Domani, domenica 10 ottobre, a San Lorenzo, la Messa delle 9 sarà di benvenuto a don Lino
Stefanini che assume l’incarico di collaboratore di Paolo Russo. La funzione religiosa sarà concelebrata dai due sacerdoti. All’accoglienza
di don Lino sarà dedicata anche la Messa delle 11 di domenica 17
ottobre, in san Pietro . Don
Lino Stefanini è nato del 1940 a San Benedetto Val di Sambro e, dopo
essere stato parroco per 32 anni a San Giovanni Battista di Casalecchio, si trasferirà nella canonica di San Lorenzo a Sasso Marconi.
Martedì prossimo, 12 ottobre, l’urna con le spoglie mortali del Beato don Fornasini, vittima degli eccidi di Monte Sole, prima di raggiungere la sede definitiva a Sperticano, sosterà in S.Pietro, dove la comunità religiosa si raccoglierà in preghiera, alle 18 per la recita del Rosario, alle 18.30 per la Messa presieduta da Mons. Giovanni Silvagni e alle 20 per la Messa celebrata da padre Agostino Milesi, animata dal gruppo Rinnovamento nello Spirito.
Marina Fortuzzi ha inviato un articolo scritto nel 2005 da Don Dario Zanini, che fu vice postulatore della causa di beatificazione del parroco di Sperticano.
Don Giovanni Fornasini martire dell’Eucaristia?
Don Giovanni Fornasini, il buono e
mite parroco di Sperticano detto “l’angelo di Marzabotto”, scomparso
nell’inferno della guerra a Monte Sole, avrebbe oggi 90 anni: tanti sono quelli
ormai trascorsi dalla sua nascita che avvenne il 23 febbraio 1915 a Pianaccio,
piccolo borgo montano adagiato nella conca dell’alta valle del Silla, stretta
fra la cresta di Monteacuto dell’Alpi e il crinale della Nuda-Corno alle Scale.
Dall’inizio del secolo su questo monte era stata eretta una croce, dedicata a
Cristo Redentore, che dava un tocco di sacralità all’Appennino
bolognese-toscano, in linea con tanti altri segni di consacrazione sparsi in
tutte le regioni italiane. Dopo gli anni dell’infanzia, Giovanni lasciò presto
il borgo natio portandosi a valle come preziosa eredità la virtù della tenacia
che caratterizza la gente di montagna e l’aspirazione a grandi ideali, come
fioriscono dagli ampi orizzonti delle vette a lungo innevate. Gli anni del
seminario maturarono l’uomo Fornasini e formarono il sacerdote don Giovanni con
una ricchezza di interiori virtù che esplosero nello zelo incontenibile dei due
brevi anni di ministero intensamente vissuti come parroco. La conclusione del
suo generoso impegno pastorale avvenne nel segno di una forte presenza mariana
e anche di una particolare attenzione all’Eucaristia, che giova ricordare in
questo “anno eucaristico” proposto dal Papa a tutta la Chiesa. Sulla causa di
morte di don Fornasini, ancora avvolta nel mistero, si conosce la versione
dell’appuntamento a S. Martino con l’ufficiale tedesco irritato dalla presenza
del prete in una notte di baldoria. Ma don Fornasini aveva già programmato la
visita a S. Martino prima di quel fatale 13 ottobre, che non lo vide più
ritornare, decisione maturata con l’aggravarsi delle notizie che gli giungevano
sulla sorte dei due preti di S. Martino, don Marchioni e don Casagrande. Aveva già
fissato anche il giorno: il 12 ottobre. La parrocchiana Guglielma Rubini
l’avrebbe accompagnato. La ragione che lo spingeva a salire sulla montagna,
nonostante vi infuriasse la guerra, l’aveva esplicitamente dichiarata: portare
in salvo le ostie consacrate del tabernacolo di S. Martino. Per una lieve
indisposizione quella visita fu rinviata al giorno successivo, quando ormai
aleggiava la minaccia dell’ufficiale tedesco. Alcune donne provarono a
dissuaderlo, ma don Giovanni partì ugualmente, stringendo il rosario nella
mano: la ripetuta invocazione alla Madonna “prega per noi adesso e nell’ora
(che è adesso) della nostra morte” gli diede conforto, e lo sostenne la volontà
di proteggere e difendere, nonostante i rischi, il Santissimo Sacramento da
eventuale profanazione o distruzione. Possiamo dunque considerare don Fornasini
un martire dell’Eucaristia, pur nel rispetto dovuto alla severità della parola
“martire” e con le dovute limitazioni.
Don Dario Zanini vice - postulatore
Anno dell’Eucaristia 2005
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