Domenica, 9 febbraio, ricorre la memoria della Santa Martire Apollonia, protettrice dei dentisti e dei sofferenti di mal di denti
di Giancarlo Giovagnoni
A Sasso Marconi, grazie
al poeta e giurista Claudio Achillini, vissuto nel XVII secolo,
possediamo un oratorio dedicato alla santa martire, patrona dei
dentisti e di tutti coloro che soffrono di mal di denti.
L'oratorio
a lei dedicato è fra i pochi monumenti storici del centro di Sasso
Marconi, risparmiati dalla Seconda Guerra Mondiale. Innanzitutto
viene spontaneo chiedersi chi fosse Sant'Apollonia e perché
qualcuno ha voluto erigere in suo onore una chiesetta nel centro
cittadino.
Ecco
allora cerchiamo di procedere per gradi, iniziando prima di tutto a
conoscere chi fosse questa santa martire del terzo secolo dopo
Cristo.
Apollonia
viveva ad Alessandria d'Egitto al tempo delle persecuzioni contro i
cristiani ordinate dall'imperatore Filippo l'Arabo. E' lo storico
Eusebio di Cesarea, nel terzo secolo dopo Cristo, a raccontarci nella
sua "Historia
Ecclesiastica"
il martirio della Santa.
Eusebio
narra che a seguito di una sommossa contro i cristiani promossa da un
indovino di Alessandria, molti seguaci del Cristo subirono la
flagellazione e la lapidazione. Nessuno fu risparmiato. I pagani
saccheggiarono le case dei cristiani devastando tutto ciò che
incontravano.
Fra
i cristiani arrestati venne catturata anche la vergine Apollonia di
età avanzata, anche se in seguito l'iconografia l'abbia sempre
raffigurata come una giovane donna.
Durante
l'arresto le strapparono i denti con una tenaglia massacrandole anche
le mascelle. Non contenti del male arrecatole gli aguzzini, mentre
bestemmiavano il Dio dei cristiani, decisero di bruciarla nel fuoco,
ma Apollonia prontamente si divincolò da loro e lei stessa si
gettò nelle fiamme, per mettere fine agli insulti che i carnefici
rivolgevano al Signore.
Era
l'anno 249 quando Apollonia ritornò alla casa del Padre. Il culto
della Santa si propagò subito nella Chiesa già a partire dal
primo Medioevo, prima in Oriente e poi in Occidente. Numerose furono
le chiese a lei intitolate. Anche a Roma venne edificata una chiesa
in suo onore nei pressi di S. Maria in Trastevere, chiesa oggi
purtroppo scomparsa. La liturgia ne fa memoria il 9 febbraio.
L'iconografia la mostra come una giovinetta che tiene in una mano la
palma del martirio e nell'altra una tenaglia con stretto un dente,
segno della violenza subita. Sant'Apollonia è venerata come patrona
dei dentisti e delle malattie dei denti. Il suo nome deriva dal
latino e significa colei che è sacra al dio pagano Apollo.
Perché un oratorio a lei
dedicato a Sasso Marconi?
Forse
non tutti sanno che a Sasso Marconi nel 1600 dimorava un personaggio
molto importante per quell'epoca: era il poeta e giurista Claudio
Achillini, professore di diritto presso l'Università di Bologna. Fu
per un certo periodo anche segretario di
mons. Alessandro Lodovisi poi eletto papa nel 1621 col nome di
Gregorio XV. Non insegnò solo a Bologna, ma fu docente di diritto
anche presso l'università di Parma.
Nel
1622 fu ammesso all'Accademia dei Lincei per il "molto
illuminato suo intelletto in tutte le scienze. Claudio
Achillini
era anche poeta e oggi è soprattutto noto per aver scritto il
sonetto: "sudate,
o fochi, a preparar metalli", che
Alessandro Manzoni riporta nel romanzo I promessi sposi.
Anche
a quei tempi purtroppo scoppiavano le pandemie, come avviene oggi con
il coronavirus. Si trattava della peste bubbonica assai descritta
sempre dal Manzoni nel suo romanzo I
promessi sposi.
Scampò il pericolo di ammalarsi e in segno di riconoscenza verso
Santa Apollonia, alla quale si era rivolto per chiederle aiuto, fece
edificare l'oratorio, che rappresenta ancor oggi uno dei pochissimi
edifici antichi del nostro centro cittadino. Per evitare di
mescolarsi con la gente, forse timoroso ancora di prendersi la peste,
Achillini fece costruire una galleria che collegasse la villa
all'oratorio così da recarvisi in tutta sicurezza per compiere le
sue devozioni. La galleria purtroppo oggi non esiste più perché
distrutta a causa dei lavori di ristrutturazione della via Helston.
Negli
anni 80 l'antico oratorio di proprietà privata è stato donato
dall'allora proprietario, l'ing. Monti, alla parrocchia di San Pietro
che, grazie ai tanti aiuti pubblici e privati, ha potuto restaurarlo
e a metterlo in sicurezza.
Purtroppo
con il passare del tempo l'oratorio richiede ancora nuovi restauri.
Il nostro parroco Don Paolo ha pertanto così
proposto di intervenire
lanciando una raccolta di fondi per poter compiere i seguenti lavori:
restauro
del portale, interventi esterni vari di ripristino intonaco,
verifiche lattonerie, opere provvisionali, tinteggiature, impianti di
illuminazione, di riscaldamento e di amplificazione sonora, per una
spesa totale di circa €.
50'000,00.
L'oratorio
potrà così essere così abitualmente utilizzato sia per compiervi
atti di culto, ma anche per mostre cittadine e per esporre i presepi
della Città di Sasso Marconi.
Il
Comune di Sasso Marconi, i soci dell'Emilbanca e la Pro Loco di Sasso
Marconi si sono dichiarati disponibili a sostenere l'iniziativa
promossa da don Russo.
Accogliamo
anche noi l'invito di don Paolo e secondo le possibilità di
ciascuno, doniamo anche il nostro piccolo contributo per nuovi
restauri dell'edificio religioso. L'oratorio di Sant'Apollonia è un
bene artistico di tutti che, come già detto, rientra fra la
ricchezze storiche delle nostra comunità cittadina. Le radici di un
popolo sono molto importanti e vale la pena mantenerle.
Don Paolo
invita tutti i parrocchiani e non solo, domenica 9 febbraio 2020 alle
ore 16.30 presso l'oratorio di Santa Apollonia, (Via Porrettana,
accanto al Bar Prestigio, per ascoltare una breve presentazione
storica del nostro antico monumento e per impartire ai Medici
dentisti di Sasso Marconi e a tutti coloro che soffrono di mal di
denti, che godono della speciale protezione di Santa Apollonia, la
benedizione e l'unzione con l'olio benedetto.
2 commenti:
Con tutto il rispetto e la riconoscenza per Santa Apollonia martire, in via Helston, per par condicio, ci starebbe bene una lapide in ricordo di Ipàzia, che pure era di Alessandria d’Egitto nel IV secolo, filosofa, astronoma e matematica insigne, assassinata da “una folla di cristiani in tumulto”.
Concordo con 13.52
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