domenica 7 febbraio 2021

FINESTRE SULLA FILOSOFIA


di Marco Leoni


MARADONA

un eroe tragico tra

                                                                 Nietzsche e Platone

( lezione di Matteo Saudino , fantastico prof. di filosofia )

 

(Photo credit Jorge Duran/AFP)

Recentemente si è spento all’età di sessant’anni DIEGO ARMANDO MARADONA a mio avviso il più grande calciatore di tutti i tempi e un eroe antieroe, romantico, un ragazzo dai piedi dorati e una vita di eccessi. In campo ha fatto vincere due scudetti al Napoli, un Mondiale all’Argentina, ha segnato con i piedi, di testa e con la mano, “la mano de DIOS”, ha portato in finale negli anni 90 in Italia, un’Argentina normale anzi mediocre che ha trascinato come un condottiero, un vero Che Guevara, la sua nazione a una finale inaspettata.

Istrionico, esagerato ha trascorso una vita di eccessi con droga, la cocaina, figli legittimi e illegittimi, l’opposto di Pelè e di tanti bravi ragazzi che hanno popolato il mondo del calcio, con tantissimi difetti, un modello non modello per i ragazzi, UN EROE ROMANTICO, un eroe popolare perché era il ragazzo povero che diventa ricco, che poi però sperpera tanti soldi perché non fu capace di gestirli. Non diventò un manager, un grande imprenditore ma sbagliò tutto, sbagliò sull’amicizia, sbagliò a scegliersi le persone che lo dovevano aiutare ad amministrare i guadagni.

Il Gol del Secolo Photo Credit Imago

 

La tuta sporca, i suoi palleggi le sue serpentine mi fanno pensare a un POETA PAZZO per alcuni aspetti, un artista e anche un filosofo. Personalmente mi ricorda il calcio degli anni 80, un calcio irripetibile (ma la nostalgia rende più belle le cose ormai andate) il calcio dell’Italia di Maradona, di Falcao, di Platini, di Zico, i derby della mole, le sfide tra il Napoli e il Milan di Berlusconi, quello di Gullit, Van Basten, Reikard, quello che spazza via la Juve in grande difficoltà spazza via altre potenze calcistiche ma non spazza via Maradona che sfida col suo Napoli anche quel nuovo impero nascente e riesce a vincere uno scudetto proprio contro quella corrazzata che era il Milan, contro l’Inter. Negli anni 90 fu capace di battere la Germania, il Brasile nei quarti di finale di 'Italia 90'. Lui immorale, lui al di là del bene e del male dunque un personaggio nietzschano, un oltre uomo, un fondatore di nuovi valori ritenuti immorali dalla maggior parte delle persone. Fu un solitario pasticcione e ogni qual volta ha voluto costruire dei legami di potere è sempre caduto ma poi si è sempre rialzato. Questa volta non si è più rialzato, il cuore non ha più retto, quel cuore che ne ha viste tante.

Ci lascia il mancino più mancino che sia mai esistito . Io nel Messi troppe volte ho visto Maradona per la tecnica, ma non si può fare un paragone, perché la vita di Messi non sarà mai una vita da grande romanzo come non lo sarà la vita di Ronaldo, come non lo è stata la vita di Platini pur essendo un giocatore immenso in campo.

Gli eroi romantici cadono e Maradona ha vissuto una vita romantica. Una vita romantica comporta anche la caduta: Lord Byron che va in Grecia a combattere è romantico, Che Guevara in Bolivia è un eroe romantico. Il romanticismo è gettare il cuore oltre l’ostacolo, tendere all’infinito e Maradona più volte ha provato a tendere all’infinito, a volte si è venduto per soldi, per i debiti, ha evaso il fisco, si è indebitato e non ha saputo costruire nessuna grande reggia, nessun grande impero, tante persone lo hanno fregato e questo è essere un eroe romantico con le punizioni battute, con le serpentine, quei dribbling, quel gol di mano. E' veramente poesia, è un oltre uomo perché è al di là del limite, perché ha rifatto sé stesso, perché si è fatto prospettiva decadente e al contempo prospettiva che è finita tragicamente, con un infarto in un cuore che non ha retto quel tipo di vita.

Maradona è come fosse salito su un cavallo e abbia guidato il Terzo mondo. Con l'orgoglio ha battuto l’Inghilterra della Thatcher, l’Inghilterra che aveva umiliato i colonnelli Videla e le Falkland ( da lì poi era caduta anche la dittatura militare) . Lui non amava la dittatura però quella umiliazione che l’Inghilterra aveva portato al suo popolo, i prigionieri e poi le frasi ironiche della Thatcher contro gli argentini li aveva affrontati battendo l’inghilterra, con l’astuzia, con l’inganno, con le sue giocate magiche, con quel gol più bello della storia, in una partita dove ci sono i due gol più belli e più incredibili della storia del calcio, insieme al gol di mano. Gol di un uomo, di un giocatore nanerottolo che salta e butta quella mano perché prova e dove non arriva il fisico interviene l’astuzia. Ecco Golia e Davide e lui è Davide che con quella mano abbatte Golia. Diego Armando Maradona contro l’Inghilterra, c’è il terzo mondo che sconfigge il colonialismo, sconfigge l’Inghilterra col suo ondeggiare come una ballerina che sembra sempre sul punto di cadere ma in realtà quella palla è magnificamente attaccata al piede, non si stacca mai e dribbla tutto, anche il portiere e insacca . C’è una finale in cui Maradona guida tutta una nazione, un popolo alla grande vittoria, è un mondiale epico con un condottiero epico .

Poi da cavallo è caduto.

Con Maradona se ne va dunque un’epoca di calcio sicuramente oggi irripetibile di personaggi irripetibili, fu un calcio pieno di contraddizioni ma quello di oggi mi sembra più che pieno di contraddizioni solo una contraddizione, i personaggi sono molto più costruiti, oggi sono degli atleti pazzeschi. I Maradona, i Platini, i Falcao nella sala pesi non sarebbero mai potuti sopravvivere. A parte Ronaldo sono delle macchine ma Ronaldo è quasi un robot. Per me Nadal e Ronaldo rappresentano casi cartesiani, cioè rappresentano la volontà, l’io e la ragione che plasmano il corpo per cercare di guidarlo verso la perfezione. Invece quelli erano geniali, artistici; c’è del genio romantico in Maradona, c’è il genio romantico Kantiano, c’è l’artista, c’è la pennellata fuori dallo schema, c’è veramente la POESIA. E poi c’è anche un po’ la maledizione, quella del poeta maledetto perché alla fine c’è la caduta agli inferi, solo che dagli Inferi Maradona più volte è risalito. Questa volta non ce l’ha fatta. Andrà in paradiso o agli inferi non lo sapremo, agli inferi secondo certa morale, comunque si troverebbe in buona compagnia. Si dice, forse in paradiso si annoierebbe, Maradona sarebbe nel mondo delle idee di Platone e sarebbe L’IDEA DEL CALCIO PURO .

La punizione di Maradona il dribbling di Maradona lì, nel Mondo delle Idee di Platone, lì ora è tornato ad albergare. Lì proverà ancora ad essere modello attrattivo per i tanti calciatori che quando vedranno quella maglia n° 10 un po’ sporca, piena di contraddizioni penseranno al DIO del pallone , ovvero a

                         DIEGO ARMANDO MARADONA .

 

Photo Credit Claudio Cafarelli

CIAO DIEGO



 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gran bell'articolo, complimenti.
Faccio fatica a leggere i suoi post improntati sulla enunciazione dei grandi filosofi ma questo mi ha incuriosito per la presenza del nome di Maradona nel titolo.
Srive molto bene e penso che possa cimentarsi anche con altri argomenti che non siano la filosofia; la leggerei volentieri.