il progetto “TRACS” vincitore come progetto
“change-promoting”, si è posizionato alla 17esima posizione a livello
nazionale, quarto tra i progetti di Cardiologia e primo in Emilia Romagna,
superando una selezione di 948 proposte. Un traguardo importante per l’Azienda
USL di Bologna che insieme all’IRCCS Istituto Scienze Neurologiche è sempre più
impegnata ad implementare la ricerca per garantire la migliore efficacia di
cure e trattamenti agli assistiti del bolognese e non solo.
Il risultato raggiunto è
frutto di un grande lavoro di squadra che ha coinvolto, in primis, il
Dott. Gianmarco Iannopollo, il Dott. Gianni Casella Direttore della Cardiologia
dell’ospedale Maggiore di Bologna, il Prof. Gianluca Campo e il Dott. Matteo
Serenelli della Cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara,
e infine il Dott. Vincenzo Guiducci e il Dott. Pierluigi Demola della
Cardiologia dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
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